Stellantis, indotto a pezzi: le prime vittime sono gli interinali

Stellantis, indotto a pezzi: le prime vittime sono gli interinali
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 29-10-2022 00:00

LAVORO - A pagare la crisi delle piccole e medie aziende che lavorano per Fca sono anzitutto i precari: cessati quasi tutti i contratti in somministrazione. La preoccupazione della Fiom: "Arrivano continue richieste di cassa integrazione fino a gennaio 2023 da parte delle aziende della componentistica, anche da alcune attività che fino ad ora non avevano fatto ricorso agli ammortizzatori sociali". Alla Reno de Medici cancelli chiusi da due mesi e nessuna certezza per il futuro: ennesima fumata nera

Una settimana da dimenticare in Ciociaria e più in particolare nel Cassinate per quel che riguarda il mondo del lavoro. Nei giorni scorsi la SkF ha annunciato una settimana di cassa integrazione dal 21 al 27 novembre. Sempre la SkF ha comunicato che non saranno rinnovato i contratti agli interinali. Le prime vittime della crisi in atto sono proprio i lavoratori precari, quelli in somministrazione, che non godono di nessun ammortizzatore sociale.

A lanciare l'allarme è la Fiom Cgil con la responsabile dell'indotto Stellantis Rosa D'Emilio che evidenzia come in tante fabbriche gli interinali sono già "scomparsi": si sono dunque volatilizzati centinaia di posti di lavoro.

Spiega la sindacalista dei metalmeccanici della Cgil: "In assenza di un piano industriale di Stellantis abbiamo assistito a molte previsioni, che hanno spaziato dal "toto modelli" al "toto investimenti" , passando per il peggioramento del salario e delle condizioni di lavoro dei lavoratori Stellantis e Componentistica Indotto di Piedimonte San Germano. In attesa di una salita produttiva l'unica cosa "certa" e non ipotetica è la cassa integrazione, che, purtroppo, non si fermerà al 2022, ormai da giorni infatti arrivano continue richieste di cassa integrazione fino a gennaio 2023 da parte delle aziende della componentistica. Altro elemento di forte preoccupazione per la Fiom Cgil e' che iniziano a farne richiesta anche alcune attività che fino ad ora non avevano fatto ricorso agli ammortizzatori sociali."

Argomenta ancora D'Emilio: "Le aziende della componentistica sono tutte monocommittenti, cioè legate esclusivamente all'attività del cliente Stellantis (per il quale lavorano just in time ) e spesso si trovano in profonda difficoltà a seguire le improvvise e non pianificate aperture e chiusure del cliente. Queste condizioni hanno portato molte realtà produttive a "riorganizzarsi" internamente anche in alcuni casi determinando problemi di sicurezza. Ormai dentro le fabbriche non si è considerati neanche più numeri ma carne da macello. La Fiom Cgil - conclude - continuerà fabbrica per fabbrica la propria battaglia per i diritti, il salario e la dignità delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare".

VERTENZA RENO DE MEDICI

Nella riunione che si è tenuta nei giorni scorsi nella sede di Unindustria a Cassino tra la dirigenza aziendale e i sindacati si attendeva una svolta. L’annuncio di una ripresa produttiva in tempi brevi. Il vertice si è invece concluso con una fumata nera: i cancelli resteranno ancora chiusi. Non c’è ancora un’intesa, per questo motivo il tavolo è stato aggiornato al prossimo 8 novembre: si terrà sempre nella sede di Unindustria.

 L’azienda ha informato il sindacati che i legali delle due parti stanno lavorando per elaborare un documento condiviso che poi dovrà essere ratificato in Prefettura. I sindacati  mantengono alta la guardia ma non nascondono lo scetticismo. E la paura. Anche perché in via preventiva è stata richiesta la cassa integrazione straordinaria, dal momento che quella ordinaria scade il 20 novembre (ricordiamo che i cancelli sono chiusi dallo scorso 22 agosto).

Bocche cucite da parte dell'azienda, nessun commento all’esito del vertice anche se da indiscrezioni che trapelano dalla riunione l’azienda al tavolo si sarebbe mostrata fiduciosa sul fatto che la cassa integrazione straordinaria non servirà in quanto prima del 20 novembre il sito industriale potrà tornare in funzione. Non c’è ancora una data per la ripartenza, perché mancherebbe ancora l’assenza di un percorso certo.

Gli operai, in cassa integrazione da due mesi, con buste paga decurtate che in alcuni casi non superano gli 800 euro al mese, nell’assemblea che si è svolta dopo la riunione hanno manifestato tutta la loro preoccupazione. Intanto, per far fronte a questo difficile periodo economico, potranno godere di un bonus carburante di 400 euro messo a disposizione dall’azienda, secondo quanto hanno riferito alcune fonti sindacali.





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