Economia - I metalmeccanici della Cgil hanno incontrato gli operai in assemblea. Nello stabilimento di Cassino piove sul bagnato: a dicembre produzione ferma, da gennaio si lavorerà su un turno unico e marzo cessano gli ammortizzatori sociali. Preoccupazione anche per l'indotto. Il segretario provinciale Donato Gatti suona la carica: "Venerdì tutti a Roma per lo sciopero generale"
Non c'è ancora il timbro dell'ufficalità, ma i timori sembrano essere abbastanza fondati: il 29 novembre sarà l'ultimo giorno di lavoro del 2023 per gli operai dello stabilimento Stellantis di Cassino. Si tornerà in fabbrica nel 2024, ma con una novità. Anche questa attende l'ufficialità, ma dalle indiscrezioni che filtrano dal 2024 si lavorerà su un turno unico. E come se non bastasse, piove sul bagnato: il 31 marzo terminano i contratti di solidarietà. Senza ulteriori ammortizzatori sociali, si apre la strada ai licenziamenti. Dalle indiscrezioni che trapelano potrebbe esserci una proroga di sei mesi, ma da settembre del prossimo anno tutto potrebbe cambiare, anche alla luce delle tante operazioni immobiliario che sta compiendo la dirigenza Stellantis con la vendita della palazzina uffici e di alcuni capannoni.
Per questo motivo la Fiom-Cgil nella giornata di ieri ha convocato un'assemblea all'interno dello stabilimento di Cassino. Gli opeari hanno palesato tutte le loro preoccupazioni, visto che solo pochi giorni fa anche i sindaci del territorio hanno proposto una mobilitazione e la consigiera regionale del Pd si è impegnata a presentare una mozione in Consiglio regionale per aprire un tavolo nazionale sulla vertenza dello stabilimento di Cassino.
Il segretario della federazione provinciale della Fiom Frosinone e Latina Donato Gatti ha quindi chiamato tutti alla mobilitazione ed ha invitato tutti gli operai ad aderire allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil con la manifestazione nazionale in programma a Roma venerdì 17 novembre (bus in partenza anche da Cassino alle ore 6.45 nei pressi dell'ex ospedale). Nell'occasione si accenderanno i riflettori sulla manovra finanziaria e su tanti provvediemnti che preoccupano i lavoratori.
Gatti ha fatto sue le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini ed ha ribadito: “Una manovra tutta una tantum e bonus, con l'indebitamento che non cala e previsioni sul 2023 e 2024 fasulle. II Paese ha bisogno che si facciano investimenti in sanità e scuola, per creare buona occupazione, prendendo i soldi da evasione, rendite e profitti. Invece questa è una manovra elettorale”. La iforma istituzionale? "Dobbiamo unire, non dividere il Paese, poi non dobbiamo cancellare il Parlamento e ridurre a notaio il ruolo del presidente della Repubblica”.
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