Dalla Fiat a Stellantis, 50 anni di una fabbrica

Dalla Fiat a Stellantis, 50 anni di una fabbrica
di autore Redazione - Pubblicato: 15-10-2022 00:00

LA FESTA - Il 15 ottobre 1972 la prima 126 in produzione sulle linee dello stabilimento di Piedimonte San Germano, oggi la cerimonia in Comune. Gabriele Picano: "Dobbiamo tornare a sognare come mezzo secolo fa"

«Mezzo secolo fa sorgeva lo stabilimento Fiat a Piedimonte. Un sito industriale fortemente voluto dalla politica dell'epoca e dagli uomini che il territorio scelse come rappresentanti. L'obiettivo comune era quello di potenziare il Cassinate». Lo ha detto Gabriele Picano vice coordinatore provinciale di Fratelli D’Italia. «La fabbrica nacque così all'ombra dell'Abbazia, - ha continuato - e fiorì un indotto ramificato e vastissimo che negli anni a seguire fu il vero motore dell'economia di tutto il sud della Provincia e non solo.

Gabriele Picano

Dietro a tale impresa il lavoro e l'impegno degli uomini che in quegli anni ricostruirono e costruirono da zero un'economia che in Italia era assente da un po'. Il boom economico, le prime macchine in strada, il commercio florido: il territorio fiorì e tutti avevano un familiare impiegato nello stabilimento. Essere operaio dello stabilimento Fiat era uno status di cui farsi vanto, e le famiglie sono riuscite così a crescere, sono state costruite case, avviate attività commerciali e i figli arrivati negli anni successivi hanno avuto la possibilità di frequentare le migliori università e, in alcuni casi, di tornare da laureati proprio nello stabilimento. Sembra una favola, una di quelle favole italiane nate negli anni'70 che hanno accompagnato gli italiani per decenni. Nel tempo, sono state prodotte oltre 7 milioni di vetture per i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo». 

«Qui sono state costruite automobili come la Fiat Ritmo, la Fiat Tipo, la Lancia Delta e l'Alfa Romeo Giulietta; - ha detto - oggi vengono prodotte le Alfa Romeo Giulia e Stelvio oltre alla Grecale. E la situazione appare, però, ben più critica, altissima l'attenzione del territorio e dei sindacati. L'impegno della politica deve essere quello di tutelare quel sogno, tornare a dare linfa e ottimizzare le risorse».

«Gli uomini che rappresentano il territorio - ha concluso - devono raccogliere il testimone di chi mezzo secolo fa offrì le basi per questo sogno contribuendo alla crescita e allo sviluppo socio economico di un'area vastissima».





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