Trasporto merci e logistica, alla Ciociaria manca un piano serio

Trasporto merci e logistica, alla Ciociaria manca un piano serio
di autore Redazione - Pubblicato: 20-01-2022 00:00

L'INTERVISTA - A tu per tu con il dott. Paliotta: "Alla provincia di Frosinone Manca un piano serio e le ricette proposte sono sconnesse dalla realtà economica e relative evoluzioni. In ambito logistico il Lazio presenta elementi interessanti, ma anche criticità"

Dott Paliotta, come valuta la situazione attuale della nostra provincia nel settore logistica e trasporto merci?

Manca un piano serio e le ricette proposte sono sconnesse dalla realtà economica e relative evoluzioni.

ll Coronavirus ha colpito praticamente  l’intero pianeta, modificando gli stili di vita dei popoli e le relative connessioni sia con le industrie di produzione che con il mondo dei servizi, e in particolare, con quello dei trasporti.

A causa del blocco delle produzioni industriali, della riduzione degli autisti disponibili e della minore presenza dei vettori stranieri nel traffico internazionale, l’autotrasporto, notoriamente dominante nell’economia italiana, ha registrato flessioni nell’ordine del 30% medio .

Il trasporto intermodale ferroviario, pur risentendo anch’esso delle sopravvenute limitazioni di mercato, ha dimostrato invece una insolita vitalità, dovuta all’indiscutibile vantaggio di poter trasportare enormi quantità di merce con poche persone.

Infatti, mentre per far  viaggiare una partita di 34 semirimorchi occorrono su strada 34 motrici e 34 autisti, per trasportare lo stesso carico via treno bastano uno o due macchinisti (due assurdamente solo in Italia) e un numero assai esiguo di addetti alla linea e alla circolazione.

Viviamo in un momento storico in cui i committenti di trasporto merci sono alla ricerca di soluzioni che minimizzino l’impatto dei trasporti sull’ambiente, e dove le infrastrutture ferroviarie e la logistica assumeranno sempre più ruoli da protagoniste.

La nuova mobilità che verrà con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza passa anche per  l’intermodalita’ nel trasporto merci, capace di abbattere del 90% l’emissione di CO2, in ambito del Green Deal.

Quali sono quindi le sfide e le opportunità nella Logistica e Trasporto Merci del Lazio?

In ambito logistico e trasporto merci il Lazio presenta elementi interessanti, ma anche criticita’.

Fattori demografici ,  economici ed industriali  fanno  del Lazio una delle realta’ più importanti d'Italia . Una forte polarizzazione con 3/4 della popolazione della regione attorno a Roma, dove risiedono 8 imprese su 10. La maggior parte degli scambi commerciali internazionali del Lazio avviene con paesi europei,  quindi con una percorrenza terrestre lunga a forte vocazione intemodale.

La scarsa  dotazione infrastrutturale stradale e ferroviaria del Lazio e’ la vera criticita’..

Se da un lato occorre sviluppare soluzioni intermodali per i 2/3 degli scambi import /export, dall’altro occorre trasferire dalla strada alla ferrovia almeno un quarto degli scambi intensi scambi commerciali di merce interregionale del Lazio, quelli con percorrenza superiore 500 km : se riusciremo a fare questo potremmo portare la percentuale di traffico merci ferroviario del Lazio dall’attuale 4% al 15%. . E in un momento in cui il cost dell’ autotrasporto e’ scatenato dal barile a quasi 87 dollari, quotazione record negli ultimi 7 anni, pari a un maggiore costo di 7 miliardi l’anno l’intermodale e’ l’ unica soluzione possibile.

Quali soluzioni vede come prioritarie per dare al Lazio un riequilibrio modale nel settore merci?

