Dalla 126 al Suv Grecale: la Fiat è da 50 anni il motore del territorio

Dalla 126 al Suv Grecale: la Fiat è da 50 anni il motore del territorio
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 11-10-2022 00:00

L'ANNIVERSARIO - Il 15 ottobre del 1972 a Piedimonte San Germano la prima vettura prodotta. Mezzo secolo che ha cambiato il volto del Lazio Meridionale. Passando per Fca fino all'attuale Stellantis, Franco Di Giorgio ha riassunto le fasi salienti in un libro che sarà presentato sabato. Intanto crescono i timori per il futuro. Ciacciarelli: "Appena vinceremo le elezioni regionali convocheremo i vertici aziendali". Ecco i dettagli

Foto: Centro Storico Fiat

"Dalla Fiat a Stellantis – 50 anni di evoluzione sociale ed economica del Lazio meridionale, 1972 – 2022 (Centro Documentazione   e Studi Cassinati Aps, 2022)": è questo l’ultimo lavoro di Francesco Di Giorgio ,che sarà presentato sabato 15 ottobre a Piedimonte San Germano nell’ambito di un evento curato dal Comune in ricordo della data di inizio delle attività produttive della Fiat nel nostro territorio.

Questa la sintesi della ricerca contenuta in questa pubblicazione che ha la pretesa di costituire uno strumento utile a ricordare i cinquanta anni di industrializzazione nel Lazio meridionale, ma anche un momento di riflessione sulle delicate vicende che investono l’intero settore dell’industria automobilistica:

Alla fine degli anni ’60 e inizia anni ’70 un possente movimento sindacale scuote le fabbriche del cosiddetto “triangolo industriale” dell’Italia. Nuovi protagonisti si affacciano sulla scena:  il movimento studentesco che si affianca alle lotte operaie. Gli immigrati del sud che aspirano a tornare nei loro luoghi di origine.

Le tensioni sociali trovano un felice sbocco a livello di sintesi politica e governativa con l’avvio dei cosiddetti esperimenti di contrattazione programmata. Nasce così un vasto programma di decentramento industriale verso il sud Italia che porta in queste aree diverse industrie del nord. Prime fra queste, la Fiat.

Nel nucleo industriale Cassino – Pontecorvo nasce il più grande complesso industriale del Mezzogiorno d’Italia. Tre  stabilimenti nell’Abruzzo Molise ( Termoli, Sulmona e Vasto); tre nelle Puglie ( Lecce, Brindisi e Nardò).

Il 1973 è la stagione dei rinnovi contrattuali. Gianni Agnelli propone un patto sociale tra produttori, imprenditori e lavoratori contro la rendita parassitaria del Paese. E’ il preludio del raddoppio degli stabilimenti di Cassino – Piedimonte San Germano. Il tutto avviene nel mezzo di una grave crisi petrolifera conseguenza della guerra in medio oriente (Yom Kippur), che scuote nel profondo l’economia del paese.

Da allora si consolida e si sviluppa un processo di crescita economica e sociale per l’intero Lazio meridionale. A distanza di cinquant’anni un ciclo economico sembra esaurirsi. Sara necessario implementare nuove vie di sviluppo? L’industria automobilistica avrà ancora un ruolo trainante nell’economia del territorio?.

IL FUTURO NEBULOSO

“Come prima cosa, non appena avremo conquistato la Regione Lazio, convocheremo i vertici di Stellantis per ricevere rassicurazioni e certezze sui piani per lo stabilimento del Lazio Meridionale e sul suo futuro. In un decennio dal Partito Democratico tante chiacchiere e pochi fatti, solo un mucchio di scartoffie inutili. Il Centrodestra è pronto a prendere le redini della Pisana ed a sistemare tutti i disastri combinati dalle Zingaretti, che, ormai è scappato in Parlamento ma continua a tenere in ostaggio la Regione Lazio. Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Lazio Pasquale Ciacciarelli (Lega) che, quindi, argomenta: "Bisogna andare subito al voto, le cose da fare sono tante: dal lavoro, alla sanità, all’ambiente

Prosegue Ciacciarelli: "Stellantis rappresenta un altro fallimento per la Sinistra! Mentre per gli altri siti produttivi d’Italia le strategie del gruppo sono chiare, per il nostro, che avrebbe enormi potenzialità, no! Lo chiedo dal 2019. Bisogna convocare subito i vertici di Stellantis (Fiat Auto) per capire quali sono le loro intenzioni ed il loro piano industriale per il sito di Piedimonte San Germano. Bisogna subito andare al voto nel Lazio per dare a questa Regione una guida forte ed autorevole, che sbatta i pugni sul tavolo, e che tuteli l’occupazione! Siamo stufi dei tentennamenti da parte del Partito Democratico provinciale e regionale. È ora di affrontare di petto la situazione trovando delle soluzioni, e non dei palliativi.” 





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