A Cassino il racconto di Damiana Leone con il suo film-documentario "Le marocchinate del '44"

A Cassino il racconto di Damiana Leone con il suo film-documentario "Le marocchinate del '44"

CULTURA - Un misto di emozioni: dolore, rabbia, sconcerto ed ancora senso di impotenza umana pietà. Una standing ovation meritata quella ricevuta dal pubblico non appena si sono riaccese le luci dell'Aula Pacis

Un percorso a ritroso nel tempo. Un momento di dejavu perché quello che è accaduto ottant’anni fa tra i monti del Cassinate e ancora drammaticamente attuale. Lo stupro di guerra da parte delle truppe coloniali francesi può essere paragonato a quanto sta accadendo in questi mesi in Ucraina. Donne, bambini, anziani sottoposti ad ogni sorta di sevizia semplicemente perché civili ed indifesi.

Il racconto di Damiana Leone, con il suo film-documentario 'Le marocchinate del '44' è un misto di emozioni: dolore, rabbia, sconcerto ed ancora senso di impotenza umana pietà. Una standing ovation meritata quella ricevuta dal pubblico non appena si sono riaccese le luci dell'Aula Pacis dove il film-documantario è stato proiettato in anteprima. Applausi e applausi per tutta la squadra che ha saputo toccare l'animo di ogni singola persona presente. Ogni scena riguardante una donna oltraggiata, una bambina violata, un anziano brutalizzato, è stata un colpo al cuore perché hai assistito ad una ricostruzione precisa, puntuale, attratti crudele di quanto accadde nel maggio del 1944 tra le provincia di Frosinone e Latina. 

Chi aveva cercato riparo sui monti, per sfuggire dalle barbarie della guerra, ha dovuto subire le mortificazioni e le violenze di chi avrebbe dovuto prendergli una mano, di chi avrebbe dovuto gridare loro 'siete finalmente liberi'. Non c’è stato istante, durante la proiezione del film, in cui il pensiero degli spettatori non sia stato rivolto a quei nonni, quelli zii, quelle persone oggi scomparse che hanno custodito nel loro cuore tanto dolore, tanto patimento, tanta violenza.

La vergogna nel parlare, la vergogna nel raccontare quanto subìto, è stata per anni racchiusa nell’anima e solo da qualche decenno e solo oggi grazie alle ricerche storiche, ai film documentario ed ai racconti, le nuove generazioni hanno la consapevolezza di quanto i nostri cari abbiano dovuto sopportare per arrivare ad avere un’Italia libera e democratica.

Un'opera di grande valore che è stata possibile grazie ad un lavoro di tre anni che si è snodato attraverso oltre trenta interviste, ricostruzioni storiche, immagini spettacolari e scenografiche (foto e montaggio di Gioia Onorati e Giuseppe Treppiedi) che fanno da sfondo ai paesi di San Giovanni Incarico, Ceccano, Pico, Pontecorvo, Esperia, Pastena, Coreno Ausonio e Castro dei Volsci  e che è stato corredato dalle musiche di Massimo Martellotta, Sound Disegn Gianluca Rocchi, Mix Roberto Cappanelli, Colorist Alessandro Spuntarelli, Poster Design Marisa Dipasquale, Produttore esecutivo Michele Lella, Prodotto da Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia. Il documentario, prodotto da QualityFilm, è stato realizzato grazie al sostegno del Ministero Beni Culturali (MIC) - Direzione Generale Cinema Audiovisivo, Cinecittà e Regione Lazio. L'evento cassinate è stato patrocinato dal Comune di Cassino, assessorato alla Cultura, dall'Università di Cassino, e dalle associazioni Errare Persona e Pacis.

A prendere la parola oltre che la regista Damiana Leone, anche il sindaco di Esperia, Giuseppe Villani, l'assessore alla cultura al comune di Cassino, Danilo Grossi che si dal primo momento ha collaborato per la realizzazione del film, il rettore dell’Università di Cassino Marco Dell’Isola e la professoressa Fiorenza Taricone, pro rettore che unitamente allo storico Tommaso Baris, è stata voce narrante di questo meraviglio documento video.





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