Exodus e dipendenze: l'importanza della prevenzione

Exodus e dipendenze: l'importanza della prevenzione

IL FATTO - Nei giorni scorsi si è festeggiata la trentunesima Giornata del Ringraziamento. Una panoramica sulle attività svolte nella Cascina di Cassino dal 1990 ad oggi e le sfide future della comunità

di Giulia Zaccardelli

Trentuno anni sono passati da quando Exodus ha inaugurato la sua sede in via San Pasquale, e il suo compleanno, o meglio la Giornata del Ringraziamento, è stata festeggiata lo scorso giovedì 28 ottobre.

Superata l’iniziale diffidenza del territorio cassinate, il progetto che Don Mazzi realizza in Italia, per la prima volta nel 1984, approda a Cassino il 28 ottobre 1990.

Da una comunità di appena 8 ragazzi e 4 educatori, Exodus è cresciuta nel tempo: oggi ospita 20 giovani, che si sono impegnati per rendere memorabile la Giornata del Ringraziamento.

In questa occasione corpo e mente sono stati nutriti allo stesso modo: pizze e dolci fatti in casa hanno ingolosito i palati degli ospiti: il Padre Abate Donato Ogliari, don Giovanni De Ciantis, l’assessore alle politiche sociali Luigi Maccaro, il presidente del Consiglio comunale Barbara Di Rollo, e ancora Bruno Galasso, Rosy Marino e tanti altri amici e volontari legati alla comunità.

E con letture, sketch comici e canti, realizzati grazie al coordinamento di Silvia Scafa, i ragazzi hanno messo in scena le loro storie; espressioni artistiche delle riflessioni e delle emozioni di persone in cerca di risposte.

Un momento di incontro e confronto tra vissuti diversi, accomunati dalla dipendenza.

Exodus nasce infatti come comunità per la riabilitazione di giovani caduti nel giro della droga, ma anche per emarginati, malati di AIDS, ludopatici ed ex carcerati da reinserire nel tessuto sociale italiano.

Dagli anni Novanta ad oggi il mondo della dipendenza è diventato sempre più complesso, ed Exodus è chiamata ad affrontare questa realtà con strumenti nuovi.

Relazione educativa, confronto tra gli ospiti delle comunità e contatto con la natura sono ancora capisaldi del percorso di recupero, ma a questo si aggiungono progetti che trasformano la comunità in un punto di riferimento sul territorio quando si parla di salute.

A prescindere dall’oggetto della dipendenza, che siano sostanze stupefacenti, il gioco, o il pc, il fine di Exodus è dare una risposta al comportamento patologico. Per fare questo è necessario lavorare sulla propria storia personale, per poter ricostruire una vita più sana. E, soprattutto, fare prevenzione.

Exodus infatti ha stipulato un protocollo d’intesa con il Comune, l’Università e la Asl, in virtù del quale sono stati fatti corsi di formazione per gli insegnanti; e un protocollo anche con il Consorzio dei servizi sociali del Cassinate per i problemi della ludopatia. Tra i progetti da realizzare c’è un centro d’ascolto itinerante tra i 26 comuni del cassinate, e un gruppo di autoaiuto per persone con dipendenza dal gioco d’azzardo, e per i loro familiari.

Sempre Exodus è inoltre coinvolta nella campagna “6 tanto sicuro?” volta a sensibilizzare il territorio sull’importanza del dialogo, e a rendere consapevoli i cittadini sui rischi, spesso sottovalutati, dell’abuso di sostanze stupefacenti.

A questi progetti, si aggiungono le tante attività che i ragazzi svolgono quotidianamente nella comunità: la cascina in cui sorge Exodus è uno spazio aperto, dove si possono trovare allevamenti di api, campi da basket, calcetto e pallavolo, un parco giochi per bambini e giardini grandi per ospitare eventi.

Campi scuola, fattorie didattiche, matrimoni, convegni: da comunità di ex tossicodipendenti, Exodus è oggi perfettamente integrata nel tessuto sociale del cassinate; una Onlus pronta ad offrire risposte qualificate e tempestive ai disagi che non possono essere ignorati.  





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