Da Toronto a Cassino, sulle tracce delle radici familiari: la storia di Cristina Valente

Cronaca - Lacrime, speranze e 215 tombe: l'emozionante ricerca di una 49enne del Canada giunta all'ombra dell'abbazia per ritrovare i suoi parenti. Una missiva toccante e un lavoro di due giorni per lasciarla ben custodita su tutti i loculi dei cimiteri dove 'riposa' un Valente. Un tredicenne di Sant'Angelo riaccende le speranze della signora, in questi giorni ancora in Italia in compagnia del marito. La storia

Da Toronto a Cassino, sulle tracce delle radici familiari: la storia di Cristina Valente
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 10-02-2025 10:50 - Tempo di lettura 4 minuti

Il desiderio di conoscere i suoi parenti italiani, i cugini nati, e probabilmente ancora residenti all’ombra della millenaria abbazia di Montecassino non conosce ostacoli. Cristina Valente 49 anni, che sin da bambina vive a Toronto, in Canada, la scorsa settimana ha quindi deciso di acquistare un biglietto solo andata per l’Italia e subito si è recata a Cassino, nella speranza di coronare il suo sogno. 

La sceneggiatura sembra quella di un film, invece quanto accaduto pochi giorni fa nella frazione di Sant’Angelo, è una storia vera che vede protagonista una donna, arrivata da Oltreoceano in cerca dei suoi parenti, e un ragazzino di 13 anni, che durante una visita al cimitero insieme con la mamma si è incuriosito ed ha scoperto una delle tante lettere che la signora aveva lasciato nel Camposanto.

La donna, di nome Cristina Valente, proveniente dalla lontana Toronto è giunta in questo tranquillo angolo di mondo alla ricerca delle sue origini e dei suoi familiari. La visita, però, non ha portato finora i frutti sperati. Dopo alcuni giorni la donna era intenzionata a gettare la spugna. È stato il marito ad avere l’intuizione: perché non lasciare una lettera ai cimiteri di Cassino e Sant’Angelo su tutte le tombe dove c’è un Valente? "Chi la leggerà, se scoprirà di essere nostro parente, magari ci contatterà”. La donna non ci ha pensato su due volte e in calce alla missiva ha dunque lasciato tutti i recapiti.

La signora Valente ha deposto la lettera su ben 215 tombe tra i cimiteri di Cassino e di Sant’Angelo. In ogni loculo dove compariva il cognome Valente, la donna ha lasciato la lettera nella speranza che qualcuno dei suoi parenti potesse leggerla e risponderle: 169 quelle depositate a Cassino, 46 a Sant’Angelo. Per fare in modo che la lettera non passasse inosservata, la signora ha inserito la scritta “importante” Sono dovuti però passare alcuni giorni e solo nelle scorse ore la missiva è saltata agli occhi di alcuni visitatori del cimitero di Sant’Angelo. "Ci sono voluti due giorni interi per depositare le lettere, spero che questo porti a qualche risultato" dice la donna.

Le parole della lettera, intrise di emozione e desiderio di conoscere la propria storia familiare, hanno toccato il cuore di tutti coloro che hanno avuto modo di leggerla, e in particolare di Giacomo Valente, il ragazzino di 13 anni che ha trovato la lettera sulla tomba del bisnonno, Antonio Valente, omonimo del papà di Cristina.

Nella lettera, la signora Valente racconta di essere nata e cresciuta in Canada, ma di avere origini italiane. Suo padre, Antonio Valente, era nato a Cassino nel 1932, in una casa situata sulla via Appia. Nel 1956, il padre era emigrato a Montreal, in Canada, lasciando dietro di sé la sua famiglia e la sua terra natale.

Cristina è sempre stata affascinata dalle storie che suo padre le raccontava sulla sua infanzia a Cassino, sulla fattoria di famiglia e sui suoi fratelli e proprio perché desiderosa di colmare questo vuoto e di conoscere le sue radici, ha deciso di intraprendere un viaggio a Cassino, seguendo le tracce del padre e della sua famiglia. La sua lettera è un appello accorato a chiunque possa fornire informazioni utili sulla sua famiglia. La donna è particolarmente interessata a conoscere i nomi dei figli dei fratelli di suo padre, Emilio e Francesco, e a scoprire se ha ancora dei cugini in vita. 

“Siamo venuti solamente adesso  - dice Cristina - perché stavamo lavorando molto duramente a Toronto, in Canada, per prenderci cura di mio padre che viveva con noi e anche per risparmiare soldi per venire in Italia per la ricerca dei miei familiari. Abbiamo dovuto lavorare alcuni anni per poter prenderci un anno sabbatico e venire in bassa stagione dove ci sono meno turisti, quindi sarebbe stato più facile fare la ricerca. È anche perfetto perché è l'anno del Giubileo. È stato un peccato non poter arrivare prima, ma è stata una benedizione trovare la famiglia di Anastasia e Antonio, i genitori del piccolo Giacomo a cui non è passata inosservata la nostra lettera. Io sarei voluta venire già da ragazzina, ma mio padre diceva sempre che costava troppo venire in Italia: quando ho iniziato a lavorare, però, ho subito iniziato a mettere i soldi da parte per fare questo viaggio".

Cristina, in questi giorni ancora in Italia, attende con trepidazione una risposta alla sua lettera, chi dovesse avere notizie può contattarla all'indirizzo email che la signora ha lasciato in calce alla sua lettera: rigasc02@gmail.com o per il tramite di wapp al numero 14167972387. Per lei sarebbe il coronamento del lungo viaggio dal Canada in Italia. "Saremo a Roma fino al 28 febbraio - dice la signora -  ma possiamo tornare a Cassino in qualsiasi momento e anche se qualcuno dovesse contattarci più tardi, possiamo prolungare la nostra visita in Italia: per me, per noi, sarebbe bellissimo conoscere i parenti".

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