A cento anni dalla nascita il ricordo di Pasquale Pignatelli

A cento anni dalla nascita il ricordo di Pasquale Pignatelli

CRONACA - Lo scultore di Cassino insieme al figlio Pino, ha restaurato i due leoni di pietra siti dinanzi al Palagio Badiale. Il lavoro gli fu commissionato dall'allora Abate Bernardo D'Onorio

di Francesca Messina

Pasquale Pignatelli, oggi avrebbe compiuto la veneranda età di 100 anni. In occasione del centenario dalla nascita, vogliamo oggi ricordare lo scultore e artista Pasquale Pignatelli che ha contribuito, attraverso la sua lunga attività artigianale, a dare lustro alla città di Cassino con le sue pregevoli opere in marmo, sparse anche in tutte le province del Lazio e delle regioni confinanti.

Quasi come un cerchio del destino che si chiude, negli ultimi anni della sua lunga carriera gli fu affidata dall’Abate di Montecassino Bernardo D’Onorio, proprio dove tutto era cominciato, il restauro dei due splendidi Leoni di pietra che oggi sono a protezione della Curia, di fronte all’allora Chiesa Madre di Cassino, oggi Concattedrale. L’Abate, a cui avevano raccontato delle grandi qualità artistiche di Pasquale Pignatelli, che aveva anche potuto constatare all’interno dell’Abbazia, si recò personalmente nella sua bottega artigianale e gli commissionò il restauro dei leoni distrutti dalla guerra, di cui rimanevano solo dei frammenti.

Aiutato dal figlio Pino Pignatelli che in quel periodo lavorava con lui, iniziarono i preparativi del restauro con una ricerca nella biblioteca di Montecassino delle foto dei leoni prima che venissero distrutti, per capire la forma e la collocazione dei pezzi mancanti. Fatti tutti i disegni si recarono sulle cave di Coreno Ausonio dove l’artigiano scelse le pietre giuste e iniziarono il lavoro di scultura, assemblaggio e fissaggio dei pezzi mancanti. Dopo un lungo e certosino lavoro, durato oltre otto mesi, ogni pezzo fu montato al suo posto ed i leoni sembravano non aver mai subito danni.  Ma c’era ancora un lavoro da fare: i pezzi scolpiti da poco erano di un colore più vivido, a causa del mancato invecchiamento dovuto al tempo e alle intemperie che avevano invece subito i leoni nel corso della loro esistenza.

Per eliminare la differenza di colore tra la pietra dei leoni invecchiata dal tempo e quella vivida dei pezzi appena scolpiti, si rese necessaria un’ultima fase in cui si trattarono questi ultimi con un processo di invecchiamento a base di coloranti naturali che resero omogeneo l’aspetto dei due leoni.  

Considerata l’occasione, ci è sembrato giusto raccontare la storia di un uomo comune come ce ne sono tanti, che fanno cose straordinarie per la comunità e per il mondo, per cercare di elevare l’uomo dal suo stato di pochezza rispetto all’immensità dell’Universo e raggiungere le più alte vette dell’arte, della scienza e della conoscenza, affinché non vengano ignorati o dimenticati e il loro lavoro sia di esempio alle nuove generazioni.

Pasquale Pignatelli era nato a Cassino il 15 maggio del 1922, non finì neanche di fare gli studi che fu chiamato alle armi a causa della Seconda Guerra Mondiale. Dopo sei lunghi anni di prigionia, tornato in patria, cercò lavoro presso una piccola industria di marmi dove, notato subito per la sua passione e le sue capacità, gli fu assegnato l’incarico di collaborare alla ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, distrutta dalla guerra, come “scalpellino”. A lui si devono molti dei mosaici di marmi colorati che decorano la chiesa principale del monastero e successivamente, dopo la ricostruzione, anche la realizzazione di un altare ubicato in una nicchia situata dietro quello principale.

Finita la ricostruzione mise un laboratorio artigianale di marmi in Via Arigni, nei locali del Vecchio Mulino di Ranieri, dove continuò a costruire altari di marmo in tanti conventi, chiese e cimiteri dei paesi limitrofi grazie alla fama che si era procurato per lo splendido altarino costruito nell’Abbazia. Successivamente si dedicò alla scultura di immagini sacre, soprattutto per cimiteri, lasciando una serie di pregiate raffigurazioni in bassorilievo di Angeli, Madonne, Cristi e Santi di ogni genere, che hanno trasformato i cimiteri, dominati all’epoca solo di croci di legno conficcate nella nuda terra, in opere d’arte che hanno abbellito, commosso e restituito dignità a migliaia di defunti fino ad allora sepolti in urne anonime e spoglie.

Pasquale Pignatelli amava raccontare che durante la prigionia in Grecia aveva avuto modo di osservare e seguire i restauri di un famoso tempio del luogo, ubicato non lontano dal loro campo, e di essere rimasto profondamente ammirato e affascinato dal modo in cui, con il solo aiuto di un martello e uno scalpello, quegli artisti riuscivano a scolpire dei volti, rimodellare le forme di una statua, creare dei nuovi capitelli da inserire al posto di quelli distrutti dalla guerra, dai terremoti o semplicemente corrosi e rovinati dalle intemperie. Forse perché erano gli unici ricordi belli di una guerra orrenda restarono indelebili nella sua mente, facendo nascere successivamente quella che sarebbe diventata prima la sua passione e poi il lavoro che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.





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