Racconti e Poesie - Oggi Francesca Messina ospita il racconto Patrizia Romano di Villa Santa Lucia
Finalmente trasparente
Seduta sul divano scuro le voci le arrivano ovattate e una tristezza profonda affondava
come il suo bacino in quello spazio nero.
Non era tornato, neppure stasera, viveva nel mistero e nell' intrigo lasciando tutti o forse solo lei in continua suspence, senza pudore.
Laura aveva deciso di non arrabbiarsi ma la rabbia verso una se stessa troppo tollerante faceva capolino in quelle situazioni di continue
incognite.
Il televisore con un film giallo riuscì fortunatamente a distrarla spostando la sua attenzione.
Un bel film, con tanti colpi di scena ma con un finale abbastanza ovvio, almeno per lei, che viveva nel mistero ed era dedita a risolvere rebus, in primis, la sua vita.
Quella strana eccitazione la fece ravvedere tanto da rendersi conto che certe persone non valgono neppure un piccolo sentimento di fastidio. Il suo lettone da single l'attendeva accogliente, non aveva il suo russare disgustoso affianco, né quella nauseabonda puzza di piedi sotto le narici e neppure quella brutta faccia gonfia da schiaffi.
Oh!
Tutto si tramutò in sollievo e prese sonno serenamente in un batter d'occhio.
Fu mattino in un baleno, aveva un importante intervento da fare e si diresse a piedi verso la
clinica.
Il bambino era seduto sul letto e piangeva disperato mentre una signora lo consolava con la tenerezza di una mamma preoccupata.
- Stai tranquillo, amore di mamma, è un intervento semplice, presto starai bene e andremo con Sergio in vacanza dove piace a te, andremo a Disneyland, in Francia, il tuo sogno, ci pensi?
Proferì la donna tutto d'un fiato con gli occhi umidi e un sorriso di pianto.
- Mamma, Sergio è qui?
Chiese il bambino passando dal pianto all'entusiasmo.
- No, tesoro, ma presto ci raggiungerà, ora rassicurati arrivano a prenderti, ti seguo, stai sereno, non sentirai nulla.
-Che strano! Si chiama come lui ma è un salvatore!
Pensò Laura dopo osservata la scena e avviandosi verso la sala operatoria.
Passò un tempo interminabile, Laura non sentiva più' il collo e le mani ancora si muovevano leste sfilandosi i quanti insanguinati.
Si buttò sopra un piccolo divano nella sua stanza d'appoggio e chiuse gli occhi stanca.
Le parve di sentire da lontano una voce familiare fuori la porta e pigramente si sporse
con la testa fuori.
- Accidenti, ma che fa Sergio qui? Lui non sapeva che avrei operato oggi in questa clinica.
Pensò Laura tra il meravigliato e l’incuriosito.
Si tirò lesta indietro con il capo, tanto da non farsi vedere, seguendo i passi di Sergio che si dirigevano verso la stanza del suo piccolo
paziente operato.
Allora uscì allo scoperto per capire bene ciò che le si stava facendo chiaro.
Lo trovò ad accarezzare il bambino con la mano nella mano della donna fino a baciarla dolcemente sulle labbra.
- Dio, è pazzesco!
Pensò Laura paralizzata dalla sorpresa.
Tornò a casa di corsa, senza cappotto, sconvolta, con gli occhi pieni di lacrime, percorrendo la strada come un'automa.
Il divano nero si confaceva a quel lutto che sentiva dentro di sé e la rabbia le espolse
furiosa scaraventando il suo vaso di cristallo sul televisore di Sergio.
- Maledetto bastardo!
Urlò a squarciagola Laura, spalancando la finestra come volesse fare arrivare fino a lui quella disperata l'imprecazione.
Poi tornò in sé ma ci volle più di qualche ora di "ma e di se".
Con sforzo immane si sistemò e decisa lo aspettò sorseggiando un caffè con aria apparentemente calma.
Sentì la chiave girare al portone e lo vide comparire con aria allegra e un tantino canzonante.
- Bella, che fai, mi aspetti, oggi?
Disse sorridendo.
Laura si alzò in piedi di scatto e lo guardò dritto negli occhi.
-Dove sei stato di bello, amore misterioso?
Chiese Laura..
- Solite cose cara e tu hai avuto da fare con qualche amante in ospedale?
Replicò lui con tono sarcastico.
- Oh Sergio, a proposito, volevo parlarti seriamente.
Ho un altro uomo, mi sono innamorata, solo oggi ho trovato il coraggio.
Ti lascio. Disse Laura seria.
- Sei impazzita? Ma stai scherzando o sei seria? Cosa è successo al televisore? Ma che succede?
Aggiunse Sergio sbigottito.
-Serissima Sergio, le tue cose sono lì, puoi prepararle da subito.
E sparì fuori il giardino per non sentire altro.
-Ma ma ma…
Balbettò Sergio
- Vai via, Sergio, vaiiii! Devi andartene, devi! So tutto, oggi ero in clinica. Vattene!
Urlò Laura dal giardino a chi non voleva sentirla.
- Fammi spiegare!
La pregò Sergio piagnucolando, implorandola.
E fu così che Laura , sbattuta la porta e sola , ora ancora sola, sola e libera, si sentì per la prima volta come se avesse fatto il più grande e meritato regalo a se stessa.
Stese sul divano un plaid bianco e chiuse gli occhi.
Ora poteva nuovamente tornare ad una vita chiara e trasparente, come aveva sempre
desiderato.
Fu un raggio di sole a svegliarla dal balcone, un giorno nuovo, certamente migliore!
Patrizia Romano (Villa Santa Lucia)
Articolo precedente
In piazza del popolo a Roma il grido dei lavoratori della CiociariaArticolo successivo
Ennesima aggressione al Pronto Soccorso: infermiera ferita da una donna