La strage silenziosa dei morti sul lavoro: tre vittime in un mese nel cassinate

Cronaca - Lo scorso 6 novembre l'infortunio che è costato la vita a Giuseppe Valente in una segheria di Ausonia, nelle ultime 48 ore due incidenti dall'esito fatale: martedì sulle corsie dell'A1 nella città martire e ieri a San Vittore del Lazio dove un 53enne è deceduto e un 31enne è ricoverato in condizioni gravissime al San Camilo dopo che il tetto di un capannone ha ceduto. Giustino Gatti: "Ormai la misura è colma". Fiom, Uilm, Fismic e Fim-Cisl: "La carenza di ispettori sul territorio va colmata in tempi brevi"

La strage silenziosa dei morti sul lavoro: tre vittime in un mese nel cassinate
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 12-12-2024 09:15 - Tempo di lettura 3 minuti

A meno di 24 ore di distanza dall'incidente mortale che si è verificato martedì sulle corsie dell'A1 a Cassino, e a poco più di un mese dalla morte di Giuseppe Valente, l’operaio di 63 anni rimasto schiacciato da una lastra di marmo in una segheria di Ausonia lo scorso 6 novembre, ieri mattina un nuovo incidente mortale sempre nel cassinate. Due lavoratori sono caduti dal tetto di una ditta a San Vittore del Lazio: uno dei due è morto sul colpo, l’altro, 31 anni, marocchino,  è ricoverato in condizioni gravissime al San Camillo di Roma dove è intubato in prognosi riservata: ha infatti riportato diverse fratture, un trauma cranico e un trauma toracico. 

La vittima è Buci Lulzim, 53enne albanese residente a Fiorenzuola d'Arda: per lui non c’è stato nulla da fare, è morto quasi sul colpo, pochi minuti dopo l’arrivo dei soccorsi. Il gravissimo incidente si è verificato in località San Cesareo a San Vittore del Lazio, dove si trova la filiale italiana dell’impresa francese Lamberet che produce e trasforma furgoni frigoriferi. La società è specializzata proprio nella realizzazione di rimorchi frigorifero e nella trasformazione di furgoni adattandoli a trasporto alimentare in ambiente coibentato.

Secondo una prima ricostruzione i due operai stavano lavorando sul tetto dell’azienda per conto di una ditta appaltatrice, specializzata nella rimozione dell’amianto, quando all’improvviso, per cause ancora da accertare e verificare, la struttura ha ceduto sotto i piedi dei due malcapitati che sono dunque caduti rovinosamente a terra da un’altezza di oltre sei metri. Intorno alle 11 di ieri mattina un grido disperato ha preannunciato il dramma. Il primo a volare giù è stato il 53enne albanese, rimasto immobile sul pavimento del magazzino, poi si è scaraventato a terra anche il suo collega più giovane che adesso lotta tra la vita e la morte.

Le indagini sono affidate alla Procura della Repubblica di Cassino: nell’azienda si sono subito recati i carabinieri della locale stazione insieme agli ispettori della Asl di Frosinone che hanno lavorato a lungo per cercare di risalire all’esatta dinamica dell’accaduto anche se ancora non è chiaro come sia stato possibile che la struttura abbia ceduto.  Lamberet è uno dei principali attori del settore della carrozzeria frigoriferi in Europa: possiede quattro stabilimenti: tre in Francia e uno in Germania. A San Vittore del Lazio c’è una struttura tecnica di manutenzione e trasformazione per l'assemblaggio dei kit dei furgoni. Entrambi i lavoratori, stranieri, risultano regolarmente assunti dalla società che ieri mattina stava effettuando i lavori sul tetto dell’impianto.

LE REAZIONI

Ad ogni modo, per il segretario provinciali della Filca-Giustino Gatti, ormai la misura è colma. Spiega il sindacalista: “Non possiamo più assistere passivamente a questa strage silenziosa. Il tempo delle parole è finito, ora è il momento di agire. È necessario che tutte le forze sociali, sindacali e politiche si uniscano per chiedere un intervento immediato e concreto.

Le istituzioni devono essere coinvolte subito, non domani. Ogni ritardo equivale a una vita che rischiamo di perdere”. La Filca-Cisl di Frosinone chiede quindi con urgenza la convocazione di un tavolo di emergenza che riunisca tutti gli attori coinvolti: istituzioni locali, imprese, sindacati ed enti preposti alla sicurezza sul lavoro. “Questo tavolo - spiega Gatti - deve affrontare con determinazione le criticità esistenti e mettere in campo azioni concrete per garantire la sicurezza dei lavoratori e prevenire ulteriori tragedie”.

Si tratta insomma di una strage silenziosa, come annota anche la Cgil con il segretario della federazione di Roma e del Lazio Natale Di Cola, che snocciola i numeri e dice: “Sono ormai quasi 90 le persone che hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro nel Lazio, 17 in più rispetto allo scorso anno.

La sicurezza sui luoghi di lavoro è un diritto inviolabile, ma, purtroppo, rimane ancora un tema troppo spesso trascurato in molti settori. Non possiamo limitarci a piangere le vittime dopo ogni tragedia. Serve un cambiamento radicale. I controlli sono insufficienti e le normative troppo spesso disattese”.

LA NOTA UNITARIA

Non solo i rappresentanti dei lavoratori dell'edilizia, a scendere in campo dopo il secondo incidente mortale sul lavoro sono anche i metalmeccanici. In una nota congiunta, la Fim-Cisl, la Fiom-Cgil, la Uilm-Uil e il Fismic spiegano che “è necessario fermare questa scia mortale subito e rimettere al centro il tema della salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro affinché a pagare non siano sempre e solo i lavoratori”. In particolar modo la Cgil di Frosinone Latina “esprime fortissima preoccupazione e profondo sdegno per gli incidenti sul lavoro nella nostra provincia". 

In meno di 24 ore ci sono stati due incidenti mortali. “Purtroppo il personale in servizio presso il Presal Sud della Asl di Frosinone, che ha raggruppato in sé i due distretti di Sora e Cassino - spiega ancora la Cgil - è più o meno dimezzato negli ultimi 15 anni con aumento invece dei cantieri e delle aziende sul territorio per questo serve un immediato potenziamento di questo importantissimo servizio della Asl.  

Questo per noi rappresenta un punto fondamentale, senza il quale le altre attività importanti e correlate alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro rischiano di essere vane. Riteniamo non più rinviabile convocare, da parte del Prefetto, il tavolo di confronto riguardante la salute e sicurezza del lavoro nella nostra Provincia, così come da noi ulteriormente sollecitato nel mese di novembre”.

Proseguono i sindacati: “Non è possibile continuare a fare la conta delle lavoratrici e dei lavoratori che escono la mattina per lavoro e che o non vi fanno più ritorno o subiscono lesioni gravissime. Non possiamo e non dobbiamo abituarci a queste notizie.In attesa che siano accertate tutte le responsabilità di questo tragico evento da parte degli organi preposti al controllo esprimiamo alle famiglie dei lavoratori coinvolti la nostra vicinanza”.

 





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