L’otto marzo? Tante mimose e pochi fatti

L’otto marzo? Tante mimose e pochi fatti
di autore Vanessa Carnevale - Pubblicato: 13-03-2022 00:00 - Tempo di lettura 1 minuti

RUBRICHE - Femminicidi, disparità salariali, violenza domestica, corpi mercificati, il germe del patriarcato: sono solo quattro delle tante problematiche che lo Stato, tutt’oggi, ha affrontato con superficialità. Vanessa Carnevale commenta la settimana della festa della donna: "Abbiamo assistito più che mai a monologhi sdolcinati, citazioni Shakespeariane in ogni dove e bacheche social stracolme di foto"

 

di Vanessa Carnevale

Potevo non parlare, soprattutto in questa settimana, della celeberrima Festa della donna? Ebbene in questi giorni abbiamo assistito più che mai a monologhi sdolcinati verso la donna, citazioni Shakespeariane in ogni dove, bacheche social stracolme di foto di madri, sorelle, amiche e/o partner da elogiare e fiorai dediti alla vendita di mimose che (nel giro di sole 24 ore) hanno fatto superare all’Italia il pil di Dubai.

Soldi, apparenza, superficialità, falsità… possibile che la premura verso la figura femmnile sia ridotta ad una festa spicciola quale l’8 marzo? Eppure non c’è da stupirsi, vista la stragrande maggioranza della popolazione che preferisce circoscrivere il problema piuttosto che affrontarlo. Farsi belli con la trovata delle mimose e le odi verso il genere femminile sono solo una delle tante strategie volte a mettere a tacere una serie di situazioni che, ancora oggi, viviamo nel quotidiano. Femminicidi, disparità salariali, violenza domestica, corpi mercificati, il germe del patriarcato ecc. ecc. sono solo quattro delle tante problematiche che lo stato, tutt’oggi, ha affrontato con superficialità.

Sono ancora tante le donne che la società fa sentire sbagliate perché proiettate verso una carriera lavorativa che potrebbe togliere del tempo alla famiglia, il più delle volte colpevolizzate perché non hanno nel cassetto il sogno di diventare mamme o mogli, donne giudicate “facili” perché si mostrano sui social in pose piccanti, uomini che inviano video privati in svariati gruppi whatsapp (e qui si parla di revenge porn, altro problema importante) e ancora madri che vengono colpevolizzate perché continuano a coltivare le loro passioni, nonostante la maternità.

Insomma siamo nel 2022 e ancora vi è una netta differenza tra il genere maschile e quello femminile. Un caso emblematico (tra l’altro molto recente) è indubbiamente quello di Chiara Ferragni che, come riportava un articolo di qualche settimana fa, aveva lasciato il marito a fare il “mammo” con i 2 figli e lei si era permessa di partire qualche giorno per lavoro.

Mi viene da chiedermi se, qualora la cosa fosse stata inversa, si sarebbe scritto comunque un articolo a riguardo (ma ahimè non credo proprio). Tra l’altro, sentire un giornalista apostrofare un uomo che si prende cura dei propri figli come “mammo” e non come“papà” credo sia molto preoccupante e mi fa rabbrividire. Non starò qui a dilungarmi troppo e a fare ulteriori polemiche ma ribadisco il mio pensiero a riguardo:” Tante mimose e pochi fatti”!

Se amate le donne evitate di creare una giornata per festeggiare, ma amatele ogni giorno, possibilmente senza venire alle mani, senza denigrarle verbalmente ed evitando di umiliarle. Non abbiamo bisogno né di feste né di mimose, anche perché quei ramoscelli che ci regalate stanno meglio sulle piante che dentro un vaso. Rispettiamoci tutti a vicenda, uomini e donne, perché siamo uguali e tali  resteremo per tutta la vita.





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