Atto Aziendale Asl, ancora polemiche. Azione lo boccia. Savo: "Giù le mani"

Politica - Il consigliere comunale di Cassino Arduino Incagnoli e il referente Ettore Urbano tuonano: "Il nostro nosocomio S.Scolastica soffre di carenza di personale e di posti letto ormai atavica". La consigliera regionale di FdI fa muro: "Non accettiamo lezioni da chi ha ridotto la Sanità in uno stato di crisi che stiamo ancora pagando"

Atto Aziendale Asl, ancora polemiche. Azione lo boccia. Savo: "Giù le mani"
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 05-07-2024 03:11 - Tempo di lettura 2 minuti

"Per Azione la difesa del Servizio Sanitario Nazionale è una priorità assoluta. Anche a Cassino e nel Cassinate è necessario un fronte comune che tenga alta l'attenzione della Asl. Il nostro nosocomio S.Scolastica soffre di carenza di personale e di posti letto ormai atavica. La Pneumologia è un cantiere aperto e la Medicina ha i posti letto ridotti. Il reparto di Ginecologia e Ostetricia ha solo 3 ginecologi con grandi difficoltà per la reperibilità e la turnistica notturna. Anche gli altri servizi della Asl sul terroritorio come il Consultorio ed il CSM soffrono delle carenze di personale, non possiamo concepire che presidi importanti come questi per la cittadinanza abbiano tali criticità".  

A parlare sono il consigliere comunale e commissario cittadino di Azione Arduino Incagnoli e Ettore Urbano, referente Sanità  dei calendiani. I due domandano allora: "Parlando poi delle strutture ci si chiede perché i lavori previsti presso l'ospedale che dovevano concludersi in quattro mesi durano da oltre due anni? Tale carenza genera sovraffollamento in pronto soccorso che provoca criticità soprattutto per pazienti anziani!  A quando l'inizio dei lavori finanziati con il PNRR del vecchio ospedale De Posis? A queste domande può e devo dare immediata risposta la Asl. Noi di Azione Cassino di questi temi ci siamo e ci saremo ogni giorno, è una battaglia di civiltà per la difesa del diritto costituzionalmente garantito alla salute, soprattutto delle persone più fragili e bisognose".

IL MURO DELLA SAVO

La presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, Alessia Savo, però non ci sta e ribatte: "L’atto aziendale che ieri la maggioranza dei sindaci ha approvato, testimoniando fiducia e apprezzamento per il lavoro portato avanti dalla Regione in questo anno di Governo Rocca, ricalca, come ho già evidenziato, la programmazione della rete ospedaliera 2024-2026 e il piano assunzionale ed è perfettamente coerente con le linee di indirizzo che la Direzione Salute ha emanato qualche giorno fa, con gli obiettivi di risanare la sanità del Lazio, riequilibrare l’offerta dei servizi, stabilizzare e valorizzare il personale sanitario e, soprattutto, rispondere indistintamente alle esigenze di tutti i territori, in un’ottica estremamente innovativa e rispondente all’esigenza di una sanità provinciale lungimirante e di qualità. Quello a cui puntiamo sono eccellenza, riduzione delle liste d’attesa, medicina di prossimità, tecnologia e decremento della mobilità passiva.

L’illustrazione prima e l’approvazione, qualche giorno più tardi, dell’atto aziendale sono stati due momenti di studio, confronto e dialogo: non capiamo, quindi, quale possa essere l’atteggiamento impositivo. Sottrarsi, invece, a tutto questo, come ha fatto il sindaco di Cassino, è stata una scelta personale che si legge unicamente come un non voler partecipare all’assemblea deputata a

decidere le sorti dei territori e il futuro della sanità dei cittadini della provincia di Frosinone, oltre a non voler rappresentare la voce dei cittadini che gli hanno conferito il mandato. Se poi, invece, si è trattato di una scelta politica – cosa che appare piuttosto evidente dalle prese di posizioni di rappresentanti regionali e provinciali dell’opposizione – rispondiamo che non lasciamo il destino della sanità di questo territorio a coloro che, anziché di fare demagogia, dovrebbero leggere con maggiore attenzione gli atti e i provvedimenti, mettendo da parte giochi politici che nulla hanno a che vedere con il diritto alla salute. Gli stessi, che hanno lasciato la sanità in uno stato di crisi che stiamo ancora cercando di arginare, forse avrebbero dovuto intraprendere prima battaglie per la sanità territoriale, quando erano al Governo. Gliene saremmo stati grati noi e, probabilmente, anche gli elettori”.

 

 





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