Cassa integrazione e licenziamenti sotto l'albero di Natale

Cassa integrazione e licenziamenti sotto l'albero di Natale
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 25-12-2022 00:00

PANETTONE AMARO - A fine anno non saranno rinnovati i contratti degli interinali nelle aziende dell'indotto Fca, 500 operai tremano. L'allarme della Fiom: "Nel 2022 sono andati persi 1.700 posti di lavoro". Federlazio: "Rispetto al 2019 la cig nel frusinate è aumentata dell’87,9%". Nel cassinate sos per la vertenza Reno De Medici, la cartiera è chiusa da oltre quattro mesi, nubi sul futuro

Panettone amaro per gli operai. Sotto l’albero di migliaia e migliaia di lavoratori Babbo Natale porterà nuova cassa integrazione. Il 2023 non si prospetta affatto meglio rispetto all’anno che volge al termine nonostante il settore dell’automotive - quello che traina l’economia nel Basso Lazio ed in particolar modo nel Cassinate - possa contare sulla produzione del Suv Grecale della Maserati che va ad aggiungersi a Giulia e Stelvio. Proprio in questi giorni le aziende della componentistica stanno comunicando alle organizzazioni sindacali la richiesta di nuova cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali per le aziende che hanno già esaurito la cig ordinaria. 

E non è tutto. Per centinaia di lavoratori, si stimano intorno ai 500, quello di ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro. Da oggi scattano le ferie natalizie e nel 2023 non torneranno in fabbrica. Si tratta degli operai precari, quelli assunti con contratti di somministrazioni dalle agenzie interinali. Nella sola SkF, una delle aziende più ‘sane’ dell’indotto, che meno di altre in questi anni ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali e più di altre ha assunto operai in somministrazione, non saranno rinnovati 21 contratti.

Nelle altre fabbriche, già gravate dalla crisi per via delle scarse richieste di forniture da parte di Stellantis, non solo non saranno rinnovati i contratti interinali, in alcuni casi si aprirà anche la procedura di cassa integrazione straordinaria e mobilità. In crisi anche la Tiberia, la più grande e importante azienda della componentistica di Fca.

A snocciolare i numeri della crisi è stata nei giorni scorsi anche la Federlazio: “L’ultima analisi, di pochi giorni fa - ha sottolineato il presidente Nino Polito -  che oltre 7 aziende su 10 hanno visto crescere in modo drammatico i costi per la fornitura dell’energia elettrica, 5 su 10 quelli del gas. E i primi effetti si vedono già: la cassa integrazione nel frusinate nel 2022 è aumentata, rispetto al 2019, dell’87,9%”.

Agli industriali fanno eco i sindacati. Il segretario provinciale della federazione Frosinone e Latina Fiom-Cgil Donato Gatti è ancora più netto: “Nel corso del 2022 sono andati persi 1.700 posti di lavoro. Oltre ai tanti pensionamenti a cui non ha fatto seguito nessuna nuova assunzione, abbiamo infatti registrato la forte emorragia degli interinali in molte fabbriche. Ci auguriamo che con la crisi dei semiconduttori che si va risolvendo, questo sia stato l’ultimo anno difficile, ma potremo verificarlo solo nei primi mesi del 2023”.

E sempre nei primi mesi del nuovo anno è attesa una svolta per la cartiera di Villa Santa Lucia. Gli operai dello stabilimento hanno cessato la produzione lo scorso 22 agosto e lo scorso mese di novembre è scattata la cassa integrazione straordinaria. Senza un intervento risolutivo nei primi mesi del nuovo anno, la situazione potrebbe precipitare rovinosamente. C’è chi teme anche la chiusura definitiva, con la perdita di altri 300 posti di lavoro. Il panettone di quest’anno, insomma, è decisamente molto amaro.

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