Il mix di vaccini, l'opinione pubblica e gli esperti divisi

Il mix di vaccini, l'opinione pubblica e gli esperti divisi

RUBRICHE - La seconda dose di AstraZeneca vietata agli under 60. Il dibattito nel nostro Paese e quello che avviene in Europa. I primi risultati della vaccinazione eterologa sembrano incoraggianti. L'approfondimento di Angelo Franchitto

<strong>Angelo Franchitto<br></strong>
Angelo Franchitto

Conoscere è il vero vaccino

Arriva il via libera dell’Aifa al procedere con la vaccinazione eterologa per la prima volta in Italia. Si tratta di un mix di vaccini per gli under 60 che hanno fatto la prima dose AstraZeneca e che ora riceveranno la seconda con Pfizer o Moderna. Dunque, è cambiata per l’ennesima volta la strategia del nostro Paese in merito alla lotta al Coronavirus. Piú volte AIFA e Governo hanno modificato il proprio pensiero, in particolare riguardo al vaccino AstraZeneca. Oggi, in merito al via libera del Comitato tecnico scientifico alla vaccinazione eterologa, bisogna confrontarsi anche con l’opinione pubblica.

Come spesso accade, i cittadini, che seguono le notizie in televisione, leggono i giornali e seguono i social network, si fanno delle opinioni personali ed è corretto che gli esperti ascoltino questi pensieri e diventino guida per sciogliere ogni ragionevole dubbio. Ugualmente, nell’ultimo anno e mezzo, segnato dalla pandemia e dall’arrivo in tempi record del vaccino, l’opinione pubblica ha creato la solita spaccatura tra favorevoli e contrari. Ma, in realtà, sappiamo ben poco di cosa parliamo.

Si tratta di una scienza che stiamo ancora studiando, e non abbiamo le basi per poter dire qual è l’arma migliore contro questo virus.

Proviamo allora a cercare di capire meglio cos’è la vaccinazione eterologa e a chi viene somministrata. Secondo le disposizioni del Comitato tecnico scientifico e de l’AIFA, a ricevere il vaccino mixato saranno i soggetti al di sotto dei 60 anni a cui è stata somministrata la prima dose del vaccino AstraZeneca.

Per loro si ragiona che potranno effettuare la seconda dose con un vaccino diverso. Ma il nuovo vaccino sarà un siero a mRna, ovvero Pfizer o Moderna. Questo perché l’Italia sta puntando molto, se non tutto, sui vaccini a mRna, togliendo dal proprio mercato quei vaccini con adenovirus come AstraZeneca e Jhonson& Jhonson.

La questione è legata ai pochi casi di morte per trombosi. In realtà, sia EMA a livello europeo, che AIFA per l’Italia, hanno sempre sostenuto che il rapporto rischi/benefici era buono, e che comunque si trattava sempre di vaccini efficaci e utili alla campagna di vaccinazione. Sicuramente la vaccinazione eterologa non è nuova in Europa. L’Italia non il primo Paese europeo ad aver adottato questo tipo di vaccinazione. Infatti, il nostro Paese si unisce alle esperienze di Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna. Da questi paesi vengono pubblicati dati in merito a questo incrocio di vaccini che alternano una dose di AstraZeneca con un vaccino mRna.

Anche se la popolazione delle persone che hanno fatto questo mix non è numerosissima, ma possiamo vedere che esiste già qualche esperienza dalla quale l’Italia può imparare. Insomma abbiamo un quadro di riferimento a cui possiamo fare affidamento per il futuro prossimo. Intanto, nelle prossime settimane inizieremo a capire quanti accetteranno questo mix. Ad oggi dobbiamo registrare il fatto che gli esperti sono divisi sulla questione. Vero è che l’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, si è già dichiarata favorevole e sostiene la linea del Commissario all’emergenza, il Generale Figliuolo, perché ritiene che la soluzione della vaccinazione eterologa potrebbe addirittura eliminare alcuni fattori di rischio e contribuire a snellire la campagna vaccinale rendendola così più fluida e flessibile.

In teoria, secondo il ragionamento fatto dai medici responsabili, se il nostro sistema immunitario riceve stimoli differenti, ma indirizzati a combattere il Coronavirus, l’efficacia dovrebbe essere maggiore. Ma qui parliamo di una corrente di pensiero, che non è sostenuta, al momento, da dati empirici che ne confermino l’effettività.

Di contro, ci sono altri esperti, invece, che pur mantenendosi prudenti, danno ugualmente fiducia a questa teoria, perché al momento non sono arrivate indicazioni contrarie a questo tipo di vaccinazione. Dunque, fino a quando il mix non porta a forme di inefficacia vaccinale, possiamo dire che comunque si ha una stimolazione della reazione degli anticorpi.

Mentre,  di parere opposto sono altri esperti che hanno subito manifestato forti dubbi. Secondo quanto affermato dai medici contrari, l’esigenza di creare questo tipo di mix tra vaccini è possibile solo qualora, dopo la prima somministrazione di AstraZeneca, il soggetto abbia manifestato disturbi di natura neurologica. Mentre, generalizzare in maniera indiscriminata, cioè cambiando la dose a tutti i vaccinati sarebbe esagerato. Così si correre il rischio di seguire una pista ignota.

Anche se sappiamo ancora molto poco della strategia “mix and match” decisa dal Comitato tecnico scientifico, i risultati che arrivano dalle prime sperimentazioni sembrano sposare, almeno in termini di produzione di anticorpi, l’efficacia della seconda dose differente. Ad ogni modo, concludere il ciclo vaccinale è molto importante anche alla luce delle nuove varianti emerse negli ultimi mesi. D’altra parte tutti i vaccini oggi in commercio si sono dimostrati efficaci, ma questo soprattutto quando il ciclo vaccinale viene portato a termine.





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