Psicologia del capello: ad ognuno il suo perché

Psicologia del capello: ad ognuno il suo perché

RUBRICHE - Torna l'appuntamento domenicale con Centrifuga(M)ente Vanessa. Sin dall’antichità il capello aveva una connotazione particolare, basti pensare alla famosa chioma di Sansone: strettamente legata alla virilità e al legame con Dio. E voi? Di che chioma siete fatti/e?

<strong>Vanessa Carnevale</strong>
Vanessa Carnevale

“Metti da parte il libro, la tradizione, l'autorità, e prendi la strada per scoprire te stesso.”
Jiddu Krishnamurti

Nel corso degli anni l’essere umano ha sviluppato un forte interesse per l’estetica sotto ogni punto di vista: abbigliamento, definizione fisica, piani alimentari equilibrati, igiene, moda e tagli particolari. Questo soprattutto grazie ai numerosi benefici apportati, sia sul versante fisico che su quello psicologico, da tutti questi fattori. Premettendo che ho intenzione di approfondire (negli articoli a venire) queste numerose variabili, ci terrei quest’oggi a spostare il focus sul tema “capelli”, perché è sempre stato un argomento molto stimolante.

Dal canto mio non nego che, sin da piccola, mi divertivo ad osservare le diverse acconciature nelle riviste di moda e mi piaceva terribilmente osservare il modo in cui i fotografi indirizzavano i loro scatti sul volto di queste modelle meravigliose, che era sempre incorniciato da chiome folte o acconciature particolari.

Oltre ad essere un mio punto debole devo ammettere che non sono la sola a nutrire questo interesse, è noto infatti che sin dall’antichità il capello aveva una connotazione particolare, basti pensare alla famosa chioma di Sansone: strettamente legata alla virilità e al legame con Dio. Di contro la successiva rasatura che l’eroe subisce va a delineare un allontanamento dalla luce divina. Anche a livello psicologico il capello ha vari connotati ed è risaputo che, il più delle volte, quando una donna decide di dare una svolta alla sua vita inizia proprio dalla chioma. Gli studi che abbiamo in materia riportano che:

  • La pettinatura casuale, spettinata, un pochino trascurata è sinonimo di confusione d’idee, come le studentesse mentre studiano un esame si appuntano i capelli alla rinfusa.
  • Le pettinature che tirano indietro i capelli sono sinonimo d’intelligenza, lasciano la fronte scoperta, una fronte che ferve di pensieri.
  • La pettinatura stravagante è un simbolo di affermazione personale, la persona si dà il diritto di esistere, di essere riconosciuto in mezzo agli altri.
  • La riga: non solo serve a tenere in ordine i capelli, ma sta ad indicare un atteggiamento nei confronti della vita, che si può dedurre dal modo in cui viene tracciata.
  • Riga a destra: gusto dell’ordine, della discrezione, desiderio di anonimato.
  • Riga in mezzo: testardaggine, profonde capacità intellettuali, carattere chiuso e a volte preoccupato di rimanere inosservato.
  • Riga a sinistra segnala invece un carattere retto, leale, fiducioso negli altri, anche se testardo nelle proprie decisioni, e, a volte, facilmente suggestionabile.
  • Tenere sempre lo stesso taglio può indicare armonia con sé stessi.
  • Un cambio radicale di pettinatura o di immagine, rivela il tentativo di modificare il modo in cui ci si vede.

 Io personalmente nutro un amore particolare per le trecce, legame indissolubile con la mia infanzia (dal momento che mia nonna ogni mattina intrecciava con amore i miei capelli) e perché esprimono al meglio la mia personalità: libera, bizzarra, impastata di tante cose che, avvolte tra loro, compongono Vanessa. E voi? Di che chioma siete fatti/e?





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