La Consulta dei giovani infiamma Cervaro: ora si passa alle carte bollate

La Consulta dei giovani infiamma Cervaro: ora si passa alle carte bollate
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 22-06-2021 00:00

TERRITORIO - Dopo le dichiarazioni di Walter Bianchi, il primo cittadino fornisce la sua versione dei fatti e valuta una possibile querela. La replica: "Si eviti di pagare dei legali sperperando i soldi dei contribuenti"

Il Comune di Cervaro

La Consulta dei Giovani infiamma il clima politico di Cervaro. Nei giorni scorsi Walter Bianchi ha acceso i riflettori sul tema con un racconto affidato alle nostre colonne. Il sindaco di Cervaro, Ennio Marrocco, chiamato in causa da Bianchi, non ha risposto direttamente al nostro giornale ma ha affidato alla sua pagina facebook la replica. Bianchi, letto lo scritto del sindaco, va subito al contrattacco.

IL NOSTRO COMPITO

Ma andiamo con ordine: compito di un giornale è quello di riportare tutti i fatti, per meglio informare i lettori. Pertanto riteniamo doveroso pubblicare in maniera integrale il post del sindaco di Cervaro in risposta a Walter Bianchi. (per leggere il primo articolo clicca qui: Cervaro, Consulta dei giovani tra tensioni e misteri) sebbene il sindaco non abbia direttamente risposto sulle nostre colonne ma dalla sua pagina facebook.

IL POST DEL SINDACO MARROCCO

Scrive Marrocco: "Considerato che la Minoranza si è divisa in due parti per denigrare con fuoco incrociato e con diverse strategie non solo il sottoscritto, ora è d'obbligo rispondere con senso di responsabilità alle malignità del Signor Bianchi. Avevo pensato che costui fosse una persona che con un po’ di sana esperienza poteva essere una risorsa per il paese, purtroppo manca anche di correttezza istituzionale, di rispetto delle regole e dei più basilari principi di buona convivenza e rispetto dell’altro.

Sono allibito, per quanto accaduto durante i lavori della consulta delle politiche giovanili, e sconcertato dalle dichiarazioni rilasciate all’organo di stampa “leggo cassino” che hanno scritto una pagina spregevole della politica cervarese, e pertanto ritengo doveroso di prendere i giusti provvedimenti a tutela degli interessi collettivi. Bianchi ha di fatto calpestato i nobili principi del rispetto personale venendo meno ad un dovere giuridico e istituzionale, ponendo alla base del comportamento la ricerca spasmodica di visibilità che porta ad accendere discussioni sui social ancor prima che nelle sedi istituzionali pretendendo che magari il sottoscritto si adegui alla loro pretesa. Poi scatta la mistificazione dei fatti con dichiarazioni false che raccontano realtà del tutto fuorvianti e fantasiose.

Il grave comportamento messo in atto dal signor Bianchi non risiede nel fatto che il Sindaco, la Giunta, il gruppo di maggioranza, i componenti delle consulte e i relativi Presidenti sono di un colore o di un altro, ma perché le persone che siedono in quegli scranni sono inadeguate a svolgere questo ruolo.

Manca la cognizione elementare di cosa significa governare e rispettare le idee altrui. Oggi si umiliano ed offendono persone “per bene”, domani potrebbe succedere a chiunque la pensi diversamente. Bianchi sbaglia ad entrare in merito alla vita personale di rispettabilissimi e stimatissimi professionisti, ma soprattutto sbaglia quando si rivolge in modo inappropriato ed inadeguato nei confronti del neo Presidente della Consulta delle Politiche Giovanili, a cui va il mio personale compiacimento e la mia più incondizionata solidarietà, oltre a quella dell’Amministrazione Comunale, per questo invito il Signor Bianchi a rileggere il regolamento delle Consulte così da capire la differenza delle disposizioni costituzionali che possono ricongiungersi, tanto con la promozione e l’attuazione dei principi dell’autonomia locale e del decentramento, quanto con il diritto alla libera manifestazione del pensiero, ma sempre nel rispetto anche del pensiero altrui, e mai violando la sfera personale.

Le parole hanno un senso e andrebbero usate con cognizione di causa, evitando giornate come quelle in cui l’intolleranza giunge a ledere alcuni diritti inviolabili, ora però è il caso di dire basta. Viviamo tempi in cui sembrano riprendere vita e diffondersi sentimenti di disprezzo e perfino di odio nei confronti delle persone in ragione della loro appartenenza ideologica, e, in quanto tali, ritenuti, da alcune minoranze, non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita sociale e politica del Paese.

