Cassino non dimentichi Franco Assante e i suoi insegnamenti

Opinioni - Dieci anni fa, l’11 agosto del 2014, moriva Franco Assante, l’onorevole (nel senso letterale del termine) parlamentare del Pci, deputato nazionale per due legislature, consigliere comunale di Cassino dall’immediato dopoguerra e per alcuni decenni a seguire. Il ricordo dell'amico Mario Costa

Cassino non dimentichi Franco Assante e i suoi insegnamenti
di autore Mario Costa - Pubblicato: 11-08-2024 16:44 - Tempo di lettura 2 minuti

“Sto tornando dalla Sicilia, domani sarò al suo funerale per l’estremo omaggio che gli dobbiamo”. Ricordo come fosse ora il momento e il luogo di quella mia risposta a Maurizio, il figlio, che, con voce rotta dal pianto, mi comunicava per telefono la triste notizia. Dieci anni fa, l’11 agosto del 2014, moriva Franco Assante, l’onorevole (nel senso letterale del termine) parlamentare del Pci, deputato nazionale per due legislature, consigliere comunale di Cassino dall’immediato dopoguerra e per alcuni decenni a seguire.

Una presenza viva, la sua, in questa città e nell’agone politico provinciale, sino a poco tempo prima della morte, un punto di riferimento per tanti di noi animati dagli stessi suoi ideali; e per tanti “poveretti” che a lui, brillante avvocato del nostro Tribunale, ricorrevano per consigli legali, distribuiti quasi sempre gratis et amore dei. Sapevano di rivolgersi ad uno cui non difettavano né l’onestà intellettuale, né l’alta professionalità; e neppure l’umanità, prerogativa degli “eletti”, che la gente, dal cui rispetto era gratificato, sa cogliere a volo.

Un rispettabile e rispettato protagonista dunque, al di là dell’amico, che a dieci anni dalla morte siamo qui a ricordare per dire ancora una volta che sarà certamente anche l’affetto (non affievolito dal tempo né dall’assenza fisica) a far velo e ad ingigantire la gravità della perdita. Ma quando certe persone non ci sono più ci si accorge che il vuoto che hanno lasciato è molto più ampio del posto da loro occupato. Anche se si è trattato di un posto importante, di primo piano, da protagonisti assoluti appunto che, con l’esempio a noi lasciato, continuano a rimanere punti di riferimento certi. In particolare riguardo a come va vissuto l’impegno in politica, da sostenere con tensione ideale e morale, mai da ridurre a vili mercanteggiamenti, come troppo spesso accade. Ma in lui prevaleva sempre la fiducia nella possibilità del cambiamento attraverso l’impegno, il sacrificio, la partecipazione.

Lo faccio raramente, ma per l’occasione, ho postato sui social un articolo che scrissi per “L’Inchiesta” diretta da Stefano Di Scanno. Il titolo: “Avevi ragione, Franco. Se non fai tu la politica, te la impongono gli altri”.  Diceva tutto riguardo la raccomandazione a non rallentare l’impegno pur tra le amarezze, le insoddisfazioni, le delusioni che spesso la politica (o, meglio, certa politica) riserva. Scrivemmo che quel monito lo abbiamo tenuto presente e ci ha fatto avvertire il dovere di “dare una mano” (cosa che, personalmente, stiamo continuando a dare) all’amministrazione di Enzo Salera e alla sua squadra. Una squadra, così come quella attuale, che lo avrebbe reso contento perché di persone animate dalla voglia di fare, da saldi principi e da ideali giusti.

Quegli ideali da lui sempre additati.  In un passaggio di quell’articolo scrivevo: “Tra loro molti giovani, caro Franco, che vanno anche un po’ difesi da quelli cui è stata sottratta la “mangiatoia”, e da altri che forse pensavano di trovarla nel Comune. Tu li conosci bene: gli stessi (e gli eredi) che abbiamo sempre avversato. Noi continueremo a farlo, anche per essere così fedeli al tuo insegnamento”.

Il buon amministrare, la buona politica affermata in questa nostra città, caro Franco, è stata premiata, la gente ha capito ed ha dato un consenso plebiscitario ad un ottimo sindaco e alla sua attuale squadra, che, come sarebbe piaciuto a te, annovera pure diverse donne. Anche in questo hai avuto lo sguardo lungo. Non lo abbiamo dimenticato quel tuo ripeterci: “Vedrete, la gente capirà, saprà distinguere. Dobbiamo impegnarci e far bene. La serietà e il buon esempio alla lunga pagano”. Tu ne eri certo, noi molto meno.

Avevi ragione tu.  





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