Perché è importante vaccinare i bambini

Perché è importante vaccinare i bambini

RUBRICHE - Da inizio pandemia, sono stati registrati quasi ottocentomila casi nella popolazione compresa tra 0 e 19 anni, 35 i bambini che non sono sopravvissuti all'infezione. Tutto quello che c'è da sapere nel consueto approfondimento settimanale a cura di Angelo Franchitto

di Angelo Franchitto

Vaccinare i bambini sarà presto possibile. Ma non è un modo per proteggere gli adulti, anzi, è per la loro tutela personale. Questo è uno dei punti fermi su cui battono i pediatri italiani. Anche i medici che si occupano di bambini vogliono eliminare quelle false credenze che rischiano di indebolire il successo della campagna vaccinale.

Che anche i bambini vadano vaccinati contro il virus SARS-CoV-2 ne è assolutamente sicura anche la presidente della Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano. Purtroppo, lo ricorda la stessa presidente, anche i bambini possono avere manifestazioni severe del Covid.

Infatti, dei bambini che complessivamente hanno contratto l’infezione ben 35 sono morti. Ugualmente, non possiamo sottovalutare la protezione dei bambini più fragili e che vivono comunque a stretto contatto con i loro coetanei a partire dalla scuola. Dunque, è evidente come, estendere la vaccinazione alla fascia 5-11 anni significherebbe soprattutto incrementare la possibilità di ridurre il rischio di infettarsi per oltre tre milioni di bambini. Così, i pediatri italiani ricordano come, da inizio pandemia, sono stati registrati quasi ottocentomila casi tra 0 e 19 anni. Proprio per queste ragioni, i pediatri italiani sentono il dovere morale di insistere con i genitori sulla campagna vaccinale anche per i più piccoli.

C’è la necessità di far comprendere che non bisogna avere paura del vaccino, ma della malattia. Infatti, un bambino non vaccinato non solo corre il rischio di ammalarsi, ma anche di rimanere fuori dalla vita sociale. I bambini stanno perdendo quella normalità che speriamo si possa presto ritrovare. Inoltre, in molte famiglie succede già esiste un certo timore che spinge a  tenere fuori dalle proprie abitazioni i non vaccinati.

Il rischio è che, molto presto, questo tipo di discorso coinvolgerà anche i bambini. Intanto, assistiamo a manifestazioni e cortei di No Green Pass e di No Vax. Anche queste manifestazioni vanno gestite e mantenute sotto controllo. Il problema è che oltre al Covid, esiste un altro pericolo per la salute dei nostri bambini che sta emergendo proprio in questo periodo. Infatti, mentre si parla di adulti che vogliono aggirare le regole, nelle ultime settimane, diversi bambini vengono ricoverati per patologie respiratorie legate al virus sinciziale. Diversi casi che fanno parlare di una vera e propria allerta in diversi ospedali italiani. Proprio qui registriamo un boom di ricoveri di bambini a causa di questo virus.

Dunque, esiste un virus che ha nel mirino proprio i più piccoli. A parlarne anche Fedez, il popolare cantante. Proprio lui ha lanciato attraverso i social l’allarme contro la malattia da virus sinciziale. Un messaggio che Fedez lancia dopo che la figlia Vittoria è stata ricoverata in pediatria ospedaliera proprio a causa di un’infezione. Ma, il virus sinciziale, dall’inglese Respiratory Syncytial Virus, è un agente virale con la capacità di infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età, anche se principalmente colpisce i bambini nei primi anni di vita. Dunque, parliamo di un virus respiratorio sinciziale che infetta gli epiteli delle vie aeree, causando la necrosi delle cellule.

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I ricercatori osservano come, nei tessuti in coltura infettati con questo patogeno, le cellule si fondono tra loro e danno così luogo a un conglomerato, o sincizio, da cui deriva il nome di questo virus. Parliamo di un virus a trasmissione per via aerea. Cioè capace di essere trasmesso attraverso le mucose di naso, bocca e occhi. Per esempio, quando una persona infetta tossisce o starnutisce, rilascia in aria delle particelle che contengono il virus che se entrano a contatto con un nuovo organismo lo infettano.

Se la persona infetta è abbastanza vicina a qualcuno, nel momento in cui starnutisce, le particelle virali possono essere inalate, oppure si possono depositare sulla bocca, sul naso o sugli occhi dell’altro, infettando chi è vicino. Si può contrarre l’infezione anche toccandosi con le mani non pulite o igienizzante e strofinando occhi o naso. Comunque, il virus ha la capacità di sopravvivere per molte ore su superfici dure come tavoli, maniglie delle porte, giocattoli e culle.

Mentre, al contrario, sappiamo che sopravvive per brevi periodi su superfici molli quali tessuti e mani. Per quanto riguarda i sintomi, la malattia dovuta al virus sinciziale, si manifesta da subito come una comune influenza. Quindi, abbiamo alcuni giorni di Raffreddore e febbre iniziano a meno di una settimana dal contagio. Secondo i ricercatori, circa la metà dei bambini colpiti, alla prima infezione sviluppano anche tosse e respiro sibilante.

Questi segnali indicano che c’è un interessamento dell’apparato respiratorio inferiore. Certamente, nei sotto i 6 mesi, il primo sintomo può essere la breve interruzione della respirazione, una piccola apnea. Alcuni bambini, in genere i più piccoli, sviluppano sintomi all’apparato respiratorio gravi che possono portare, fortunatamente in casi rari, anche al decesso.

Mentre, negli adulti sani e nei bambini più grandi, la malattia è solitamente leggera. Addirittura si manifesta solamente come un comune raffreddore. A differenza del SARS-CoV-2, attualmente non esiste un vaccino per contrastare il virus sinciziale. Nell’attesa che si scopra un vaccino valido e sicuro, l’arma principale resta la prevenzione.

Ovviamente, le misure di precauzione sono quelle che ben conosciamo e che ci tutelano anche dal coronavirus. Parliamo del lavaggio delle mani, l’utilizzo delle mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso ci sia un fratellino più grande malato a casa. Comunque è sempre bene non mandare a scuola i bambini prima che siano completamente guariti. Questo perché sono sempre fonte di possibili nuovi contagi.





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