Sono due gli strumenti fondamentali per fare in modo che anche nel Lazio il trasporto merci ferroviario sia competitivo rispetto al trasporto su camion

  • Da un lato adeguare le infrastrutture ferroviarie per fare i treni che siano i più produttivi possibili, quindi  treni piu’ lunghi e pesanti, con un'adeguata sicurezza operativa
  • Dall’altro dobbiamo riuscire a fare in modo che ci sia la capacità per quadruplicare i pochi treni che stiamo facendo oggi

Occorre quindi dotare il Lazio di una serie di terminal intermodali adeguatamente connessi alla rete viaria e ferroviaria, con una capacita’ produttiva sufficiente e  con una efficienza operativa che  permetta al sistema di trasporto merci ferroviario di essere competitivo .

Tra le  priorità di sicuro troviamo un  potenziamento  del terminal di Pomezia come anche  il terminal di Roma Smistamento, così da avere Roma servita da un terminal a nord ed uno a sud. In parallelo occorrera’ prevedere il potenziamento dei nodi di Frosinone e di Latina.

Purtroppo ne’ il PNRR ne il Governo hanno stanziato le risorse economico finanziarie necessarie per realizzare questo piano infrastrutturale.

Entra quindi in gioco il ruolo della Regione che dovra’ adoperarsi per  questi investimenti  al fine di dotarsi di una logistica sostenibile per i propri abitanti  e che dia  competitivita’ al proprio sistema produttivo.

Esistono per le merci dei best cases intermodali nel Lazio ?

Certamente. Non si puo’ prescindere da quella che viene denominata  rete TEN-T.

Un network che mira a creare uno spazio unico europeo dei trasporti basato su un’unica rete transeuropea completa, integrata e multimodale tra trasporto terrestre, marittimo e aereo, che comprenda e colleghi tutti gli stati membri dell’UE in maniera intermodale ed interoperabile.

Un best case e’ di certo la positiva esperienza del servizio multimodale door to door attivato nel 2009 presso l’hub di Pomezia che oggi vanta un network di tutto rispetto collegando il sud pontino con  Germania, Olanda ed est Europa (via Milano Duisburg) e Francia , Belgio, UK (via Milano – Parigi/Gent) e che si avvale poi di collaborazioni con i grandi player rail della Via della Seta per i collegamenti Italia-Cina via Europa.

(I  terminal multimodali di Duisburg e Gent: il Nord Europa e’ avanti di 30 anni nelle soluzioni logistiche)

Il servizio è dedicato a grandi clienti industriali , spedizionieri , colossi dell’ e- commerce che coraggiosamente hanno sposato una soluzione green chiedendo la gestione diretta di tutti gli anelli della catena logistica.
Cio’ ha reso possibile uno shift modale negli ultimi 10 anni quantificabile in 500.000 mezzi pesanti tolti dalla strada tramite servizi intermodali , generando un enorme abbattimento delle esternalità negative derivanti dal trasporto stradale, come incidenti, morti, feriti, qualita’ della mobilità, usura e manutenzione delle infrastrutture, inquinamento dell’aria ( meno CO2), bassa competitivita’ dei prodotti.

Questo modello e’ facilmente replicabile in provincia di Frosinone ?

 Si ma solo superando le divisioni registrate finora tra gli attori coinvolti. Non vi e’ dubbio sul fatto che il mancato sviluppo di soluzioni logistiche intermodali abbia reso meno competitivo il sistema produttivo della provincia. Soluzioni green come quella intermodale, in coerenza con gli obiettivi di riequilibrio modale fissati nel Next Generation EU, sono l’unica via di uscita per coniugare sviluppo economico a sostenibilita’ ambientale.

La Ciociaria , sempre sull’onda del PNRR, deve simultaneamente individuare  i  distretti economici  da sviluppare e su cui basare la propria rinascita e gli hub  intermodali da utilizzare , connetterli ai grandi corridoi multimodali fissati denominati TEN-T, con i fondi previsti , consentendo ai suindicati distretti un facile accesso ai mercati esteri , rendendo le aziende piu’ competitive e creando allo stesso tempo occupazione.

 ( Le reti TEN-T)





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