Terza dose e antinfluenzale: tutto quello che c'è da sapere

Terza dose e antinfluenzale: tutto quello che c'è da sapere

RUBRICHE - L'approfondimento settimanale a cura di Angelo Franchitto

di Angelo Franchitto

Mentre andiamo verso la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid per i soggetti con sistema immunitario compromesso e gli anziani, dobbiamo pensare anche all’annuale campagna vaccinale antinfluenzale 2021-2022. Tradizionalmente i medici raccomandano il vaccino contro l’influenza ai bambini, le persone fragili e gli anziani. Dunque, quest’anno le campagne vaccinali, contro l’influenza e contro il Covid-19 coincideranno.

Soprattutto bisogna rispondere ai dubbi che tanti cittadini hanno sulla sicurezza, i rischi e i possibili effetti collaterali causati dalle due iniezioni fatte a distanza ravvicinata. Intanto, il Ministero della Salute raccomanda che tutti coloro che annualmente fanno il vaccino antinfluenzale di rispettare anche questa campagna vaccinale.

Inoltre, sempre Ministero assicura che il vaccino contro l’influenza non cambia. Come ogni anno si fa presso il proprio medico o pediatra di famiglia oppure presso gli ambulatori vaccinali della Asl. Mentre, l’unico cambiamento in programma è la possibilità di essere vaccinati anche in farmacia direttamente dal farmacista.

In questo caso, possono fare il vaccino in farmacia sia le persone che hanno diritto al vaccino gratuito, parliamo degli over 65, dei soggetti con patologie gravi, delle donne in gravidanza, degli addetti ai servizi pubblici essenziali. Ma, anche tutti gli altri possono accedere, purché maggiorenni. Certamente, quest’anno c’è anche la campagna vaccinale che prevede la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid.

La campagna è iniziata il 20 settembre, a meno di un mese di distanza dall’avvio della campagna vaccinale influenzale. Insomma, il rischio è quello di dover fare due iniezioni ravvicinate. Questo crea dei dubbi da parte dei cittadini. Intanto, tra gli esperti, un’ipotesi allo studio è quella di unire i due vaccini in un unico vaccino bivalente.

Cioè trovare il modo di avere un vaccino unico che serva da richiamo contro il Covid e come protezione dal virus dell’influenza. Questo tipo di studio è quello che stanno sviluppando nei loro laboratori, i ricercatori di Moderna.

Sicuramente, avere un vaccino monodose risulterebbe vantaggioso per diverse ragioni. Prima di tutto, da un punto di vista economico e organizzativo. Questa è l’idea del prof. Fabrizio Pregliasco, docente all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi.

Si tratterebbe di un vantaggio soprattutto per le categorie cui è raccomandato proteggersi dall’influenza. Si parla in particolare di over 60 e soggetti fragili. Mentre, per tutti gli altri potrebbe rappresentare un incentivo ad avere una copertura immunitaria più ampia. Ma stiamo sempre parlando di una semplice ipotesi. Un’idea sulla quale si lavora. Ma, in alternativa, nel caso invece dovessimo usare due vaccini cosa cambia?

In questo caso, il suggerimento medico è che vengano somministrati separatamente. Dunque, è bene aspettare almeno un paio di settimane tra una dose e l’altra. Tuttavia, bisogna sempre ricordare che, ad oggi sono necessari entrambe i vaccini.

Soprattutto per le categorie più fragili. Ma dobbiamo sempre fare molta attenzione alla formazione di nuove varianti del Coronavirus. Sarebbero proprio quelle a rendere il vaccino inefficace. Purtroppo, sappiamo bene che, produrre vaccini contro le nuove varianti richiede tempo e, probabilmente, la necessità di una nuova vaccinazione di massa.

Tutto ciò serve per spiegare meglio e con semplicità quanto potrebbe essere d’aiuto un vaccino universale in grado di intercettare più tipi di Coronavirus. Un vaccino che punti al cuore della proteina spike invece che alla testa.

Questo, però, non vuol dire che si può pensare di avere un vaccino universale contro il Coronavirus in tempi brevi. Infatti, basti pensare che il vaccino anti influenzale viene fatto sulla base di virus che vengono raccolti e isolati nella stagione precedente. Proprio per questo, la sua efficacia dipende dalla corrispondenza tra i virus che contiene e quelli che effettivamente circolano. Ogni anno, il rischio è che i virus non siano gli stessi.

Nel caso fortuito, dovesse essere scoperto un vaccino jolly contro i Coronavirus, parleremmo di un tipo di preparato unico e che ha caratteristiche universali. Senza dimenticare che, anche per il vaccino contro l’influenza si sta tentando di trovare una soluzione universale. Quindi non possiamo illuderci di avere in poco tempo delle scappatoie.

Sicuramente, si tratta di uno studio che già è in atto e per il quale siamo in attesa di riscontro. Intanto, parte in Italia la vaccinazione congiunta anti-Covid e antinfluenzale. Da Giovedì 7 ottobre, è il Lazio la prima Regione ad avviare la doppia immunizzazione nella stessa seduta.

Grazie alla circolare del Ministero della Salute viene autorizzata la doppia vaccinazione per il Covid e per l’influenza. A seguire, anche altre Regioni iniziano a somministrare entrambe le dosi nella stessa seduta. Dunque, le dosi anti-Covid e quelle antinfluenzali possono essere ricevute dai pazienti nella stessa seduta.

Questo è quello che dichiara il Ministero della Salute. Medici di famiglia e farmacisti seguono le direttive ministeriali. Ad ogni modo, resta la possibilità di separare le due iniezioni nel caso in cui uno dei due vaccini non sia disponibile al momento della somministrazione.





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