La gravità di questi fenomeni non può lasciarci indifferenti. Siamo tutti chiamati, nei nostri rispettivi ruoli, a coltivare e promuovere il rispetto della dignità di ogni persona umana, ci piaccia o meno, abbiamo il dovere morale, etico, civile e religioso di provarci sempre.

Infatti, il clima post-elettorale ha rotto da tempo l’argine del confronto di cortesia e il clima di collaborazione che invece l’Istituto della Consulta invoca ai sensi delle vigenti norme statutarie e regolamentari. Sugli Istituti della partecipazione, l’Amministrazione Comunale, è stata disponibile a promuovere forme di consultazione popolare al fine di garantire la partecipazione democratica dei cittadini, attraverso l’istituzione delle “Consulte”, fermo restando il pieno rispetto dell’autonomia di azione delle singole forme consultive. 

La Consulta è un organismo autonomo, privo di intenti politici che non si prefigge scopi di lucro e che si ispira ai principi sanciti dalla Costituzione e ai valori morali e civili di partecipazione, solidarietà e collaborazione.  Per questo che l’Amministrazione Comunale di Cervaro, con volontà e determinazione, ha fortemente spinto lo strumento idoneo per la promozione e il coordinamento di attività ed iniziative capaci di porre in essere la cooperazione necessaria al perseguimento di obiettivi condivisi.

L’Amministrazione Comunale, si è fatta promotrice delle Consulte, partecipando alle sue attività, anche in qualità di osservatrice, mettendo a disposizione locali e mezzi per il suo funzionamento, valorizzando e promuovendo la partecipazione di tutti i settori della Comunità. Siamo orgogliosi di aver dato vita alle “Consulte” attraverso la partecipazione popolare e volontaria di coloro che hanno manifestato la propria volontà ad offrire un valido contributo in termini generali e gratuiti.

Parimenti, mi corre l’obbligo di prendere le distanze dagli atteggiamenti irrispettosi di colui che nella penultima seduta delle consulte, ha offeso ripetutamente chi ha accettato gratuitamente e volontariamente il ruolo, conferitogli dalla consulta, di Presidente. Alquanto inopportuno mi è sembrata poi in tutta questa vicenda comunque l’atteggiamento mostrato del Consigliere Valente che anziché elevare il livello del dibattito, lo ha letteralmente ignorato con atteggiamenti silenti nei confronti dell’Istituzione rappresentata in quell’aula.

Questo non è il modo di intendere l’impegno politico, questo non è il luogo del confronto elettorale, questo è il tempo di discussioni finalizzate a integrare nuovi strumenti di partecipazione dei cittadini, questo è il momento di lavorare per la risoluzione di problemi della vita quotidiana della nostra Comunità. La sfida da raccogliere oggi, è ben altra sfida, è proprio quella di adoperarsi con coraggio e rispetto per andare oltre il modello di ordine sociale prevalente, e anche di porsi al servizio dello sviluppo umano; cioè dobbiamo mirare a “civilizzare”, nella prospettiva di un’etica amica dell’uomo e del suo ambiente.

Poi c’è la libertà di opinione, che ha permesso a qualcuno di esprimere la propria idea su una questione, anche con critiche e polemiche dirette a censurare opinioni e comportamenti altrui, ma la libertà di pensiero, seppur rispettabile nelle sue articolazioni, incontra necessariamente dei limiti, oltre i quali si travalica il rispetto della “reputazione individuale”, ed anche la “tutela del prestigio delle istituzioni pubbliche”.

Il Comune chiederà un parere legale in ordine alla possibilità di presentare querela per il reato di diffamazione verso chi ha diffuso in pubblici uffici dichiarazioni offensive nei confronti di persone, ritenendo inoltre che le dichiarazioni successivamente rilasciate a mezzo stampa riportano eventuali dati diffamatori ed oggettivamente non veritieri, e che siano idonee a danneggiare l’immagine e la credibilità dell’Amministrazione complessiva.

Dunque, strumentale, infondata e violenta la presa di posizione del Signor Bianchi, componente in quota alla minoranza della consulta delle politiche giovanili, ed è bene mettere subito in chiaro che l'attacco violento e gratuito è stato più volte stigmatizzato sia dall’Assessore alle Politiche giovanili, che dal Presidente del Consiglio che presiedeva i lavori della Consulta, ma dopo che l’Assessore e il Presidente hanno inutilmente richiamato il comportamento del Signor Bianchi, è stato necessario al fine di evitare ulteriore turbamento procedere alla legittima, libera e regolare designazione del Presidente della Consulta.

