Racconti e Poesie - Oggi Francesca Messina ospita il racconto di Patrizia Romano di Villa Santa Lucia
Diversamente Maggio
Succedeva tutto a maggio, sempre a maggio ...
Ora le veniva in mente il tratto per arrivare al castello, li` , ad Ischia, i suoi 15 anni e quell'aria tra lo spaventato e lo spavaldo.
I suoi amori grandi svaniti nel nulla, la mamma assente, malata, e quel papa` che si prodigava a non farle mancare nulla.
Cinzia era forte, bella, fiera, con tanta fragilita` celata magistralmente.
Sceglieva con cura amori sbagliati, per lo piu` platonici, ma sbagliati, come riflesso di una serenita` mai conosciuta.
Eppure era solare, senza malizia, coraggiosa, una ragazza dolcissima e caparbia da far paura.
Era d'estate e la stagione era lunga , calda , soffocante ma piena di scoperte , di emozioni e di voglia di vivere.
Le pedalate sotto il sole cocente e stese al sole di luglio a riva di un mare magnetico.
Non le sembrava accedesse mai nulla di speciale ma lei era speciale, ora a ritroso, rivedeva i volti di tanta gente che la osservava ammaliata, affascinata.
Meravigliosi, gli anni dell'estati, anche il sudore, senza aria condizionata, le brillava in mente come fossero, ad oggi, tante perle perse nel tempo.
Persi come quei nonni meravigliosi che erano stati per lei le sue ancore di salvezza, i suoi giorni adorni di tenerezze.
Poi fu Maggio, tutto si fermo` a quel mese di Maggio.
Ad una finestra con un paesaggio di verde e fiori trasudare di bellezza.
Due occhi neri, spalancati, persi nel fuori rigoglioso e un viso smunto dall'aria rassegnata, impedita, triste.
-Com'e` bello il mondo!
E poi a capo chino
- Ma non per me!
Ancora quel ricordo le faceva eco dentro, come un pugnale, quelle parole pronunciate a fil di voce.
-Eh, papa`!
Pensava
-Era Maggio e ti salutavo come si saluta la vita.
Scosse la testa pensando a quella maledetta ma veritiera previsione che si sarebbe avverata.
Una rivelazione sconcertante come una maledizione.
Avrebbe avuto una vita piena di guai proprio come quella che implorava Vasco.
Cinzia, rideva spavalda, allucinata da quella caccia alle streghe e si sentiva vittima di una passeggiata senza senso.
Quel veggente le tocco` il ginocchio e fece una faccia strana, spaventata e Cinzia scappo` infastidita.
- No, per carita`, finiamola con queste stupidaggini, disse alzando volutamente la voce.
Ma era maggio e il primo incidente fu micidiale, anni di impedimento, di rinunce.
Tanti progetti andarono in fumo e si sentiva braccata, ferita.
Era stato solo un caso, una fatalita`, null'altro, la previsione non c'entrava nulla, sicuro.
Cinzia, diceva di non aveve un' ombra di dubbio ma in effetti un piccolo tarlo s'iniziava ad insinuare nel cervello.
La sua bambina cresceva meravigliosa, le regalava gioie immense e la vita trascorreva tra alti e bassi, niente di che.
Una serie d'incidenti, comunque, a Maggio, oscuravano la sua gioia di vivere, unitamente a scelte sbagliate, situazioni familiari pesanti
Era un dare forsennato, un darsi anima e corpo alla famiglia, un privarsi senza senso a spazi personali.
Malsana inconsapevole gestione di se stessa, regali di vissuti poco sani.
Cinzia per rifocillarsi un po`, sceglieva poi, diversivi emozionanti a cui solo lei riusciva a dare un senso, trovando rifugio e ristoro momentaneo.
Continuava a non cogliere le occasioni che la vita le offriva, autopunendosi con una vita piatta .
Tutto questo gratificava chi per anni si era divertito ad infangarla e manipolarla a suo tornaconto.
Un compagno molto arguto si faceva la sua vita accanto a lei, tra l'indifferente e lo spietato.
Si era abituata anche a questo e piccoli incidenti le si ripetevano senza tregua sfiancandola.
Ora Cinzia non era piu` la ragazza brillante, socievole, allegra dei suoi anni giovanili ma una donna matura, solitaria, saggia sconfitta dalla vita, da se stessa.
Sulla sua poltrona reclinabile che le faceva da letto da ben tre mesi, Cinzia rifletteva in dolore costante fisico e solitudine, rimuginando sfiga e vittorie, cercando dentro di se` una forza nuova per resistere, anzi di piu`, per risorgere.
La sua parte distruttiva le suggeriva di mollare e lasciarsi andare, quella migliore, incorniata dalle persone care, di combattere e vincere i malanni e tutti gli accidenti.Quel giorno la donna delle pulizie le aveva dato buco e in preda al panico, con la sofferenza addosso, si chiedeva come avrebbe fatto a gestire tutta la casa a perfezione.
Caos totale!
Le spalle le pesavano come portasse il peso del mondo addosso e nella vita si ritrovava spesso ad aver cura di qualcuno, dai figli agli amici animali di casa.
Ora si sentiva braccata, nonostante tutto continuava a pensare come fare per prendersi cura dei suoi amori.
La sfortuna si accaniva sulla sua salute ma Cinzia tra lo sconforto e la grinta procedeva con tutta la forza che le rimaneva dentro.
Anche quest'anno era Maggio e pure Orso, il suo anziano cagnolone, le aveva davo pensieri, l'aveva operato in situazione di poca speranza ma anche lui l'aveva lasciata.
I suoi occhi neri spenti le chiedevano prova d'amore ma Cinzia non potette far nulla che stargli vicino, mentre Orso si spegneva e lei piangeva con il cuore sanguinante.
Economicamente se la doveva cavare da sola , come per ogni altra cosa, ma stranamente una forza incredibile le suggeriva di anteporre sempre l'amore ad ogni altro interesse egoistico che oggi si chiama "sano"
Cadde in un profondo sconforto e tutto le inizio` a sembrare inutile, grottesco, crudele.
Si piangeva addosso sfinita facendosi una gran pena.
Una mattina, come tante, si guardo` allo specchio, era ingrassata, aveva un'aria sciatta mai indossata e si fece quasi rabbia.
Le pasticche per il dolore le davano uno strano stordimento e penso` tra se` che quella era la prima volta a sentirsi una persona vinta.
Mai in vita sua aveva mollato, nonostante le innumerevoli traversie, non si era mai data per spacciata.Rimuginando questi pensieri, nel tempo di un lampo, come per miracolo, di quella luce meravigliosa dell'ultimo giorno di maggio, tutto le apparve cosi` semplice da realizzare, da risolvere. Si autoconvinse che le proprie priorita` erano sane, erano quelle di un umano che vive d'amore.
- Le difficolta` fanno parte della vita. Penso` tra se` stranamente serena.
E tutto il nero e i disagi si colorarono di possibilita`.
Perche` no?
-Non vi e` mai limite al peggio.
Si disse sollevata
La sola maledizione e` quella di perdersi nella disperazione.
La speranza e`una la finestra meravigliosa sulla vita.
Cinzia` l'apri` e ...
Maggio fiori`per sempre, come la sua vita, in un sole meraviglioso che spicca tra nubi e tuoni.
Patrizia Romano (Villa Santa Lucia)
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