"La pandemia e la guerra sembrano compromettere il ritorno alla normalità"

"La pandemia e la guerra sembrano compromettere il ritorno alla normalità"

CRONACA - Gli auguri di buona Pasqua dell'abate di Montecassino Dom Donato Ogliari: " La fede nel Signore risorto che ha trionfato sulla morte, ci spinge a fare nostro il suo sguardo sul mondo. Gesù ci aiuta a comprendere che ogni croce – piccola o grande che sia – può insegnarci qualcosa"

di Francesca Messina

Giunge a noi tutti il messaggio di auguri dell’Abate di Montecassino, dom Donato Ogliari di una Pasqua segnata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.

“Cara amica, caro amico,

le inquietudini e le incertezze, generate dapprima dalla pandemia e ora dalla guerra in Ucraina, col suo insensato carico di distruzione, atrocità e morte, sembrano compromettere le aspettative di un ritorno alla normalità che tutti auspichiamo.

E tuttavia, seppur provati nelle nostre attese e nei nostri sentimenti, come cristiani non possiamo non vivere la Pasqua all’insegna della speranza.

La fede nel Signore risorto che ha trionfato sulla morte, ci spinge a fare nostro il suo sguardo sul mondo, uno sguardo sfolgorante di luce che, trafiggendo le brutture e le malvagità che in esso si consumano, fa da argine alla tentazione di cedere allo smarrimento e all’angoscia, e ci sospinge sui sentieri di un impegno fattivo per la giustizia, la concordia e la pace.

Soprattutto, con la sua vittoria sulla croce, Gesù ci aiuta a comprendere che ogni croce – piccola o grande che sia – può insegnarci qualcosa che trapassa e va oltre la sofferenza che debilita e spegne la vita.

Se vissuta nella fede nella Risurrezione di Gesù, ogni croce, può, infatti, trasformarsi in un serbatoio di luce, capace di farci scrollare di dosso le paure che ci rattrappiscono, e, soprattutto, capace di sprigionare guizzi insospettati di vita, che imprimono un senso nuovo a ciò che sembrava non averne.

Infine, cara amica, caro amico, non dimentichiamo che la prima parola che Gesù risorto, apparendo ai suoi discepoli, ha rivolto loro, è stata la parola “pace”.

Ciò significa che vivere la Pasqua cristiana comporta entrare in un dinamismo di pace che ha in Gesù risorto la sua fonte e il suo modello.

Lui solo, infatti, ci può aiutare a coltivare fedelmente la pace nel nostro cuore, a ruminarla senza posa nella nostra mente, a conformarci ad essa con la delicatezza della solidarietà e dell’amore nelle parole, nei gesti e nelle azioni della nostra quotidianità.

Questa è la pace che scaturisce da Gesù risorto, il Signore della vita; una pace il cui suono, il cui calore e la cui luce si oppongono alla violenza distruttiva e blasfema dell’odio e della guerra.

È questa pace, cara amica e caro amico, che ti invito a invocare ogni giorno nella preghiera. Ed è di questa pace che ti invito a farti quotidianamente umile artigiano.

Solo così la luce della Pasqua continuerà ad irradiare i suoi raggi benefici sulla nostra vita, e a sostenere il nostro impegno a rendere questo nostro mondo più giusto, più bello, più fraterno, a cominciare dal luogo in cui viviamo e operiamo.

Questo è il mio augurio per te e per i tuoi cari. Buona Pasqua!”





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