Crisi dei microchip, nel primo semestre 39 giorni di stop in Fca

Crisi dei microchip, nel primo semestre 39 giorni di stop in Fca
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 04-07-2022 00:00

ECONOMIA - E' quanto emerge dal report illustrato oggi dalla Fim Cisl. Negli ultimi 5 anni lo stabilimento di cassino ha perso il 65% della produzione e oltre 1100 occupati. Domani sono out i reparti di lastratura e verniciatura. Caldo record in fabbrica: oggi gli operai hanno bloccato le linee. Sicurezza in fabbrica, il monito dei Cub [GUARDA LA TABELLA CON I NUMERI]

A causa della mancanza di materiale e in particolar modo dei semiconduttori, sono 182 i giorni lavorativi andati persi nei sette stabilimenti italiani del gruppo Stellantis. Tra quelli maggiormente in sofferenza c'è anche Cassino dove sono stati 39 i giorni di lavoro persi dal 1° gennaio al 30 giugno 2022. Questo quanto emerso dal report della Fim Cisl (guarda tabella in alto) illustrato stamane dal segretario nazionale Ferdinando Uliano.

Il leader dei metalmeccanici della Cisl, accendendo i riflettori su Cassino ha annotato: "La produzione nel I° semestre è di 26.310 unità che riscontra un incremento rispetto al 2021 del +14,6%. Un primo timido segnale positivo, ma che comunque risulta sotto del -8,2% al dato 2019 pre pandemia. Il vero raffronto con Cassino deve essere fatto con il 2017, dove le produzioni erano 2,7 volte in più (I° semestre 2017 n. 70.849).

Dal 2017 lo stabilimento continua a perdere volumi e occupazione. Si è perso oltre il 65% della produzione e oltre 1100 occupati. Nella produzione del I° semestre 2022, il 34% è rappresentato da Alfa Romeo Giulia e il 59% dall’Alfa Romeo Stelvio e il 7% dalla nuova Maserati Grecale. La produzione è stata condizionata da un continuo stop produttivo determinato dalla mancanza di semiconduttori, nei primi sei mesi sono state complessivamente 39 turni di lavoro, coperte in parte con CDS e con recuperi produttivi da effettuare.

Nei restanti giorni lavorativi comunque si è marciato a velocità ridotta con circa 150 lavoratori ogni giorno in ammortizzatore sociale. Le produzioni di Giulia e Stelvio, vengono svolte da tempo su un unico turno centrale. Nel corso del 2021 i fermi produttivi avevano raggiunto circa 92 giorni. Nel II° trimestre è partita la produzione del nuovo suv Maserati Grecale, in base a quanto affermato dal Ceo di Stellantis Carlos Tavares ha un livello di perfezione e qualità superiore ai concorrenti tedesche.

Con la partenza delle produzioni del nuovo SUV è fondamentale che nel 2022 si inverta la tendenza fortemente negativa dello stabilimento di Cassino, e per la FIM-CISL significa azzerare l’uso degli ammortizzatori sociali e costruire le condizioni per accogliere altre nuove vetture del segmento premium e del lusso. Durante la presentazione del Piano Stellantis, Cassino è stato descritto come la “Casa dell’Alfa Romeo”.

Potenzialmente è uno stabilimento con una capacità produttiva di circa 300.000 auto, quindi se la strategia è quella di quadruplicare i ricavi nel segmento premium e lusso (Maserati, Alfa Romeo, Ds e Lancia), come Fim-Cisl ci attendiamo nei prossimi incontri una nuova assegnazione. Con il Maserati Grecale approderà a Cassino anche la piattaforma premium con motorizzazione elettrica già nel 2023, in questi giorni si sono prodotte già le prime versioni ibride e avviati i corsi di formazione per il personale che produrranno per future versioni elettriche, che saranno poi sviluppate anche sugli altri due modelli di Alfa Romeo presenti nel Plant.

TEMEPERATURE RECORD IN FABBRICA

A proposito di senza lavoro, pochi minuti fa è giunta la comunicazione dalla direzione Stellantis che domani il reparto lastratura non lavorerà, quello della verniciatura sarà attivo al 30%. Gli operai di questi due settori saranno quindi impiegati nel fabbricato 2, alla catena di montaggio. Catena che questa mattina è rimasta ferma circa mezzora per la protesta di alcuni operai: quasi 40 tute rosse hanno lamentato il fatto di dover lavorare con un caldo eccessivo in quanto il raffrescamento non era stato attivato a partire dalle 5 così come aveva garantito la dirigenza aziendale dopo che già la settimana scorsa c’erano state lamentele in tal senso. I sindacati hanno chiesto di provvedere con dei  ventilatori ma solo a partire da domani ci saranno novità in tal senso: in mattinata, quindi, gli operai hanno abbandonato le linee dalle 8.30 alle 9.

In prima linea a difesa dei lavoratori si sono schierati Pierluigi De Filippis, Rls della Fiom e le Rsa del sindacato dei metalmeccanici della Cgil: Andrea Di Traglia, Roberta Palazzo e Grazia Di Giorgio. Tutti e 4 hanno chiesto alla dirigenza aziendale maggiore attenzione e la possibilità di dare ai lavoratori delle bottigliette d'acqua dal momento che le fontanelle interne sono state chiuse dal periodo del Covid e non sono più fruibili. L'azienda ha però negato tale possibilità e non ha gradito l'abbandono delle linee: che non si configura come uno sciopero ma è previsto dall'articolo 44 del decreto legislativo 81/08 quando si verificano condizioni per le quali è difficile poter proseguire l'attività lavorativa.

Sempre in mattinata si è verificato un incidente nello stabilimento e un operaio è rimasto ferito. Le reazioni sindacali non sono tardate ad arrivare. "Da anni la FLMU-Cub - si legge in una nota diramata dal sindacato di base - denuncia con lettere e comunicati le carenza di sicurezza e le condizioni igienico-sanitarie in cui versa l’azienda. Siamo l’unico sindacato che coinvolge e chiede interventi da parte degli enti ispettivi preposti".





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