ECONOMIA - Il sindacato non condivide il documento firmato da Cgil, Cisl e Uli. Ecco perché
"Panorama ha minacciato i lavoratori in maniera non molto velata di trasferimenti a centinaia di chilometri di distanza, a meno che non venga firmata una cassa integrazione/ contratto di solidarietà a proprio uso e consumo, che prevede l’esclusione di Capi Reparto e operatori specializzati. Al termine di un ipotetico lungo lavoro di trattativa al tavolo ministeriale, il 15 giugno 2022 viene firmata da CGII, CISL e UIL una intesa sul contratto di solidarietà".
A parlare è il segretario provinciale della Cisal di Frosinone Raniero Zinoni, dopo che Panorama ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 21 addetti all'ipermercato di Cassino.
Spiega Zinoni: "Tutto bene ciò che finisce bene direbbe un vecchio adagio, ma nemmeno per sogno: la farsa continua. 1) Manca un piano strutturale serio a Panorama Cassino sul
futuro dell'ipermercato e su quello dei lavoratori e delle lavoratrici; 2) Stranamente i numeri riportati sulle tabelle presentate al Ministero del Lavoro non tornano e alcuni lavoratori e lavoratrici dell'ipermercato di Cassino, in particolare Capi Reparto, risultano già demansionati ma ad oggi non ci sono lettere di demansionamento ai sensi di legge; 3) 30 lavoratori si troveranno a vivere con redditi da fame inferiori al Reddito di Cittadinanza, o in alternativa a scegliere (sotto ricatto) un incentivo per andare via".
E ancora, prosegue il sindacalista: "Ancora una volta confederali decidono di fare da stampella ad una azienda concedendo un altro anno di soldi pubblici, che porteranno i lavoratori in un vicolo cieco! Come CISAL riteniamo che il ruolo del sindacato non sia quello di assecondare richieste aziendali insensate, bensì quello di rendere consapevoli i lavoratori sui propri diritti,
e guidare i processi di trasformazione indispensabili per reggere il mercato in modo equo e responsabile".
Conclude il segretario: "La CISAL non è mai stata e non sarà mai antagonista delle aziende sane e virtuose che si adoperano per una sana occupazione, ma non concederà nulla a chi sfruttando le esigue risorse per il sostegno ai lavoratori, dal 2016 ne fa un abuso non giustificato. I lavoratori hanno il diritto di pretendere dall'azienda chiarezza sul futuro della sede di Cassino e hanno il dovere di pretendere da chi li rappresenta di ottemperare ad una politica di salvaguardia dei salari e delle regole contrattuali ed aziendali. Non si possono firmare accordi alla cieca, si deve pretendere chiarezza sul futuro: quale organizzazione, quali dimensioni e in quanto tempo; domande che necessitano di risposte adeguate se si crede che ci sia un futuro".
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