"Caro collega, hai riflettuto sui danni economici subiti da chi ha attività in centro?"

"Caro collega, hai riflettuto sui danni economici subiti da chi ha attività in centro?"
di autore Redazione - Pubblicato: 12-07-2023 00:00

IL FATTO - Il commercialista e già consigliere comunale Giuseppe Sebastianelli scrive al sindaco Enzo Salera. Francesco Trupiano continua ad incalzare: "L'amministrazione non ha tenuto conto delle esigenze dei commercianti prima di chiudere il centro"

"Caro sindaco, caro Enzo Salera, anzi, caro collega. Ho riflettuto molto prima scrivere questa lettera aperta, perché non mi piace entrare in una polemica che potrebbe essere considerata come propagandistica e soprattutto politica. Ma non ho potuto esimermi perché io, come te del resto, nella vita svolgo la professione di commercialista e purtroppo ho anche tanti clienti che hanno attività commerciali nel centro di Cassino e soprattutto lungo corso della Repubblica. Mai come in questo mese sto analizzando conti, trovando soluzioni per far quadrare bilanci, anche per evitare che molte di queste persone arrivino al tracollo finanziario.

Vado al sodo di questa lettera e Ti pongo una domanda diretta e schietta: da commercialista, ti sei per caso domandato che danno saresti andato a provocare chiudendo una strada centrale, così importante qual è corso della Repubblica?

Penso che tu non lo abbia fatto perché da commercialista è quasi scontato. Ma forse preso dagli impegni politici e dagli adempimenti da primo cittadino, hai dovuto tralasciare, anche se momentaneamente, una professione così delicata. Ho deciso quindi di illustrarti due dati, facendo qualche indagine tra quei ‘poveri disgraziati’ che hanno le attività lungo Corso della Repubblica. Ho rapportato i dati raccolti, con quelli degli anni precedenti".

A parlare è il commercialista ed ex consigliere comunale di Cassino Giuseppe Sebastianelli, che incalza: "Caro sindaco, caro Enzo, caro collega, la situazione drammatica, siamo a limite per molte attività che provenivano già da un deficit economico provocato dalla pandemia. Ben sai per quanto tempo bar e ristoranti sono rimasti chiusi, e ben sai la difficoltà avuta per ripartire, per cercare di tornare ad una quasi normalità, cercando di far quadrare i conti. Tu mi insegni che è un’azienda quando va in perdita difficilmente riesce a risalire la china, a meno che non accada un fatto straordinario e inaspettato.

Molti commercianti mi hanno fatto notare che pur non avendo perso i clienti storici, non riescono a vedere nelle loro attività nuovi clienti. Questo significa che sopravvivono grazie al cliente fedele ma certo non possono sperare in una rinascita della propria attività. Lo stesso discorso è valido per tutti quei cittadini che vivono lungo corso della Repubblica e che non possono più spostarsi come avrebbero potuto: mi riferisco agli anziani ed ai disabili. Di questo hai tenuto conto?"

Prosegue Evangelista: "L’idea di una piazza salotto è piaciuta a tutti, anche se io avrei puntato sulla riqualificazione di piazza Labriola, abbandonata a se stessa nonostante ospiti il secondo tribunale per importanza del basso Lazio. Piazza Diamare nel suo insieme è gradevole ed attrattiva ma non comprendo la necessità di dover mettere in atto ciò che neanche i bombardamenti alleati sono riusciti a fare: cancellare l’anima di Cassino, quella via cara a tutti e che è nel nostro DNA.

Il percorso in auto, in bicicletta, in motorino di Corso della Repubblica è sempre stato per noi di Cassino un rito. Un qualcosa che difficilmente si può comprendere se non l’hai vissuto. Tu l’hai vissuto questo rito? Credo di sì ma evidentemente lo hai dimenticato perché non c’è altra spiegazione a tanta indifferenza.

Sono ben consapevole che questa lettera aperta urterà la tua sensibilità, come sono ben consapevole che le mie parole cadranno nel vuoto. Ma sentivo il dovere morale di dirti ciò che penso perché da commercialista, da cittadino, da padre credo che tu stia facendo un torto alla città del quale prima o poi pagherai il conto politico".

TRUPIANO INCONTRA I COMMERCIANTI

"Ciò che è emerso dall'incontro con i commercianti di Corso della Repubblica può essere espresso con due parole fondamentali: solitudine e rabbia. Inizio col dire che la loro sete di ascolto era molto forte, già dalla mattina alle 7 qualcuno mi ha contattato sui profili social per avere la possibilità di esporre le proprie rimostranze. E questo la dice lunga sulla voglia che avevano di essere considerati, dopo mesi di silenzio da parte dell'amministrazione. Detto questo, sono venuti fuori diversi aspetti importanti, uno di questi sono sicuramente le bugie raccontateci in questi mesi dal Sindaco e dai suoi.

Non è vero che tutti erano d'accordo ai lavori così come sono stati concepiti, anzi la maggioranza per non dire la quasi totalità (ovviamente dei commercianti interessati dal cantiere) era contraria. Del resto non sarebbe servito nemmeno il mio intervento, sarebbe bastato affacciarsi davanti ai loro locali per leggere le affissioni sulle vetrine ("no alla chiusura del corso si alla riqualificazione") ma l'amministrazione non le ha viste o ha fatto finta di non vedereq.

A parlare, in questo caso, è l'attivista Francesco Trupiano, che poi incalza: "Non è vero che alcuni locali, di cui per rispetto non farò il nome, chiuderanno la propria attività per spostarsi altrove per una scelta indipendente dai lavori. Andranno via perché il fatturato è diminuito del 40%. Infine, non è vero che i lavori avrebbero forzatamente dovuto seguire queste tempistiche e questa organizzazione, perché a precisa richiesta dei commercianti di spostare i lavori in altra stagione o comunque cercare una sorta di flessibilità facendo respirare la zona quantomeno ad agosto, momento clou per il commercio della zona per via della S.S.ma Assunta, l'amministrazione si è girata dall'altro lato. Il dato economico è spaventoso".

Le perdite incalcolabili. Alcuni, i più accorati, hanno voluto darmene contezza e si parla di perdite del 93% rispetto allo stesso mese di un anno prima. L'esito di tutto ciò? Alcuni sono costretti a chiudere, perché conviene più così rispetto a dover pagare personale e utenze a fronte di utili vicini allo zero. Altri si sposteranno, attività presenti da una vita, ossatura economica e memoria storica di una città costrette a fare i bagagli. Altri vivono con la speranza che tutto questo finirà presto. Ecco, proprio della fine dei lavori vorrei parlare.

Mi è sorto un dubbio alla fine del mio giro di questa mattina. Ma queste tempistiche saranno forse dettate dal fatto che proprio il rispetto categorico delle stesse così come sta avvenendo servirà affinché il taglio del nastro potrà avvenire ad aprile 2024, ovvero alla vigilia delle elezioni? Io voglio pensare e sperare che non sia così, perché si sarebbe agito sulla pelle dei commercianti, per un fine non giustificabile bensì aleatorio. Voglio concludere dicendo che io come tanti, spero tutti, mi auguro che questa città cresca, si fortifichi e che quindi quest'opera sarà effettivamente un volano di crescita per questi commercianti e dunque per la Città, perché a sentire loro e guardare i loro visi, ora, sconfortati e pieni di rabbia, non c'è nulla per cui gioire".





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