Quei 50 anni di "mamma Fiat" festeggiati senza i vertici di Stellantis

Quei 50 anni di "mamma Fiat" festeggiati senza i vertici di Stellantis
di autore Mario Costa - Pubblicato: 18-10-2022 00:00

OPINIONI - L'assenza all’appuntamento di sabato pomeriggio, pur se ovattata, si è sentita parecchio. Ma il territorio prova a non arrendersi: al sindaco Salera è andato l’appello ad attivarsi per un consiglio straordinario regionale da tenersi a Cassino, così come avvenne nel dicembre del lontano 1974. Il prof. Costa: "Dal 1972 tanti 'metalmezzadri', come vennero marchiati con un neologismo giornalistico, hanno potuto orgogliosamente mantenere gli studi ai loro figli e farne degli affermati professionisti"

di Mario Costa

Ha fatto le cose per bene Gioacchino Ferdinandi. La ricorrenza dei 50 anni dell’insediamento dello stabilimento Fiat nel suo Comune non poteva passare sotto silenzio ma andava ricordata, per non dire “celebrata”, nella maniera giusta. Così come si doveva ad una scelta di politica industriale “rivoluzionaria” che, pur tra le iniziali incomprensioni di parecchi, nel 1972 da queste parti segnò la data d’inizio del passaggio da una economia del territorio prevalentemente agricola ad industriale appunto. Una data che ha marcato cambiamenti significativi nella vita e nella economia di Piedimonte San Germano certamente, ma anche in quella del territorio del Lazio Meridionale e dell’intera provincia di Frosinone.

Non c’è Comune, è stato ricordato, che non abbia avuto almeno un proprio cittadino chiamato a lavorare in quella fabbrica metalmeccanica che si chiamava Fiat. Ora Stellantis, parola latina dal roboante significato: “Essere illuminato di stelle”. Ma che tanti da queste parti continuano a chiamare Fiat, “Mamma Fiat”, grazie alla quale molti di quelli che ci hanno lavorato, tanti “metalmezzadri” come vennero marchiati con un neologismo giornalistico, hanno potuto orgogliosamente mantenere gli studi ai loro figli e farne degli affermati professionisti.

Ha fatto le cose per bene, dicevamo, il sindaco Ferdinandi, insieme alla sua amministrazione e, aggiungiamo, opposizione, chiamando a Piedimonte in un consiglio comunale aperto, nella sala “Bruna Bellavista”, indimenticata illustre concittadina, in primis i sindaci di Frosinone (Mastrangeli), di Cassino (Salera), di Maranello (Luigi Zironi), i colleghi della provincia di Frosinone e di Latina, parlamentari, consiglieri regionali, il consiglio provinciale, rappresentato dall’avv. Gino Ranaldi, autorità militari e religiose, i segretari delle organizzazioni sindacali, il consorzio industriale del Lazio, per finire ai presidenti delle associazioni motoristiche e agli operatori economici.

Sono stati richiamati i tanti aspetti positivi della calata della Fiat da Torino, senza nascondere momenti drammatici del passato e tante problematiche con le quali si son dovuti fare (e si dovranno fare) i conti. Il primo cittadino di Piedimonte non ha nascosto la difficile, per molti aspetti preoccupante, situazione attuale. “Lo scopo del nostro incontro di oggi – ha detto subito – non è solo quello di celebrare un anniversario. Ma soprattutto di delineare una prospettiva. Abbiamo qui un grande patrimonio che dobbiamo saper tutelare, senza tralasciare nulla di ciò che ci compete”. Il pensiero in questo passaggio del suo intervento deve essere andato alla dirigenza di Stellantis la cui assenza all’appuntamento di sabato pomeriggio, pur se ovattata, si è sentita parecchio.

La politica, comunque deve fare (e fare bene) ciò che ad essa compete. Come, ad esempio, saper unire le forze, per concretizzare la proposta di quell’infrastruttura tra area industriale, Roccasecca, Fondi, illustrata nelle linee generali ed auspicata da tanti nei loro interventi. Al sindaco di Cassino è andato l’appello (raccolto anche da altri) ad attivarsi per un consiglio straordinario regionale da tenersi a Cassino, così come avvenne nel dicembre del lontano 1974. Salera, com’è suo costume, ha lasciato intendere che non si tirerà certo indietro rispetto al compito. Nel suo appassionato intervento ha ricordato la storica utilitaria “Fiat.126”, primo prodotto confezionato alla catena di montaggio che diede inizio a “quel grande sviluppo”. “Uno tsunami economico”, lo ha definito.

Ha rimarcato anch’egli come molti professionisti sono diventati tali grazie ai genitori che, lavorando in Fiat, li hanno potuti mantenere agli studi. Non ha nascosto come lo sviluppo economico comporti anche infiltrazioni criminali, sia piccole che grandi. “Ma il nostro territorio ha saputo resistere, ha saputo difendersi. Dobbiamo ora guardare con favore e con fiducia alle trasformazioni in atto – ha aggiunto - dobbiamo saper guardare al futuro. Dalle crisi a volte nascono grandi crescite. Tutti insieme dobbiamo fare squadra e superare questo momento difficile”.

Si uscirà dalla attuale crisi dell’auto e si porterà qui, da noi, ancora nuovo sviluppo? E’ un interrogativo cui si accompagnano timori e speranze; è stato sabato pomeriggio l’interrogativo preminente, all’ordine del giorno, nella mente di quelli - e sono stati tanti – che non hanno disertato l’importante appuntamento, consapevoli della necessità di esserci, di “fare squadra” in un momento delicato, assai delicato, della vita dello stabilimento del Cassinate e del futuro della sua gente.





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