Stellantis, trasferisti allo sbaraglio. L'sos del sindacato

Economia - Si tratta di 230 lavoratori di Cassino in missione alla Sevel di Atessa che non sono stati adeguatamente formati sulla sicurezza, sui rischi e sui pericoli riguardanti le singole postazioni di lavoro e non hanno i recapiti e i contatti dei responsabili dei lavoratori della sicurezza, non hanno i referti del medico aziendale relativamente alla visita di idoneità alla postazione e non sono stati regolarmente formati ed affiancati sulle corrette operazioni di lavoro

Stellantis, trasferisti allo sbaraglio. L'sos del sindacato
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 15-01-2024 13:19 - Tempo di lettura 3 minuti

Le testimonianze dirette che arrivano dagli operai trasfertisti dal sito Stellantis di Cassino allo stabilimento di Atessa sono decisamente sconfortanti. Le condizioni materiali di lavoro della ex Sevel di Atessa sono nettamente peggiori rispetto a quelle di Cassino, almeno per quanto riguarda gli operai trasfertisti, e ciò conferma la natura vessatoria dell’intera operazione.

Gli operai trasfertisti provenienti da Cassino, ad esempio: 

  • non sono stati adeguatamente formati sulla sicurezza, sui rischi e sui pericoli riguardanti le singole postazioni di lavoro (prescrizione prevista dal contratto nazionale e dalle leggi vigenti); 
  • non hanno i recapiti e i contatti dei responsabili dei lavoratori della sicurezza (così da non avere la possibilità di attivare il sindacalista in caso di questioni legate alla sicurezza); 
  • non hanno i referti del medico aziendale relativamente alla visita di idoneità alla postazione (così da essere preclusa la possibilità di ricorrere alla decisione del medico competente);
  • alcuni lavoratori con ridotte capacità lavorative sono costretti a svolgere lavori in postazioni non ergonomiche; 
  • non si è tenuto conto dell’età dei lavoratori ultracinquantacinquenni adibiti a lavori di catena di montaggio; 
  • non sono stati regolarmente formati ed affiancati sulle corrette operazioni di lavoro (che contrattualmente spettano a un operaio di mansioni superiori); 
  • non è stato consentito di visionare i cicli di lavorazione, le saturazioni e le corrette posture (per non incappare in infortuni e malattie professionali); 
  • ad alcuni lavoratori, addirittura, non è stato neanche versato in tempo il bonifico di anticipo delle spese di trasferta, così da affrontare personalmente tutte le spese.  

Insomma, ci troviamo dinanzi a 230 lavoratori mandati letteralmente “allo sbaraglio”, tra l’altro senza neanche la certezza del rientro a Cassino, perché se fosse vero che l’accordo sindacale (di cui nessuno conosce il testo integrale) prevede il limite di tre mesi per ogni missione, è anche vero che lo stesso accordo può essere ridiscusso prima della scadenza dei tre mesi. 

“Forniremo tutta l’assistenza sindacale possibile ai lavoratori in trasferta” - assicurano i delegati dell’organizzazione sindacale Flmu-Cub di Cassino. “Restano in piedi, tuttavia, le decisioni estemporanee e unilaterali degli esuberi del sito Stellantis di Cassino e, a nostro avviso, le trasferte obbligatorie non rappresentano la soluzione. Vogliamo una discussione corretta, aperta e trasparente tra azienda e lavoratori sugli esuberi (a detta loro) temporanei, che tenga conto anche del mondo dell’indotto, delle società esterne e di quelle terziarizzate. I lavoratori devono essere parte attiva del loro futuro e non limitarsi a subire scelte che li danneggiano".





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