Sanità, Marandola difende D'Amato e replica a Picano

Sanità, Marandola difende D'Amato e replica a Picano
di autore Redazione - Pubblicato: 14-11-2022 00:00

POLITICA - Il consigliere comunale del Pd e presidente del circolo dem ribatte al vice coordinatore provinciale di FdI

di Sergio Marandola*

“L’avvocato Gabriele  Picano, vicecoordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, in un recente
intervento sulla stampa dissertava, con tono polemico, sulla organizzazione  ospedaliera  della nostra ASL, in particolare sulla gestione del personale medico.
Devo confessare di essere rimasto sconcertato dall' insipienza delle argomentazioni esposte. Si esprimono, infatti, giudizi totalmente errati in quelle righe, forse per via di informazioni avute da qualche addetto ai lavori non proprio acutissimo sia nelle valutazioni che nei calcoli economici.
La tesi enunciata è che  si assista ad uno spreco di denaro pubblico, perché si ingaggiano medici con partita iva pagandoli a gettone di presenza, invece di assumere giovani medici con contratto indeterminato, per sopperire alle carenze di organico dei reparti degli ospedali frusinati.
Si sottende quindi una cattiva gestione delle risorse ed una incapacità manageriale.
Si sostiene, facendo i conti della serva, che i medici a gettone con partita iva impiegati nei nostri ospedali costerebbero alla Asl una volta e mezza rispetto ai medici assunti, godendo i primi di una retribuzione lorda di 60 euro l'ora.

Peccato sia sfuggita a tale valutazione, assolutamente parziale e falsata, che il medico libero professionista non ha le ferie e le festività pagate, non percepisce la tredicesima e non ha le malattie retribuite. La sua tassazione infine supera il 50 per cento perché i contributi previdenziali li paga a parte all'ente previdenziale e non sono inglobati nel 43 per cento delle trattenute sulla busta paga dei medici di ruolo. Calcolando  le  ore effettivamente lavorate dal medico dirigente strutturato e confrontandole con un egual numero di ore prestate dal libero professionista, l’esborso annuo è simile per le due categorie di professionisti.

Vorrei ricordare che in una regione governata dalla Destra come il Veneto, o anche nella non ricchissima Calabria, le prestazioni orarie del medico libero professionista che opera  negli ospedali vengono retribuite con la tariffa di 100 euro l'ora. Bisogna a questo punto sviluppare un ragionamento più ampio sulle difficoltà in cui si dibatte la Sanità italiana.
Un osservatore politico più attento saprebbe che ormai il 10 per cento dei medici ospedalieri italiani è rappresentato da professionisti con partita iva, a causa della arcinota carenza di specialisti medici a disposizione nel mercato del lavoro. Penuria derivante dal numero chiuso nella facoltà di medicina e dalla scarsità di posti a disposizione nelle scuole di specializzazione fino al 2020 (circa 5000 l'anno), ed infine da alcuni fattori di ordine economico e giuridico. Infatti dopo che lo Stato ha investito per anni nella formazione di uno specialista medico, un numero non trascurabile di professionisti se ne va all’estero, dove le retribuzioni sono enormemente superiori. In molti casi anche di 5 volte rispetto a quelle italiane.

C’è da aggiungere che le retribuzioni non competitive, la scarsità di prospettive di carriera ed i turni massacranti spingono inoltre molti dirigenti medici a licenziarsi per i maggiori guadagni assicurati dal privato. Poi un’altra questione attiene al contenzioso giudiziario, ormai insopportabile ed ingiustificato. Esso ha come effetto che in alcune specialità, quale la medicina di urgenza, i posti disponibili rimangano vacanti per più della metà. Il contenzioso, inoltre, provoca il fenomeno della medicina difensiva, che costa allo stato 13 miliardi l'anno, sottraendo preziose risorse al sistema sanitario nazionale. Che statisticamente, poi, le cause contro i sanitari si risolvono con il 95 per cento di assoluzioni, è un altro discorso.

 Per ovviare alla considerevole penuria di medici, negli ultimi due anni le borse di specialità sono state considerevolmente aumentate di numero, ma gli effetti benefici di questo incremento si vedranno solo fra 4-5 anni, quando saranno disponibili gli specialisti che hanno ora iniziato i corsi di studio. Nel frattempo molti concorsi ospedalieri sono semideserti e si ricorre a medici stranieri, bulgari, albanesi ed anche cubani, per sopperire alle carenze di personale medico. Si potrebbe facilmente ironizzare che i medici provenienti dall'isola caraibica e quindi, tra virgolette, “comunisti”, vengano ingaggiati da una regione, la Calabria, governata dalla Destra. Ma noi siamo di visione più ampia ed abbiamo come primo obiettivo la salute della popolazione. Quindi appare indispensabile l'opera dei medici pensionati, ed a partita iva, i quali, con spirito di sacrificio, si mettono ancora al servizio del SSN, in situazioni faticose e difficoltose. Lo hanno capito i governatori di Veneto e Calabria, che li retribuiscono, tra l 'altro , generosamente. Spero che lo intuiscano i nostri esponenti locali di Fratelli d' Italia, nonché alcuni dell'opposizione con i quali ho dovuto polemizzare anche in consiglio comunale, nel momento in cui esponevano le stesse obsolete e disinformate tesi sostenute dall’ avvocato Gabriele Picano.

Con queste premesse temo che gli ospedali laziali non godrebbero di buona salute se, malauguratamente, costoro dovessero vincere la prossima contesa elettorale regionale.
Ma confido nel fatto che i cittadini si ricorderanno della ottima gestione della Sanità da parte dell'assessore D 'Amato, che ha contrastato efficacemente la pandemia e contribuito a risanare i conti, devastati in precedenza dalla disastrosa gestione della Destra”.

*consigliere comunale del Pd e presidente del circolo dem di Cassino

                                                                                  





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