Cinghiali, situazione furi controllo. Agricoltori allo stremo

Cinghiali, situazione furi controllo. Agricoltori allo stremo
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-07-2021 00:00

IL FATTO - Danni ingenti per i coltivatori sempre più scoraggiati a proseguire nella semina. E si accende anche lo scontro politico. Lombardi: "Come Regione Lazio, stiamo affrontando la questione tenendo conto dei suoi aspetti, in coordinamento con tutti gli attori coinvolti". Ciacciarelli incalza: "Basta inerzia, cittadini penalizzati"

Il problema cinghiali è completamente fuori controllo, i danni per gli agricoltori sono esorbitanti. "Sto pensando di non seminare più nulla per l’anno venturo, chiaramente questo è un pensiero comune a tutti i coltivatori oramai una categoria in via di estinzione purtroppo abbandonati da tutti" è il grido d'allarme di alcuni coltivatori.

Sulla questione interviene l'assessore della Regione Lazio, Roberta Lombardi, che argomenta: "La gestione del cinghiale sta presentando criticità crescenti, anche su scala nazionale e internazionale oltre che nel Lazio, soprattutto per lo squilibrio ecologico e i relativi danni alla biodiversità, provocati da scompensi, come appunto quelli derivanti dalla proliferazione di questa specie, che poi si traducono in ripercussioni negative, oltre che sugli ecosistemi (si pensi ad esempio a quelle specie animali che nidificano a terra), anche sulle attività produttive locali, principalmente agricole, e sulle comunità locali dei territori interessati. Per questo come Regione Lazio, stiamo affrontando la questione tenendo conto dei suoi aspetti, in coordinamento con tutti gli attori coinvolti, dai Comuni agli Enti Parco fino agli operatori del settore, e sensibilizzando gli abitanti nei pressi delle aree naturali protette interessate”.

Così Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica in merito alla manifestazione di protesta sui rischi e i danni derivanti dalla proliferazione dei cinghiali organizzata oggi da Coldiretti davanti alla sede della Regione Lazio e in tutta Italia.

“Stiamo agendo su più livelli: in particolare, come Assessorato alla Transizione Ecologica, andando ad applicare quanto già previsto dalla normativa nazionale in materia, interveniamo con due provvedimenti: un emendamento al Collegato al Bilancio, attualmente all’esame del Consiglio regionale, in base al quale l’Ente gestore dell’area naturale protetta, mantenendo in capo a sé e al suo personale i processi di supervisione, responsabilità e sorveglianza diretta, per i prelievi e gli abbattimenti necessari, può ‘avvalersi anche di imprenditori agricoli, proprietari, affittuari o conduttori di fondi agricoli siti all’interno dell’area protetta medesima o da loro dipendenti appositamente, preventivamente formati e autorizzati dall’Ente stesso’.

Inoltre, per garantire l’effettiva efficacia dell’azione di contenimento – annuncia ancora Lombardi - abbiamo preparato una delibera, all’esame della Giunta regionale la prossima settimana, che introduce ulteriori possibilità per le aree protette e semplificazioni per l'attuazione degli interventi da parte dei coadiutori”.

Sempre dalla regione Lazio, ma sul versante dell'opposizione, si leva poi la voce del consigliere della Lega, Pasquale Ciacciarelli, che dice: "Il proliferare degli ungulati, in particolare cinghiali, nel Lazio  è un problema ormai atavico e quindi irrisolto e, conseguentemente, continuano i danni alle coltivazioni agricole.


Sono ormai diversi anni che, sia il sottoscritto, che le Associazioni degli Agricoltori, che quelle Venatorie, denunciano il perdurare di questa emergenza, che sta provocando danni incalcolabili alle tante imprese agricole del territorio.


La Coldiretti  stima 10 milioni di euro di danni, e l’80% dei raccolti rovinati, nella nostra regione. Senza considerare le situazioni di rischio per le persone e per gli automezzi che, quasi quotidianamente, sono costretti a fronteggiare, sulle strade provinciali e nei centri urbani, queste insolite, quanto pericolose, presenze di animali.


Non è più tollerabile che un comparto importante per il PIL del Lazio, come quello agricolo, venga penalizzato ingiustamente, da una incontrollata proliferazione di ungulati sul territorio.
Servono misure urgenti, strutturali, efficaci e durature nel tempo, delle quali la Regione deve farsi carico, senza ulteriori indugi.

Per questo ho scritto diverse lettere all’assessore regionale al ramo Onorati ma ancora non ho ricevuto alcuna risposta! Si può sapere cosa intende fare? La sua inerzia sta penalizzando molti cittadini. Occorre un confronto con le associazioni venatorie, quelle delle agricoltori e polizie provinciali del Lazio per capire come intervenire, con prelievi mirati, contenimenti controllati, catture ed ogni altra iniziativa utile.”





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