"Basta parlare di emergenza, ora serve programmazione"

"Basta parlare di emergenza, ora serve programmazione"
di autore Redazione - Pubblicato: 10-01-2022 00:00

ECONOMIA - La difficile situazione negli ospedali e la crisi economica. Il grido d'allarme della Cisl di Frosinone: "Da marzo 2020 ad oggi siamo ancora all'anno zero, bisogna invertire la rotta"

Dal Segretario Generale della Cisl Enrico Capuano riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni la nuova ondata di contagi del COVID 19, nella specificità della variante OMICRON, sta dilagando a dismisura, complici sicuramente anche le festività natalizie che ci vedono tradizionalmente più riuniti e “conviviali” del normale, sfornando quotidianamente numeri da capogiro. La situazione socio-sanitaria generale è sicuramente meno peggio di quella dell’anno scorso e anche dei periodi scorsi per gli effetti positivi e quindi di grande “attenuazione” dei vaccini. Nonostante tutte le manifestazioni e le prese di posizione dei “no vax” il nostro paese ha una percentuale molto alta di vaccinati che sono sicuramente più protetti dai contagi e anche dalle conseguenze che, nei mesi in cui il vaccino non era disponibile o ancora efficace, il virus ha lasciato nei soggetti contagiati.


Al di là della situazione legata strettamente al COVID 19 ed a tutti gli aspetti strettamente medici, la problematica che emerge, purtroppo forte e dissonante, a distanza di quasi 24 mesi … alias 2 anni … dai primi casi conclamati è che si continua negli Ospedali e nella sanità a parlare di “EMERGENZA”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce come emergenza “ogni situazione in cui il personale ed i mezzi disponibili in un determinato territorio risultano insufficienti all’attuazione di un efficace intervento sanitario. Si tratta di avvenimenti improvvisi che richiedono un’azione immediata ed efficace e che possono essere dovuti a cause epidemiche, naturali e tecnologiche”. La definizione, spiega il sito dell'Oms, implica una situazione che sia "seria, improvvisa, inusuale o inattesa".


Nel marzo 2020 in effetti ci siamo trovati di fronte ad una emergenza in occasione dell’avvento della pandemia da SARS-CoV-2 ma dopo quasi due anni, vista la situazione della sanità nella nostra provincia, possiamo ancora parlare di emergenza? Non sarebbe il caso di iniziare a definirla forse “inadeguata programmazione”? Gli operatori sanitari continuano, ancora oggi, ad operare sottoponendosi a turni e carichi di lavoro massacranti e ad avere serie difficoltà a godere delle ferie e delle ore in eccesso maturate. Pensiamo che i lavoratori devono essere anche votati o pronti al martirio?



Potremmo fare molti esempi di ambulanze bloccate con pazienti a bordo per l’impossibilità di essere accolti dagli operatori dei pronto Soccorso perché oberati di pazienti e ovviamente di incombenze. Stiamo assistendo anche alle dimissioni di operatori che non riescono a reggere fisiologicamente i carichi di lavoro. Il DEA è sempre più affollato e nel caos sia per i numerosi accessi che per gli spazi e per il personale non adeguati alle richieste, con il rischio che l’ambiente ospedaliero diventi pericolosamente luogo di contagio. I tagli effettuati nella sanità ciociara nel decennio scorso oggi chiedono di essere ripagati con gli interessi. C’è la necessità di investimenti importanti sulle strutture e sul personale. I bandi per gli incarichi a Partita IVA vanno deserti.


La nostra Federazione, che rappresenta il personale non medico, nei giorni scorsi ha fortemente denunciato questa situazione per tutte le problematiche ad essa connesse sia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro sia per quanto riguarda la sicurezza degli operatori e dei pazienti. Fatta questa doverosa, e purtroppo dolente, premessa siamo speranzosi che le dichiarazioni ed i progetti che la ASL di Frosinone per bocca della Direttrice Generale, Dott.ssa D’Alessandro, e dell’Assessore Regionale, D’Amato, si concretizzino per davvero e soprattutto in tempi brevi. Siamo abituati agli annunci faraonici di grandi ed innumerevoli progetti nel mondo della sanità, che purtroppo troppo spesso sono stati la materializzazione del detto popolare “ la montagna partorisce il topolino” portando di fatto ad avere concretamente poche a volte pochissime cose di quelle previste o concordate che fra l’altro hanno dovuto scontare anche, direi spesso per non dire sempre, la cronica assenza di personale, medico e paramedico, e quindi rimanere di fatto nella lunghissima “lista dei desideri della sanità ciociara”.


E’ fin troppo facile, oltre che comodo, fare progetti e diffonderli ma il vero problema, come detto pocanzi, è concretizzarli. Mettiamo i numeri nelle cose, quelli veri non quelli presunti … mancano infermieri, mancano Dottori, i pronto Soccorso al collasso per mancanza di
personale medico e paramedico, adesso … quando ne sarebbe veramente l’esigenza. Allora perché non si assume personale per fronteggiare almeno questa situazione immediata, visto anche l’impegno che la regione Lazio aveva sottoscritto con le organizzazioni Sindacali per l’assunzione di “Infermieri”.

A che punto siamo? Quanti ne sono stati realmente assunti? Per lavorare nell’emergenza servono garanzie diverse soprattutto in tema di responsabilità professionale. Vogliamo raccogliere, da subito, l’invito dell’Assessore D’Amato ad essere “attori coinvolti”, ma per iniziare concretamente a risolvere i problemi veri e cocenti che stiamo subendo in questi giorni e partecipare poi, tutti insieme, ad un progetto per una nuova e veramente efficiente e funzionale “sanità pubblica” in provincia di Frosinone. Speriamo di non dover assistere alla scrittura di un ulteriore capitolo del “libro dei sogni della sanità di Frosinone”.






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