"Il Modello Monte Menola tra le best practice nazionali"

"Il Modello Monte Menola tra le best practice nazionali"
di autore Redazione - Pubblicato: 25-05-2023 00:00 - Tempo di lettura 1 minuti

TERRITORIO - Moira Rotondo, ex vicesindaco di Pontecorvo e Gianfranco Caporuscio, Presidente di Animafamily Parco di Monte Menola non nascondono la propria soddisfazione. Ecco tutti i dettagli

La recente pubblicazione dell'Università di Parma dedicata allo Sviluppo delle Comunità e al terzo settore, riserva ampio spazio al Parco pontecorvese, frutto di un innovativo patto di collaborazione, che ad oggi si certifica best practice a livello nazionale. Moira Rotondo, ex vicesindaco di Pontecorvo e Gianfranco Caporuscio, Presidente di Animafamily Parco di Monte Menola non nascondono la propria soddisfazione.


"Nel corso degli anni il modello Monte Menola ha suscitato l'interesse di numerosi ricercatori. Siamo stati contattati da diverse Università che hanno approfondito l'esperienza del nostro innovativo patto di collaborazione, che ha riguardato una porzione di territorio così vasta, sulla quale attivare tutta una serie di attività.


L'ultima Università in ordine di tempo alla quale abbiamo rilasciato una lunga intervista/studio è stata appunto l'Università di Parma, attraverso Michele Bianchi, che poi ha fatto confluire il tutto all'interno del saggio edito da Franco Angeli dedicato allo Sviluppo delle Comunità nel terzo settore italiano.


Non possiamo nascondere la nostra soddisfazione. Il 2023 rappresenta sicuramente un anno indimenticabile per il Parco di Monte Menola: prima l'encomio da parte del Ministero della Cultura nell'ambito del Premio del Paesaggio, poi l'inserimento tra le best practice nazionali riconosciute grazie a questa pubblicazione, che presto presenteremo anche a Pontecorvo.
La straordinarietà della nostra esperienza risiede nel fatto che abbiamo di gran lunga precorso i tempi, portando Pontecorvo ad inserirsi in una ristretta cerchia di comuni virtuosi nella cogestione dei beni, ben prima ad esempio che la Regione Lazio legiferasse in tal senso, sostenendo economicamente lo strumento dei beni comuni.

Ci potremmo definire dei pionieri della partecipazione popolare, in un contesto in cui tale pratica era semi sconosciuta. Eppure oggi il Parco è una realtà, venuta su praticamente a costo zero per l'amministrazione comunale, grazie a quella partecipazione popolare dal basso che non è rimasta lettera morta ma che ha dato vita ad un movimento virtuoso di cittadini consapevoli e collaborativi.


Non possiamo negare che sia un'impresa ardua confermarsi di anno in anno con nuovi progetti e nuove iniziative, ci sono ore e ore di lavoro dietro ogni singola azione, ogni singolo intervento, che sia di manutenzione o di promozione.


Eppure oggi ci confermiamo come attrattore del territorio, portiamo alto il nome di Pontecorvo e della Valle del Liri, siamo membri a pieno titolo della Dmo inlaziosud e questo certifica la bontà di quella visione del 2015 da cui tutto è partito.


Siamo orgogliosi di essere dei "costruttori di comunità" come l'autore giustamente ci definisce, perché non rispondiamo ad un singolo ma ad una collettività operosa e ci piace pensare che le nostre idee continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini e donne in futuro. Perché il seme che abbiamo gettato, possa continuare a germogliare."





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