Inoltre, bisognerebbe riflettere soprattutto sulla volontà della decisione politica sulla partecipazione popolare che richiede di interrogarsi sulla prospettiva più ampia concernente il modo di intendere la democrazia. La democrazia nasce come momento partecipativo dei cittadini alle decisioni pubbliche, si presenta, dunque, come “democrazia partecipativa”. Quella partecipativa, del resto, è una cultura che appartiene storicamente a Cervaro, e all’Amministrazione Marrocco. La partecipazione è uno dei cardini della sua vita democratica, su cui la Città ha imperniato un dialogo costante con la cittadinanza.

L’insediamento delle Consulte, ricordiamo, è iniziata con il piede sbagliato. Abbiamo assistito ad atteggiamenti e comportamenti che nulla hanno a che fare con chi vuole promuovere iniziative a tutela degli interessi collettivi. Eravamo pronti anche a fornire rassicurazione sul vice Presidente, per dare un segnale di collaborazione e di apertura al dialogo, proprio per dare quel segnale di proposta positiva a questo nuovo percorso amministrativo, ma invece abbiamo trovato un muro.

Tuttavia, ci auguriamo che, non per ricordare che Cervaro per tanto tempo è stata priva anche di partecipazione, ma se oggi le minoranze chiedono maggiore rappresentanza in seno alle Consulte, allora è nostro dovere affermare che le norme sono state ampiamente rispettate, tanto che le minoranze sono adeguatamente rappresentate, come accade d’altronde in tutte le amministrazioni d’Italia (dove c’è un rappresentante per ogni minoranza di ciascun Comune).

Questi criteri di partecipazione sono stati definiti, in primis ed esclusivamente, dal Consiglio. Principio che è stato ad ogni costo salvaguardato, per garantire sempre il rispetto delle regole e garantire una buona amministrazione alla Città.

LA REPLICA DI BIANCHI

Dopo aver letto il post del sindaco, Walter Bianchi ha inviato alla nostra redazione il seguente comunicato:

"Ho letto come simpatiche guasconiche dichiarazioni le parole scritte (o almeno pubblicate) del sindaco di Cervaro, Sig. Marrocco. Solo in questa maniera credo si possa interpretare la sua uscita, perché altrimenti avrei dovuto intenderle come atto di minaccia e di intimidazione. Risulta però evidente che questo comportamento non rientri nello stile e nelle caratteristiche di una persona dalla forte fibra morale e dalle spiccate qualità umane e sociali, confermate dall’intento che, come primo cittadino, voglia (cito le sue parole) “adoperarsi con coraggio e rispetto per andare oltre il modello di ordine sociale prevalente, e anche di porsi al servizio dello sviluppo umano; cioè dobbiamo mirare a “civilizzare”, nella prospettiva di un’etica amica dell’uomo e del suo ambiente”.

Certo, sapere che il primo cittadino ravvisi uno scarso livello di civilizzazione nel modello sociale prevalente di Cervaro non restituisce un’immagine positiva dei cervaresi, ma questo non sta a me dirlo (onde evitare che le mie parole possano essere definite di nuovo maligne).

C’è però un passaggio, in particolar modo, che nel suo intervento meriti una mia puntualizzazione. Forse sarà stato poco attento nella lettura dell’articolo apparso su Leggo Cassino o forse è stato informato male dei fatti (perché va detto che ha parlato di un’assemblea pubblica alla quale non era presente), mai mi sono permesso, e cito di nuovo le sue parole, di entrare nel “merito alla vita personale di rispettabilissimi e stimatissimi professionisti”. I miei appunti erano riferiti e centrati alle competenze sulle politiche giovanili. Quanto espresso in assemblea è stato ribadito nell’articolo e troverà conferma in qualsiasi altro contesto. 

Ringraziando dal profondo del mio cuore il Sindaco Sig. Marrocco, per avermi addirittura riconosciuto un “po’ di sana esperienza”, ammetto che ho diversi dubbi dopo le su dichiarazioni: sono fuori dalla consulta ora che sono stato minacciato di querela oppure questo accadrà solo nel caso in cui ci sia la querela? Cosa c’è scritto nel tanto decantato regolamento in tal senso? Forse per avere risposte dovrò aspettare che venga riscritto? Devo quindi aspettare che venga convocata almeno una commissione comunale ovvero quella per i regolamenti comunali?

Spero che mi sia consentito rivolgere un consiglio spassionato e che non sia preso come un atto di lesa maestà: si eviti di pagare dei legali per studiare se ci siano i presupposti per una querela, sperperando i soldi dei contribuenti, ma si pensi a risparmiare possibili risorse da utilizzare per quei giorni in cui il “vento” favorevole smetta di soffiare".





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