Vigili precari, il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar

Vigili precari, il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 14-02-2022 00:00

IL FATTO - I giudici del Tribunale amministrativo accolgono l'appello degli ex agenti. Il Comune condannato a pagare le spese processuali, ma non ad assumere i ricorrenti. Ecco ora cosa succede

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar e accoglie il ricorso degli ex agenti precari del Comune di Cassino. L'Ente di piazza De Gasperi è stato condannato a pagare le spese processuali per un ammontare di 6.000 euro (2.500 euro per il primo grado e 3.500 euro per il secondo grado). Così hanno stabilito i giudici del tribunale amministrativo riuniti nella Camera di Consiglio presieduta dal magistrato Luciano Barra Caracciolo.

Ricapitoliamo: nel 2012, con il sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, il Comune di Cassino assumeva quattro vigili stagionali, rimasti in servizio per circa tre anni: fino al 2015. Da allora nessuna amministrazione ha più provveduto alla stabilizzazione degli agenti.

Non appena Enzo Salera si è insediato ha iniziato a ricevere il pressing. Diffide degli avvocati e interrogazioni di consiglieri di minoranza a cui non hanno mai fatto seguito però atti formali da parte dei legali di tre di quei quattro ex agenti (uno di loro non ha ingaggiato la battaglia).

“In tre anni questa stabilizzazione non è mai stata fatta. Sono pervenute nei mesi scorsi le diffide degli avvocati dei tre ex agenti che ci intimavano di non procedere con i concorsi prima della stabilizzazione ma alle diffide non ha mai fatto seguito nulla: evidentemente sanno benissimo che non siamo obbligati a stabilizzarli” dichiarava a Ciociaria Oggi il sindaco Salera il 25 maggio del 2020: non era una data a caso: aveva appena presentato il piano di fabbisogno del personale che prevede l’assunzione di sei nuovi vigili e non la stabilizzazione dei vigili precari.

Il 15 marzo del 2021 c'è stato quindi il pronunciamento definitivo da parte del Tar del Lazio che aveva dato ragione al Comune. Gli ex agenti hanno impugnato quella sentenza e si sono appellati al Consiglio di Stato. A distanza di quasi un anno dalla sentenza del Tar, il Consiglio di Stato accoglie l'appello.

Cosa succede adesso? Il Comune dovrà pagare le spese processuali, intanto. Questa è una certezza. E dovrà anche rivedere la delibera del piano del fabbisogno del personale ma da una prima lettura sembra non sia obbligato ad assumere i ricorrenti in quanto proprio nel dispositivo si legge che "con ciò non si intende affermare la sussistenza, in capo agli istanti, dei requisiti richiesti dalla legge per l'assunzione a tempo indeterminato, poiché la relativa verifica è riservata all'amministrazione nell'ambito dell'apposita procedura di reclutamento speciale del personale precario, se ed in quanto l'ente locale deliberi di accedervi".

Il sindaco Salera dal canto suo ribadisce: "Nei prossimi giorni ci confronteremo con il legale per capire come procede, quel che è certo è che non si riconosce il diritto all'assunzione dei ricorrenti".





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