Perchè il Ministero dei Trasporti non indice un concorso proprio?

Perchè il Ministero dei Trasporti non indice un concorso proprio?
di autore Mario Costa - Pubblicato: 21-01-2022 00:00

OPINIONI - L'analisi del professor Mario Costa in merito al pronunciamento del Tar che ha bocciato il Comune di Cassino per non aver ceduto le graduatorie. L'interrogativo: "Gli interessi della cittadinanza chi li deve tutelare?"

di Mario Costa

Quando giornalisti (o presunti tali, come chi scrive), politici (di lungo o breve corso) oppure sindacalisti (buoni o meno buoni) si trovano di fronte a sentenze su questioni della Pubblica Amministrazione delle quali ritengono di non poter proprio fare a meno di occuparsi, il rischio incombente che grava su di loro è di dimenticare il proprio specifico compito (e le proprie competenze) per mettersi a fare, in maniera più o meno consapevole, gli avvocati. Se non addirittura, in qualche caso, i giuristi.

Il che capita spesso. Così come è capitato (ma la cosa meraviglia solo fino ad un certo punto) a proposito della sentenza del Tar sul ricorso di una decina di idonei al concorso per la copertura di un posto per istruttore direttivo di vigilanza (categoria D) per il diniego - si badi bene - al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del consenso ad attingere a tale graduatoria per reclutare proprio personale.

Occorrerebbe tener presente che l'indizione e l'espletamento di un concorso richiede più di qualche incombenza e pure qualche "sacrificio". A partire dalla individuazione delle persone "giuste" da mettere nella commissione esaminatrice e dai relativi notevoli costi che ne conseguono, Senza voler mettere nel conto gli innumerevoli "rischi" anche per gli amministratori più ligi, oculati e rigorosi. Rischi sempre in agguato quando si mette in moto siffatta macchina. Cosa peraltro, dalle nostre parti, sperimentata pure di recente per concorsi fatti dalla Asl di Latina o dalla Regione Lazio. qui a Cassino (fortunatamente?) è andato tutto liscio,

Ma quando il bisogno spinge, un'Amministrazione responsabile deve correre il rischio. Così, a fronte di una esigenza impellente determinata dalla carenza di personale nella Polizia Locale, il Comune di Cassino ha a suo tempo indetto il concorso. Si è premurato di richiamare nella relativa delibera l'art. 9 comma 1 della legge n.3 del 2003. Stabilendo così che alla graduatoria, una volta "valida ed efficace", avrebbero potuto accedere solo gli Enti Locali. Fin troppo chiara la ratio di tale opzione: non trovarla (la graduatoria) svuotata degli idonei man mano che sarà possibile assumere vigili di categoria D e immetterli nell'organico della Città Martire ridotto all'osso e con pensionamenti in vista.

Ora è arrivata la "sonora bocciatura" , per dirla con le parole di qualcuno particolarmente eccitato dalla sentenza del Tar, ignaro di mettere in sottordine, insieme a qualche altra cosa, il fatto che non è stata annullata la delibera numero 21 del 2021, ma il provvedimento impugnato dal Ministero di reiezione della domanda di scorrimento della graduatoria.

Se la penseranno allo stesso modo al Consiglio di Stato o se la sentenza sia invece "erronea ed ingiusta" come sostiene il bravo amministrativista del Comune, lo si vedrà. Ognuno combatterà la propria battaglia: i ricorrenti a tutela dei propri interessi ed aspirazioni più o meno legittime; il Comune, doverosamente, la propria.

Qualche domanda, però, dovrebbe sorgere spontanea. Ma il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva ed ha proprio bisogno di Istruttori Direttivi di Vigilanza di cat. D? Se ne aveva, e se ne ha bisogno, perché non ha indetto, o non indice, un concorso proprio? Perché vuole attingere alla graduatoria di un Comune i cui idonei hanno partecipato per lavorare a Cassino e non a Roma? Peraltro lasciando maliziosamente pensare a qualcuno che attraverso il Ministero si possa poi transitare, visto che siamo nel campo dei trasporti, per arrivare a qualche altra stazione?

Infine, da ultimo, ma non per importanza: gli interessati, peraltro già tutti assunti, fanno i loro interessi e fanno bene, dal loro personale punto di vista. Ma gli interessi del Comune, della sua cittadinanza, dove vanno messi? Chi li deve tutelare?





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