Automotive, 60.000 posti a rischio. L'sos dei sindacati

Automotive, 60.000 posti a rischio. L'sos dei sindacati
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 29-07-2021 00:00

ECONOMIA - Uliano della Fim-Cisl: "Per evitare una drammatizzazione tempi rapidi e interventi straordinari". La Fiom: "Stop ai licenziamenti. Senza risposte sarà conflitto". Nel gruppo Stellantis tremano in 7.000. Paura anche a Cassino

Oltre 60 mila i posti di lavoro a rischio.  E’ quanto emerso nel primo incontro nel gruppo di lavoro dei “produttori filiera componentistica automotive” e organizzazioni sindacali, che si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, alla presenza del Viceministro Gilberto Picchetto.

"Come Fim Cisl - dice Uliano - abbiamo ribadito con forza la drammaticità che si sta già configurando in molte imprese italiane del settore dell’auto coinvolte nel processo di cambiamento delle motorizzazione endotermiche verso l’elettrico:  dalla Bosch di Bari, dove si producono pompe per il diesel, con oltre 1200 lavoratori;  alla Denso di Vasto dove il 70% degli oltre 1000 lavoratori è impiegato sulla componentistica dei motori  (alternatori e motori di avviamento); alla Marelli di Bari, dove si producono iniettori per motori a benzina e cambi,  con oltre 600 lavoratori impiegati sulla componentistica motori endotermici;  la Vitesco di Pisa dove  si producono iniettori per i motori a benzina e dove è già  stato annunciato il rischio per 750 lavoratori; a cui si aggiungono gli oltre ai 7000 lavoratori del Gruppo Stellantis in Italia che lavorano direttamente sulle motorizzazioni benzina e diesel".

Dalla Fiom intervengono Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Walter Schiavella, Coordinatore Area Politiche Industriali e Reti per la Cgil nazionale. In una nota dicono: "Positivo il fatto che si sia tenuta oggi la prima riunione del gruppo "Aspetti produttivi e industriali” relativamente al tavolo automotive, che è stato presieduto dal Vice Ministro Gilberto Pichetto Fratin, che ha manifestato la volontà del Mise di continuare il confronto.

È necessario recuperare il tempo perso negli ultimi anni altrimenti il rischio delocalizzazioni e chiusure è sempre più concreto. Senza un provvedimento straordinario da parte del Governo con ammortizzatori, formazione e investimenti si aprirà una stagione di conflitto a partire dalle aziende in cui è a rischio l’occupazione.





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