George Sand: la femminista che stregò Chopin

George Sand: la femminista che stregò Chopin

RUBRICHE - Nonostante la fama che li legò, l’uno in ambito musicale e l’altra in quello letterario, viene ricordato solo il maestro e la sua musica mentre sull'intrigante Aurore, nascosta dietro una cravatta e il fumo di una pipa, nemmeno l’ombra. Torna l'appuntamento domenicale con Centrifugamente Vanessa

<strong>Vanessa Carnevale</strong>
Vanessa Carnevale

“Metti da parte il libro, la tradizione, l'autorità, e prendi la strada per scoprire te stesso.”
Jiddu Krishnamurti

Siamo in tanti a conoscere il celebre compositore polacco Fryderyk Chopin, che raggiunse l'apice del successo durante il periodo romantico e che spesso viene ricordato con l’appellativo “poeta del pianoforte”, o ancora “genio poetico”. Il maestro, morto di tubercolosi alla soglia dei 40 anni, è una pietra miliare della musica classica europea e, nonostante le recenti biografie riferiscano la sua omosessualità, nell’autunno del 1838 egli si invaghi di una donna decisamente particolare: George Sand.

Ebbene, già il nome ci induce a pensare si tratti di un uomo, eppure è proprio cosi che si faceva chiamare la giovane femminista Aurore Dupin, celebre scrittrice e drammaturga francese rimasta nell’ombra e attualmente conosciuta da pochi. Quest’oggi la riporto in vita e, nel presentarla, riporterei volentieri ciò che altri artisti scrissero di lei: “Madame Sand era piuttosto bassa di statura e i suoi abiti da uomo, che indossava con spigliatezza e non senza un certo vezzo virile, la facevano apparire ancora più bassa (…).

I suoi occhi, neri come i capelli, avevano nella loro bellezza qualcosa di molto strano. Sembravano vedere senza guardare e non si lasciavano penetrare: una imperturbabilità inquietante, una freddezza simile a quella dell’antica sfinge.” Quando si incontrano nella romantica Parigi il suo sguardo si focalizza molto su Chopin e resta colpita profondamente, oltre che dal talento, anche dalla sua apparente fragilità. Dal canto suo Fryderyk si sorprese a contemplare la “fumatrice di sigari” (il perché ve lo lascio presagire), chiedendosi se quel fumo che l’avvolgeva non fosse alla fine una maschera dietro la quale nascondeva la timidezza e la femminilità.

A proposito del loro incontro, Chopin scrive il 10 ottobre 1838 nel suo diario: “Lei era appoggiata al pianoforte, e il suo sguardo ardente come brace era su di me. La mia anima aveva trovato un porto. Mi prese una sorta di languore, nondimeno mi ritirai dal pianoforte con soggezione. L’ho rivista in seguito altre volte nel suo salotto, con persone dell’aristocrazia francese. Poi un’altra volta che si trovava sola. Mi ama, Aurora è un nome magico.

La notte è sparita”. Frédéric Chopin con queste parole sottolinea l’orgoglio di essere oggetto non solo del desiderio, ma anche delle attenzioni e delle tenerezze di una donna che, a Parigi, era considerata già allora una celebrità. La loro storia dura ben 8 anni, durante i quali il maestro componeva e la nostra signora Sand scriveva, ambedue colpiti dal fascino della natura e dalla quiete che li avvolgeva, soprattutto durante il soggiorno presso la Certosa di Valldemosa.

Dopo la morte di Chopin la sua musa scrisse testuali parole: “il genio di Chopin è il più profondo e il più intenso di sentimenti ed emozioni, che sia mai esistito. Ha fatto parlare a un solo strumento – il pianoforte – il linguaggio dell’infinito. Spesso è riuscito a esprimere in dieci righe e in poche note (che anche un bambino potrebbe suonare) poemi di una immensa spiritualità, drammi di un'energia senza pari”. A Maiorca, malato, ha fatto della musica che adorava il paradiso”. 

Eppure, nonostante la fama che li legò (l’uno in ambito musicale e l’altra in quello letterario), viene ricordato solo il maestro Chopin e la sua musica mentre sull'intrigante Aurore, nascosta dietro una cravatta e il fumo di una pipa, nemmeno l’ombra.  Se il grande Fryderyk fosse ancora qui sicuramente parlerebbe di lei, perché non farlo noi al suo posto? Diamo voce a questa donna, riscopriamo la sua bravura, non sono esistiti solo geni in passato ma anche GENIE.





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