Stellantis, se ne vanno altri 139 operai e Cassino scende sotto quota tremila

Stellantis, se ne vanno altri 139 operai e Cassino scende sotto quota tremila
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-07-2022 00:00

ECONOMIA - Nel corso del 2023 sono previste ancora altre uscite, lo stabilimento pedemontano potrebbe perdere altre centinaia e centinaia di posti di lavoro. Zero assunzioni. La Fiom non firma l'accordo siglato dagli altri sindacati. Annullato il sabato lavorativo che era previsto in giornata. Tutti i particolari

Per la prima volta da decenni, proprio quest’anno che l’ex Fiat, poi Fca e oggi Stellantis compie 50 anni, lo stabilimento scenderà sotto i tremila dipendenti. Negli anni Novanta, e fino a non molti anni fa, il sito pedemontano era uno dei più grandi d’Italia e vantava circa 5.000 lavoratori tra operai e impiegati: poi pian piano sono scesi intorno ai 4.000. Negli ultimi due anni, l’ondata di pensionamenti e le assunzioni che si sono fermate a quota 300 nel 2017 quando è partita la produzione dello Stelvio, hanno portato lo stabilimento a contare 3.070 dipendenti. Tanti ne risultano nella “fotografia” scattata dalla Fim-Cisl che nei giorni scorsi quando ha reso noto il report del primo semestre dell'anno. Entro la fine del 2022 ci sarà un'ulteriore emorragia di lavoratori. 

Nella giornata di giovedì, infatti, i sindacati Uilm, Fismic, UglM e  AqcfR hanno sottoscritto un accordo con Stellantis relativamente alle uscite esclusivamente volontarie di anticipo pensionistico e non, negli uffici e nelle fabbriche del gruppo. “Questo - si legge nella nota sindacale - consentirà di ridurre in Stellantis l’utilizzo di ammortizzatori sociali che stanno impattando negativamente sui redditi dei lavoratori.

Attualmente l’occupazione complessiva in Stellantis in Italia è di quasi 49.000 dipendenti, le possibili uscite volontarie previste sono massimo 1.820, pari al 3,7%. Più precisamente, in alcuni stabilimenti ed enti erano state già raggiunte delle pre intese su uscite volontarie, pari a circa 752, mentre in altri saranno avviate le relative procedure per le restanti 1.068. Le uscite avverranno sulla base del criterio della volontarietà, o per meglio dire della non opposizione alla risoluzione del rapporto di lavoro, nell’ambito delle unità e delle mansioni interessate per cui sussiste un’eccedenza”.

Secondo fonti sindacali che debbono però ancora ricevere il timbro dell'ufficialità, a Cassino il numero di uscite volontarie oscilla tra le 131 e le 139: non di più, non di meno. Significa quindi che inevitabilmente l’occupazione scenderà sotto quota tremila tute rosse e non ci saranno nuove assunzioni. Non sono previste, a Cassino, nonostante proprio in queste settimane sia partita la produzione del nuovo modello: il Suv Grecale della Maserati.

Al contrario, nel 2023, sempre secondo quanto trapela da fonti sindacali, dovrebbe esserci un accordo per ulteriori uscite anticipate volontarie e tra 18 mesi l’occupazione a Cassino potrebbe ulteriormente diminuire in maniera importante. L’accordo non è stato firmato dalla Fiom, che evidenzia: “La transizione ecologica impone un confronto serio sulle competenze e sull'occupazione, ma il risultato di questi accordi è che la maggioranza di chi ha deciso di uscire sono lavoratori e lavoratrici giovani”.

Oggi, intanto, a Cassino non ci sarà il sabato lavorativo di recupero annunciato. Ieri la dirigenza ha fatto sapere che solo la lastratura lavorerà con 50 addetti su base volontaria per recuperare le perdite causate dal blackout di giovedì.





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