Dopo quattro anni di continue violenze trova il coraggio di denunciare il marito

Cronaca - Per l'uomo è scattata la misura cautelare del braccialetto elettronico, ma ora la donna, difesa dall'avvocato Sarah Grieco, si trova costretta anche a dover fronteggiare una contesa legale per la custodia dei figli

Dopo quattro anni di continue violenze trova il coraggio di denunciare il marito
di Redazione - Pubblicato: 28-11-2024 11:46 - Tempo di lettura 2 minuti

Proseguono le iniziative che ricadono nella settimana del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma intanto, dal Cassinate, arriva un’altra storia di violenza e soprusi.

Una giovane donna, madre di tre figli, si è trovata intrappolata in un incubo che durava da anni, sotto il peso di violenze psicologiche e fisiche inflitte dal marito. Quattro anni di matrimonio segnati da sofferenze indicibili, che si sono acuite dopo la nascita del loro ultimo figlio. La violenza, dapprima psicologica, è diventata sempre più grave, è sfociata in minacce e poi in aggressioni.

Questa giovane donna, che aveva sognato una vita felice accanto al marito, si è ritrovata intrappolata in un vortice di insulti, umiliazioni e violenze che sembravano non finire mai. Dopo aver partorito il terzo ed ultimo figlio, la situazione è degenerata ulteriormente. Il marito, ormai completamente privo di scrupoli, le ha inflitto un colpo decisivo: le ha fatto trovare i lucchetti al cancello di casa, annunciando che da quel momento avrebbe preso in custodia i figli, accusandola di essere malata e incapace di occuparsi di loro.

La donna, ormai priva di forza ma non di coraggio, ha quindi deciso di denunciare il marito. Un passo difficile, ma necessario per fermare l'escalation di violenza. Il tribunale ha accolto le tesi della donna, difesa dallo studio legale Cifalitti di Cassino, e nello specifico dall’avvocato Sarah Grieco e ha risposto con fermezza: è stato emesso un provvedimento cautelare, con l'adozione del braccialetto elettronico per l'uomo e il divieto di avvicinamento alla donna. Una misura importante, che, purtroppo, non restituisce alla vittima gli anni di sofferenze, ma rappresenta comunque un segno di giustizia e una speranza.

Tuttavia, la tristezza di questa vicenda non si ferma qui. Oltre alle violenze fisiche e psicologiche, la donna si trova ora a dover fronteggiare una contesa legale dolorosissima: la custodia dei figli. I bambini, ancora molto piccoli, sono al centro di un conflitto che li coinvolge emotivamente, privandoli della serenità che ogni infanzia dovrebbe avere. La madre, che ha subito per anni il peso delle violenze, si trova ora a dover lottare per poter essere presente nella vita dei propri figli, mentre l'uomo, che ha alimentato la sofferenza familiare, sembra voler usare il potere della custodia.

Questo caso rappresenta una delle tante tragedie silenziose che troppo spesso restano celate dietro porte chiuse. La violenza domestica, che può assumere molteplici forme, lascia cicatrici indelebili non solo sulle donne, ma anche sui bambini, che crescono in un ambiente di tensione e paura.





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