TERRITORIO - Le sperimentazioni avviate nel comune ciociaro diventano un esempio per tutti. L'orgoglio del sindaco Sacco
in Italia ci sono centinaia di ettari di terreno inutilizzabili. La causa sono le sostanze chimiche – prodotte dalle industrie o dai rifiuti – che hanno avvelenato il sottosuolo. Da qualche anno si è diffuso l’utilizzo della canapa industriale, alleata per ripulire il terreno grazie al fenomeno della fitodepurazione. Giuseppe Sacco, sindaco di Roccasecca, provincia di Frosinone, ha pensato di avvalersi di questa potenzialità per bonificare la zona, per decenni sede di una discarica di servizio di Roma Capitale, chiusa a inizio 2021.
Il primo cittadino è stato intervistato da Lampoon Magazine, testata giornalistica milanese che si occupa di cultura, civiltà, storia e tendenze. Il sindaco non ha nascosto l'orgoglio per il lavoro svolto e ha spiegato: "C’è una problematica ambientale, quei terreni sono inquinati. Era impossibile pensare di destinarli a nuove attività o all’agricoltura», spiega Sacco. La zona a sud della Provincia di Frosinone ha perso la sua vocazione agricola nel corso dell’ultimo decennio. Le superfici utilizzate sono diminuite del 26%. Si è perso il 51,4% delle aziende, con un crollo verticale degli occupati. Qui nasce il progetto Green Valley. Abbiamo iniziato a immaginare quale potesse essere un nuovo modello di sviluppo del territorio e ci è venuta in mente la fitodepurazione, una delle qualità principali della canapa".
Green Valley vuole portare vantaggi al territorio in termini di sostenibilità, occupazione ed economia circolare. Si punta alla creazione di un polimero dalla canapa coltivata, da impiegare in vari settori industriali. Nel Comune di Roccasecca ci sono circa 3.500 ettari di suolo agricolo. Solo 1.100 sono parzialmente utilizzati. Dopo aver identificato nella canapa un possibile alleato, l’amministrazione ha iniziato a studiare le potenzialità del progetto, coinvolgendo il Cosilam (Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale) e con il supporto scientifico dell’Università di Cassino. Siglato un protocollo d’intesa tra questi enti ed Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), è iniziata la prima fase di sperimentazione sul territorio.
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