Caro Leone, se l'Aula diventa una cantina la colpa non è del sindaco

Caro Leone, se l'Aula diventa una cantina la colpa non è del sindaco
di autore Mario Costa - Pubblicato: 02-12-2022 00:00

OPINIONI - La riflessione del prof. Mario Costa che replica al consigliere comunale di opposizione a margine dell'ultimo Consiglio comunale di Cassino

di Mario Costa*

Quando il consigliere Benedetto Leone, neo felice papà di un vispo maschietto cui rinnoviamo pubblicamente (e affettuosamente) gli auguri, così come ha fatto ieri nell’intervista rilasciata alla stampa, con sicura padronanza dell’Italiano lamenta che non ci sia consiglio comunale “che si celebri in un clima nel quale si possa discutere dei problemi della città nel pieno rispetto delle opinioni altrui”, purtroppo ha ragione. La massima assise cittadina, così come già rilevato giorni addietro da qualche operatore dell’informazione, in spregio alla sua civile tradizione dove pure non sono mancate occasioni di contrapposizione e di scontro, in effetti, in certi momenti, più che una corrida, dà l’immagine di una di quelle “cantine”  o taverne di una volta, dove non mancava mai vino in quantità e dove più di qualcuno era d’uso alzare la voce dopo aver alzato troppe volte il gomito.

Il consigliere Leone non ha invece ragione quando cerca di attribuirne la responsabilità al sindaco e finanche, par di capire, ai consiglieri di maggioranza i quali – a suo dire – non interverrebbero “perché non si leggono le carte”. Quando invece - saggiamente a nostro avviso – si ritraggono dal farsi trascinare in quello che, in alcuni momenti, non è neppure lontano parente del confronto democratico, pur invocato.

 Il confronto democratico, come ben si sa, è cosa seria che richiede tante cose. Anzitutto onestà intellettuale, senso del ruolo che si ricopre, rispetto per l’opinione di chi sta dall’altra parte, di chi di un problema ha una visione magari opposta a quella tua. Comunque basterebbe un po’ di buon senso e scansare dal proprio animo risentimenti o finalità le più diverse  per  recuperare nei lavori consiliari l’agibilità democratica della quale si lamenta la mancanza. Senza dover ricorrere a ricordare l’art.50 del regolamento che fa specifico riferimento al comportamento dei consiglieri. Ad essi, infatti, nella discussione viene riconosciuto il più ampio diritto di esprimere apprezzamenti, critiche, rilievi e censure, ma “devono riguardare atteggiamenti, opinioni o comportamenti politici amministrativi”. Un diritto sacrosanto di ciascun consigliere da esercitare però “escludendo qualsiasi riferimento alla vita privata e alle qualità personali di alcuno e va in ogni caso contenuto entro i limiti dell’educazione, della prudenza e del civile rispetto”.

Ecco dunque: educazione, prudenza, civile rispetto. Recuperando un po’ di serenità, e con uno sforzo nel contenere il furore polemico (quando non anche intenti meramente demagogici se non proprio esclusivamente “casinari”), non dovrebbe essere difficile ricondurre le sedute consiliari nel giusto (oltre che doveroso) solco  del produttivo confronto democratico nell’esclusivo interesse della comunità amministrata. E anche nell’interesse dei componenti tutti di tale consesso.

Quanto al resto, tutto è consentito e da accettare. Come il fingere di rimanere meravigliati se in Consiglio la maggioranza compatta vota sistematicamente a favore di quanto portato per l’approvazione. Da che mondo è mondo, è stato sempre così, tranne qualche eccezione rappresentata dalla minoranza con concrete, motivate, assai serie argomentazioni. E sempre così sarà.

Come pure ci può stare che, dimentichi del finanziamento regionale (un milione e 100mila euro) già ottenuto per la pedonalizzazione del Corso, nonché dell’approvazione dell’aggiunta di 200mila euro a quel finanziamento da attingere dal bilancio comunale necessari per il completamento dell’opera, all’indomani il consigliere Leone, pur consapevole trattarsi di cosa non possibile, torni a proporre  la priorità del rifacimento di piazza Labriola e la contrarietà alla chiusura del Corso senza la primaria approvazione del Piano urbano del traffico (che c’è e va solo adeguato alla nuova realtà). Ventilando chissà quali sconquassi per il traffico, quando invece un’anteprima di cosa diavolo potrà succedere lo si è visto e lo si vede già nei fine settimana con l’isola pedonale e con piazza Diamare preclusa alle auto. Il centro cittadino è tutt’altro che spopolato, mentre gli automobilisti circolano e sostano lungo gli spazi adiacenti senza particolari problemi.

Infine, nonostante la palese strumentalità, ci può stare pure, anche se assai meno, quel demagogico richiamo al sindaco da parte del medesimo consigliere per una fantomatica questione addirittura “morale” per il richiamo (“indecoroso” stando al suo dire) a qualcuno presente tra il pubblico “ che – scrive il consigliere - ha tutto il diritto di esprimere la propria opinione”.  No, caro, consigliere Benedetto Leone, qui non ci siamo. Lei sa bene, o dovrebbe sapere, che chi assiste ai lavori del consiglio ha il dovere di seguire in silenzio, senza poter interloquire. Men che mai arrecare disturbo. Sono le regole della democrazia, che, per funzionare, ha bisogno che vengano rispettate. Da tutti, nessuno escluso.

*Già vicesindaco di Cassino





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