L'urlo francese della Fiom: "Investire su lavoratori e ambiente per il futuro dell'automotive"

L'urlo francese della Fiom: "Investire su lavoratori e ambiente per il futuro dell'automotive"
di autore Redazione - Pubblicato: 02-06-2023 00:00

SINDACALE - Una folta delegazione della Federazione di Frosinone e Latina, con in testa il segretario provinciale Donato Gatti e la responsabile dell'indotto Rosa D'Emilio ha preso parte oggi alla manifestazione che si è tenuta a Parigi, dinanzi la sede del gruppo automobilistico. Il sindacato: "È necessario aprire un confronto vero con Stellantis sui temi delle condizioni di lavoro"

In Italia il 2 giugno è la festa della Repubblica. Repubblica fondata sul lavoro come dice l’articolo 1 della Costituzione Italiana. Per questo motivo le delegate e i delegati di Stellantis oggi, venerdì 2 giugno, hanno presenziato a Parigi davanti la sede di Poissy. "È la prima tappa dei nostri 'sentieri della dignità': per il lavoro, il reddito, i diritti. È necessario aprire un confronto vero con Stellantis sui temi delle condizioni di lavoro. Condizioni in grave arretramento negli stabilimenti italiani sia per quanto riguarda i ritmi le saturazioni sia per quanto riguarda i servizi a disposizioni delle lavoratrici e lavoratori". spiega il segretario generale Michele De Palma.

A capitanare la delegazione locale è stato il segretario della Federazione della Fiom di Frosinone e Latina Donato Gatti, con lui la responsabile dell'indotto Rosa D'Emilio ed altri delegati di fabbrica. Argomentano i sindacalisti: " Le prospettive produttive ed occupazionali degli stabilimenti italiani sono quantomeno incerte. Il dato sulla produzione di automobili in Italia è drammatico, nel 1999 si producevano 1.410.459 veicoli, nel 2022 si è scesi a 473.194, la differenza è di 937.265, il -66,45%. Nel 1999 l’Italia era ancora il quinto produttore in Europa, da allora è stata superata da Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Turchia, ed è vicinissima all’Ungheria".

Anche per quanto riguarda la Francia il dato della perdita della quota di produzione è molto
preoccupante. Dopo l’Italia, infatti, è il Paese che ha perso la quota maggiore, mantenendo
comunque un livello superiore al milione di auto prodotte. Le ricadute sull'occupazione sono inevitabili. Secondo i dati dell’OECD l’occupazione del settore automotive è passata da 210.300 persone del 1995 a 172.930 del 2020 (ultimo dato disponibile).

Il calo complessivo, quindi, è stato del 17,76%. Se consideriamo gli stabilimenti Stellantis di assemblaggio, powertrain e gli enti centrali registriamo che nel 2014 l'occupazione si attestava a 40.081, nel 2021 è calata a 32.128 e nel 2023 è scesa ulteriormente a 31.593 con una perdita complessiva di 8.488 posti di lavoro. Il taglio occupazionale non è ancora finito, l’ultimo accordo separato di incentivazione all’esodo sottoscritto a febbraio prevede ulteriori 3079 uscite che sommate agli accordi sottoscritti dal 2021 e alla perdita di occupazione dal 2014 arriva ad oltre 11.500 posti di lavoro persi in Italia.

A questo si aggiungono i dati sulla cassa integrazione nel settore automotive: nel 2015 le ore di cassa integrazione sono state 35.909.165 e nel 2022 sono quasi raddoppiate arrivando a 53.229.616. Occorre aprire il confronto per condividere linee strategiche e di investimento che garantiscano i siti e l’occupazione in un’ottica di transizione ecologica. L’assoluta assenza di politiche industriali sta mettendo a rischio interi settori dell’industria in Italia. La Fiom ritiene indispensabile aprire un confronto con l'amministratore delegato Carlos Tavares e il Governo Italiano che porti alla sottoscrizione di un accordo quadro che garantisca prospettive industriali e occupazionali ai lavoratori del Gruppo Stellantis e della filiera della componentistica".





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