Narciso: può la bellezza nascondere tanta insicurezza?

Narciso: può la bellezza nascondere tanta insicurezza?

RUBRICHE - Il mito di Narciso e l'insegnamento che bisogna trarne. Torna l'appuntamento con Vanessa Carnevale e la sua rubrica: Centrifuga(M)ente Vanessa

<strong>Vanessa Carnevale</strong>
Vanessa Carnevale

“Metti da parte il libro, la tradizione, l'autorità, e prendi la strada per scoprire te stesso.”
Jiddu Krishnamurti

Utilizziamo spesso la parola “narcisista” riferendoci a persone estremamente vanitose ed eccessivamente sicure di sé, molto appariscenti e alla continua ricerca di ammirazione e lusinghe.  Eppure, come riportato dal manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM 5), si tratta di un vero e proprio disturbo, molto complesso e a lungo studiato dai professionisti. Non starò qui a parlarvi del Narcisismo utilizzando un linguaggio proprio della psicologia, ma il mio obiettivo è quello di raccontarvi la vera storia di Narciso, cercando di farvi avvicinare il più possibile all’essenza del disturbo e alla difficoltà che questi soggetti riscontrano.

Nella mitologia Narciso era figlio di Liriope (ninfa delle acque dolci) la quale, nel momento esatto in cui lo diede alla luce, senti il bisogno di conoscere quanto il piccolo avrebbe vissuto. Dunque si recò dal veggente Tiresia il quale, a sua volta, le predisse che Narciso sarebbe morto nel momento esatto in cui avrebbe conosciuto sé stesso. La madre, a questo punto, decise che avrebbe fatto in modo che suo figlio non si conoscesse mai e lo condannò a specchiarsi, ammirando continuamente la sua bellezza in una pozza d’acqua.

Questo finché il povero Narciso, intento a contemplare la sua stessa figura, si avvicinò troppo ad essa e fini per affogare, tuffandosi in sé stesso. Il non conoscersi lo aveva portato inevitabilmente al non comprendere i propri stati d’animo, i propri desideri ed i punti di forza, disdegnando ogni persona che volesse relazionarsi a lui e impedendogli qualsiasi forma di interazione. Insomma, una condanna alla non vita.

Lo stesso lago dove era solito specchiarsi, interrogato dalle ninfe del bosco su Narciso, rispose con queste parole:” Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per lui perché, tutte le volte che si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza.”  Come si evince dal racconto Narciso, a lungo criticato ed etichettato come “lo smorfioso di turno”, non era nient'altro che un ragazzo privato dei piaceri della vita: amicizia, amore, cure familiari, interessi ecc... Con una madre negligente che, pur sapendo di ferire, ha seguito fino in fondo le proprie idee senza calcolare i bisogni del bambino.

Spesso, dietro persone apparentemente schive e bisognose di continue lodi, si nascondono animi che ricercano affetto e che hanno bisogno di rassicurazioni costanti. Il mio consiglio? Giudicare di meno e capire di più le persone che ci stanno accanto, spesso dietro tanta superbia (mista alla bellezza) si nasconde tanta insicurezza.





Articoli Correlati