Gli studenti dell'I.I.S. Medaglia d'Oro "Città di Cassino" a Roma in visita presso la Scuola Superiore di Polizia

Gli studenti dell'I.I.S. Medaglia d'Oro "Città di Cassino" a Roma in visita presso la Scuola Superiore di Polizia

SCUOLA - I ragazzi sono stati accompagnati dai professori Nicola Capezzuto, Paola Antonia Perillo, Maria Luciani, Gina Casale, Paola Di Meo, Sabrina De Rosa

di Francesca Messina

Gli studenti dell’I.I.S. Medaglia d’Oro “Città di Cassino” nell'ambito delle attività svolte per lo sviluppo dell'UDA di Educazione Civica sulla criminalità organizzata, si sono recati a Roma in visita presso la Scuola Superiore di Polizia.

Gli alunni delle classi 2^A, 3^B, 3E^, 4B^, 4D^ dell'IIS "Medaglia d'Oro - Città di Cassino, sono stati accompagnati dalle docenti Paola Antonia Perillo, Maria Luciani, Gina Casale, Paola Di Meo, Sabrina De Rosa, e dal professore Nicola Capezzuto.

I ragazzi del Medaglia d’Oro, appena giunti, hanno ricevuto un’accoglienza impeccabile dalla direttrice della Scuola,  Anna Maria Di Paolo, dirigente generale della Pubblica Sicurezza e Direttore della Scuola Superiore di Polizia, che li ha condotti nella sala conferenze.

I relatori hanno catturato l’attenzione degli studenti che hanno seguito gli interventi con vivo interesse senza mai distrarsi.

Gli alunni hanno vissuto una giornata "particolare", un'esperienza significativa e indimenticabile; hanno provato un susseguirsi di emozioni culminate con l'intervento della vedova del capo scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, morto il 23 maggio 1992 nell’attentato di Capaci che costò la vita al Giudice Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e ad altri due agenti della scorta.

“La prima parte dei lavori  - spiegano i professori - è stata dedicata alle procedure concorsuali spiegate da due commissari che hanno presentato il percorso necessario da compiere per entrare a far parte della Scuola Superiore di Polizia e le attività di preparazione che si svolgono all ’interno della scuola stessa.

Nella seconda parte i ragazzi hanno incontrato il dott. Francesco Messina, Prefetto e Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che opera in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata e che ha evidenziato come il lavoro della polizia e delle altre forze dell'ordine sia fondamentale per sconfiggerla. Il suo discorso li ha particolarmente colpiti, stimolandoli a riflettere sui modi con cui le mafie si infiltrano nel tessuto sociale incidendo in modo pesante sulle libertà costituzionali e condizionando l’andamento economico e politico del nostro paese. Il dottor Messina si è poi soffermato sul ruolo determinante dei giovani nella lotta alla criminalità, sottolineando come siano rilevanti l'educazione, l’istruzione e la diffusione della cultura della legalità   per aiutarli a scegliere di percorrere sempre  “le vie maestre” e non le facili scorciatoie, proprie della mentalità mafiosa purtroppo diffusa nel nostro paese ed estremamente pericolosa.

Al termine del discorso – continuano i docenti -  è stato presentato dalla polizia scientifica, anche tramite l’ausilio di immagini, un caso reale di omicidio con la sua risoluzione.

I ragazzi hanno poi conosciuto la signora Tina, vedova di Antonio Montinaro,  donna formidabile, coraggiosa e determinata, giunta dalla Sicilia per incontrare gli alunni del "Medaglia d'Oro di Cassino. La sua storia li ha profondamente commossi e le sue parole li hanno stimolati  a riflettere sulla durezza e sull' ingiustizia della vita e su  *come  lei sia riuscita a trasformare il dolore in forza* e l’assenza di suo marito in una presenza  che l’accompagna  negli incontri con gli studenti per trasmettere gli ideali che hanno spinto un giovane uomo a scegliere volontariamente e consapevolmente  di proteggere Giovanni Falcone, il magistrato simbolo della lotta alla mafia e per questo vittima già designata a subire un’aggressione mortale.  Per questo la signora Montinaro, dalla morte del marito, è diventata promotrice, tra i giovani, della diffusione di valori come la lealtà, l’onestà, lo spirito di sacrificio, il coraggio, il rispetto delle leggi e la spinta al compimento del proprio dovere fino in fondo, anche a rischio della propria vita. Se riuscirà nello scopo che si è prefissato, allora vorrà dire che il sacrificio del marito e di tutte le vittime delle mafie non sarà stato vano e che la “guerra” alla criminalità organizzata sarà vinta.

È stato commovente vedere la teca, portata con sè dalla vedova Montinare, contenente i resti della grande “Quarto Savona Quindici”, il nome in codice usato per la Fiat Croma blindata che venne distrutta da una carica di tritolo nell’attentato di Capaci (PA), il 23 maggio 1992, in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, l’Assistente Antonio Montinaro, l’Agente Scelto Rocco Dicillo e l’Agente Vito Schifani. "Una strage che ha segnato la fine della vita di quattro persone che non meritavano quella drammatica sorte". Alla vista della teca, sui volti dei ragazzi si scorgevano le lacrime di chi può soltanto assistere a quell’orribile spettacolo e a tutta la straziante crudeltà dell’uomo racchiusa in quella teca.

Dopo aver parlato con la signora Montinaro – concludono i professori -  i ragazzi con maggiore consapevolezza hanno visitato l’unico sacrario italiano della Polizia di Stato, dove sono esposti i nomi di tutti i poliziotti morti in servizio fino ad oggi e, fiduciosi nel lavoro svolto quotidianamente dalle forze dell’ordine, hanno concluso la visita certi che “per essere liberi bisogna sempre agire entro i confini della legalità”.

La giornata è terminata con una visita guidata nel centro di Roma”.





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