Omicidio di Cassino, Di Carlo resta in carcere. E ora spunta una lite con tre uomini

Omicidio di Cassino, Di Carlo resta in carcere. E ora spunta  una lite con tre uomini
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 01-06-2023 00:00

CRONACA - Dopo l'interrogatorio di ieri, questa mattina il Gip ha ufficializzato la sua decisione: convalidato il fermo per il 26enne, anche se lui nega tutto. Intanto ci sono nuovi elementi nelle indagini. Telecamere di sorveglianza, Cassino all'anno zero

Sandro Di Carlo resta in carcere: dopo l'interrogatorio di ieri, questa mattina il Giudice per le Indagini Preliminari si è espresso in maniera ufficiale e ha convalidato il fermo: il 26enne di Cassino arrestato domenica notte dagli agenti del Commissariato di Polizia coordinati dal capo della squadra mobile Flavio Genovesi, resta in carcere, nonostante nel corso dell'interrogatorio abbia negato ogni addebito in merito all'uccisione della 34enne dominicana nell'appartamento di via Pascoli che si è verificato sabato 27 maggio.

L'INTERROGATORIO

"Non sono stato io ad uccidere quella donna" ha spiegato Di Carlo. E le impronte rinvenute? Il ragazzo ha spiegato di essere stato in quell'appartamento dove ha incontrato la escort, ma di essere andato via quando lei era ancora in vita. Poi si sarebbe reso conto di aver dimenticato qualcosa ed riandato, nel cuore della notte, fra le 3 e le 4 di sabato scorso, e di averla trovata in una pozza di sangue. "Sono tornato dopo una decina di minuti - ha detto nella sostanza il ragazzo- ed ho trovato già in fin di vita quella donna. Ho provato ad aiutarla, ho tentato di soccorrerla. Poi, preso dal panico, sono scappato".

IL GIALLO

Nelle ultime ore, secondo quanto riferisce il collega Vincenzo Caramadre su Il Messaggero, è emerso anche un nuovo elemento. Ci sarebbe una testimonianza di una persona che avrebbe visto, poco prima dell'omicidio, la donna litigare all'interno di un'auto nella quale c'erano tre persone. Naturalmente si stanno eseguendo tutti gli accertamenti per ricostruire ogni aspetto, ma non coinciderebbe, per gli investigatori, l'ora della lite con la morte.

TELECAMERE INESISTENTI

Con l'uccisione della 34enne di origini dominicane torna d'attualità il tema della sicurezza e, soprattutto, la carenza delle telecamere di videosorveglianza in città. A mettere in luce la lacuna è stato anche il capo della squadra mobile, Flavio Genovesi, che nel corso della conferenza dopo l'arresto del 26enne ha spiegato che a tradire il presunto colpevole sono state le impronte rinvenute all'interno dell'appartamento: nessuno ha sentito nulla, non ci sono state testimonianze che hanno potuto osare supporto alle indagini. Soprattutto, ha sottolineato Genovesi, "nell'arco di un chilometro quadrato non c'è una telecamera buona"

Non ci sono telecamere ad alta definizione nella villa comunale che da tempo è diventata un luogo di spaccio, nessun dispositivo di sorveglianza neanche nella centralissima piazza Labriola e lungo Corso della Repubblica: molti dei recenti episodi di movida violenta sono rimasti senza un colpevole proprio perché le poche telecamere in orari notturni non sono funzionanti. Un'altra zona della città dove si sono verificati alcuni episodi di microcriminalità, ovvero il piazzale antistante la stazione ferroviaria, è priva di qualsiasi sorveglianza. 

Sabato pomeriggio, quando gli investigatori si sono messi al lavoro, la prima telefonata è giunta proprio al Comando della Polizia Locale per chiedere le immagini di qualche telecamera. Il sindaco Enzo Salera, che quel giorno era fuori città per impegni istituzionali, si è relazionato con i vigili urbani che però non hanno potuto osare alcun supporto alle indagini: in quella zona non vi erano e non ci sono telecamere. Ad oggi, in città, l'unico progetto realmente partito ed attivo è quello delle telecamere dinanzi ad alcuni istituti scolastici, per il resto gli occhi elettronici o sono del tutto assenti, o mal funzionanti. Per quel che riguarda la villa comunale, la stazione ferroviaria e il centralissimo Corso della Repubblica dove si sta lavorando al cantiere per la pedonalizzazione al momento ci sono solo annunci, che fanno il paio con quelli degli scorsi anni, da parte di amministrazioni di diverso colore politico.

"Nei prossimi giorni saranno affidati i lavori per il potenziamento della rete di videosorveglianza urbana. In particolare, si procederà alla sostituzione delle telecamere non funzionanti o obsolete ed alla installazione di alcuni nuovi dispositivi, tenendo conto della nuova conformazione che il territorio sta acquisendo con il progetto di pedonalizzazione e le nuove opere in corso di realizzazione". Lo ha detto l'assessore con delega alla polizia locale Monica Capitanio, ma non ieri, bensì lo scorso mese di aprile. Sono passate alcune settimane e nulla si è mosso in tal senso. Allora ben verrebbero le manifestazioni di solidarietà come quella di sabato, ma ancora meglio sarebbe mettere fine a questa lacuna e dare alla città di Cassino, che è anche una città universitaria.





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