"A distanza di trenta anni abbiamo il dovere di rinnovare l’esempio di chi, per la Legalità, sacrificò la propria vita"

"A distanza di trenta anni abbiamo il dovere di rinnovare l’esempio di chi, per la Legalità, sacrificò la propria vita"
di autore Redazione - Pubblicato: 23-05-2022 00:00

L'ANNIVERSARIO - Questa mattina il sindaco Salera ha preso parte alla cerimonia nella villa comunale di Cassino per ricordare la strage di Capaci. L'evento è stato organizzato dall'associazione "Cassino Città per la Pace"

Nel suo intervento alla Villa Comunale nella cerimonia a ricordo della strage di Capaci, questa mattina, il sindaco di Cassino, Enzo Salera, ha sostenuto come a distanza di trenta anni da quel terribile gesto mafioso, che il 23 maggio ’92 sconvolse l’Italia e le nostre coscienze, abbiamo il dovere di rinnovare e rilanciare il più lontano possibile l’esempio di chi, per l’affermazione della Legalità nel nostro Stato democratico e nella dura lotta alla Mafia, sacrificò la propria vita.

“Quando noi, 10 anni fa – ha detto il primo cittadino - decidemmo di intitolare gli spazi all’interno della villa comunale alle vittime delle stragi di Mafia a Falcone e Borsellino e agli uomini e alle donne delle scorte, ricordammo che esse segnarono un punto drammatico della Storia d’Italia. Ma anche un momento di svolta perché quegli eventi fecero sollevare la coscienza civile dell’intero Paese.

Anche se poi, purtroppo, ce ne furono altre, di fronte alla consapevolezza del pericolo e del dovere, si diffuse una energia positiva spinse la classe dirigente ad attivare una energica lotta alla Mafia e, più in generale, all’illegalità. Il senso di commemorazioni tenute a Cassino in questi giorni alla presenza delle autorità civili e militari, ed alla presenza degli studenti, attraverso il rinnovo del ricordo, è quello di far sì che le nuove generazioni, i nostri figli possano assorbire ed essere al contempo vettori di una sempre più solida cultura della legalità. Il senso civico, il rispetto delle regole, sono semi che vanno piantati durante la prima formazione dei nostri giovani, che avranno il compito di coltivare tali valori e diffonderli”.

“Oggi, come e più di ieri – ha concluso Salera - è necessario tramandare quel messaggio coraggioso di lotta civica, di legalità, di senso del dovere, di cui furono autori Falcone, Borsellino, ma anche tutti coloro che, dietro una divisa, una toga, dalle colonne di un giornale, dietro una scrivania o nelle strade delle nostre Città, contribuirono a rendere migliore il nostro Paese”.

Nel successivo intervento tenuto dal Sindaco nell’aula della corte d’Assise del Tribunale il filo conduttore è stato sempre lo stesso. Quello cioè della educazione permanente dei giovani alla legalità anche attraverso esempi virtuosi di uomini dello Stato, magistrati, esponenti politici e forze dell’ordine vittime nell’adempimento del proprio dovere. Salera ha ricordato come la cultura della legalità alla fine vince, perché “lo Stato è più forte della mafia e della criminalità organizzata. Così come ha dimostrato di essere più forte del terrorismo”. Ed ha concluso con questa secca affermazione: “E’ la cultura che vince contro la barbarie”.

Si ricorda che domenica sera, presente tra gli altri la consigliera regionale Marta Bonafoni, nell’ambito della “Giornata nazionale della Legalità”, nella piazza dei murales, retrostante il palazzo comunale, è stato presentato il libro “La Quinta Mafia” di Marco Omizzolo, sociologo, ricercatore Eurispes. Subito dopo è stato proiettato il film “La mafia uccide solo d’estate”.

In piazza Labriola, nello spazio del giardino “Peppino Impastato” si è proceduto allo scoprimento di una targa realizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Su di Tono”, sulla quale si legge: “La mafia uccide, il silenzio pure”.





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