Vendite in calo e fermate in aumento. In Fca si mette male

Vendite in calo e fermate in aumento. In Fca si mette male
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 21-04-2022 00:00

ECONOMIA - Altri due giorni di stop per lo stabilimento Stellantis, intanto in Europa le immatricolazioni del Gruppo e delle vetture prodotte a Cassino vanno sempre più giù: Alfa Romeo perde il 26%, Maserati oltre il 30%

Ultimo giorno di lavoro, oggi, per gli operai dello stabilimento Stellantis di Cassino: si tornerà in fabbrica il 27 aprile. Nella giornata di domani e di martedì 26 aprile i cancelli resteranno infatti chiusi per mancanza di materiale. Nei primi quattro mesi dell'anno sono oltre venti i giorni di stop che gli operai hanno già passivamente subito a causa della mancanza di materiale.

Una flessione produttiva che si fa sentire inevitabilmente sul mercato. Nella giornata di ieri Acea, l'associazione europea dei costruttori di automobili ha infatti diramato i dati dai quali emerge che nell’area composta dai Paesi Ue ed Efta e dal Regno Unito sono state immatricolate 1.127.077 vetture, il 18,8% in meno rispetto a un anno fa. Il tasso di decremento è quasi quattro volte superiore al -5,4% registrato a febbraio e di molto superiore al -2,4% di gennaio.

L’aggravarsi della crisi trova le sue motivazioni in due fattori specifici che stanno rendendo sempre più preoccupante la carenza di disponibilità di prodotto. L’associazione, infatti, parla di una produzione automobilistica penalizzata dalle “continue interruzioni della catena delle forniture", ulteriormente esacerbate dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

Nella classifica dei maggiori produttori, Stellantis si piazza sempre al secondo posto dietro il gruppo Volkswagen. A marzo, il costruttore nato dalla fusione di FCA e PSA ha registrato 203.515 veicoli, il 30,3% in meno rispetto a marzo 2021. Segno meno per tutti i marchi, con l’unica eccezione della DS (+22,3%) : -31,3% per la Peugeot, -28,7% per la Opel, -32,8% per la Fiat, -30,5% per la Citroën, -36,2% per la Jeep, -29,1% per la Lancia, -26,2% per l’Alfa Romeo e 30,2% per la Maserati.





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