IL BOLLETTINO - Oggi, due anni fa, diagnosticato a Codogno il primo caso di Covid. Nelle ultime 24 ore ricoveri in aumento ma nessun decesso in Ciociaria
Esattamente due anni fa viene diagnosticato nel Lodigiano, a Codogno, il primo caso di coronavirus in Italia, terzo Paese al mondo dopo Cina e Iran ad aver a che fare con il Covid. Il paziente è Mattia Maestri, a diagnosticare il caso è l'anestesista Annalisa Malara, dopo aver visto che l'uomo, affetto da polmonite, non risponde alle cure.
L'Italia piomba nell'incubo. A Codogno e in altri comuni del Lodigiano scatta il lockdown, poi esteso a diverse Regioni e province del Nord, infine all'Italia intera. Le città vuote, i cittadini che si affacciano ai balconi per cantare e fare dediche a medici e infermieri "eroi". Si può uscire solo per fare la spesa, andare in farmacia, al tabacchino o all'edicola, per fare attività sportiva da soli all'aperto e per portare i cani a fare i propri bisogni.
Intanto arrivano a morire quasi mille cittadini al giorno (l'immagine dei camion militari , mentre le terapie intensive e gli ospedali si riempiono: nel momento più difficile, il Paese si scopre unito). Ma per poco, perché passata la prima ondata spuntano i negazionisti prima e i no vax poi, e il Paese oggi è profondamente lacerato.
Due anni da incubo per l'Italia. La luce in fondo al tunnel è più nitida, ma la pandemia non è ancora alle spalle. Oggi in Ciociaria aumentano i ricoverati (da 82 a 85) non si registra però alcun decesso.
Superata quota 13 milioni e 160 mila vaccini complessivi, il Lazio è la prima Regione italiana per popolazione che ha ricevuto la terza dose, circa 5 punti in più rispetto a media nazionale. Superate le 3,8 milioni di dosi booster effettuate, il 78% di copertura con dosi booster della popolazione adulta. Nella fascia pediatrica 5-11 anni sono oltre 145 mila i bambini con prima dose pari al 39%.
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