Stellantis, maggio da dimenticare: otto giorni senza lavoro (per ora!)

Stellantis, maggio da dimenticare: otto giorni senza lavoro (per ora!)
di autore Redazione - Pubblicato: 23-05-2022 00:00

ECONOMIA - Cancelli chiusi anche domani. Mercoledì è prevista la salita produttiva del Suv Grecale, ma c'è preoccupazione. La Fiom: "La situazione è drammatica". Ecco i numeri

Non solo i tre sabati lavorativi revocati (7, 14 e 21 maggio) i cancelli dello stabilimento Stellantis di Cassino nel mese in corso sono stati chiusi anche nei giorni 11, 16 e 20 maggio. L'inizio di questa settimana è uno dei peggiori: non si è lavorato nella giornata odierna e poco fa è arrivata la comunicazione che i cancelli resteranno chiusi anche domani.

La causa è sempre la mancanza del materiale. Ma a partire da mercoledì dovrebbe esserci la salita produttiva del Suv Grecale con circa 60 vetture prodotte giornalmente: la produzione dovrebbe poi andare a regime tra giugno e luglio. Il condizionale, viste le condizioni, è d'obbligo. La carenza di materiale preoccupa così come la situazione economica globale.

Sul punto accendono i riflettori i delegati della Fiom-Cgil che evidenziano: "La fotografia dell'industria italiana nel settore dell'automotive è drammatica: il nostro Paese produceva 1 milione e 800 mila vetture alla fine degli anni 90, mentre nel 2021 abbiamo prodotto circa 400 mila veicoli. Il fatturato dell'automotive è comunque importante nel nostro sistema industriale dal momento che, se consideriamo anche la componentistica, si tratta di 93 miliardi di euro di fatturato, pari 5,6% di Pil, con un'occupazione pari a circa 250mila lavoratori diretti.

La grande capacità industriale dal punto di vista della componentistica sta compensando la crisi dei volumi produttivi dei veicoli Stellantis: il dato è che per ogni auto immatricolata lo 0,28 coincide con quanto prodotto in Italia, mentre in Germania il rapporto è 1,29.

Il nostro Paese paga il prezzo dell'incapacità di utilizzare la capacità istallata dei nostri stabilimenti. Sono 12 anni che i lavoratori pagano con gli ammortizzatori sociali l'inconsistenza degli investimenti per la transizione industriale ed ecologica".

Il segretario nazionale Michele De Palma chiosa: "Occorre avviare il percorso per una grande assemblea europea dei delegati e difendere il diritto alla mobilità ecologica per tutti".





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