Se la strada intrapresa da "Renatino" rischia di riportare la Destra al potere

Se la strada intrapresa da "Renatino" rischia di riportare la Destra al potere
di autore Mario Costa - Pubblicato: 04-11-2021 00:00

OPINIONI - De Sanctis non è riuscito a svestire i panni dell'oppositore una volta arrivato in Consiglio comunale e ha fatto una dichiarazione di guerra al Centrosinistra: gioia e delizia per le orecchie di una certa opposizione, ma il monito di Lenin resta sempre attuale

di Mario Costa

Vogliamo mettere le mani avanti, perciò diciamo subito che con il consigliere comunale Renato De Sanctis (“Renatino” per noi, sin dalla di lui fanciullezza) c’è un legame affettivo profondo, nato in anni lontani, non affievolito dall’inesorabile trascorre del tempo. Un legame che conserva intatta la sua forza anche in virtù della reciproca affinità verso comuni valori e ideali politici. Quindi ci dispiacerebbe venisse intaccato proprio oggi che viviamo il tempo in cui i ricordi belli di una affettuosa frequentazione di anni lontani, ripresa ora in quelli della “maturità” per via dell’impegno politico, in ruoli diversi ma nel campo comune, si affacciano in noi con più frequenza e più forza, rendendoci “men duro il cammino della vita”.

Tale “pistolotto” introduttivo trova la giustificazione nei rilievi critici (di natura squisitamente politica) che ci apprestiamo qui a sollevare al progressivo distacco di “Renatino” dalla maggioranza saleriana. Una crescente, aspra, contestazione, la sua, che è andata man mano assumendo il carattere di una vera e propria contrapposizione. In particolare, nei confronti del Sindaco, che pure sta governando questo Comune con polso sicuro per tirarlo fuori dal dissesto finanziario in cui lo ha trovato.

Una contrapposizione che, anche per via dei toni duri assunti, è gioia e delizia per taluni della opposizione consiliare ed extra, alquanto abbacchiati fino a poco tempo fa e di colpo ringalluzzitisi nella perenne loro speranza che tutto si sfasci e si ritorni anzitempo alle urne. Che poi ci sia di mezzo il destino di una città… a loro che impipa? Intanto, festanti, si appropinquano subdolamente.

Conoscendolo bene, siam certi che “Renatino” terrà presente il secolare ma sempre attuale monito attribuito a Lenin, uno che di rivoluzioni se ne intendeva un pochino. Suonava così: “Quando l’avversario ti loda, non gioire, non sentirti gratificato. Piuttosto chiediti dove hai o stai sbagliando”. Siamo certi, però, che non c’è bisogno di chi gli suggerisca di fare attenzione a inaffidabili improvvisati suoi supporter di oggi, tra i quali allignano taluni adusi a pendolare da uno schieramento all’altro. Egli conosce bene i suoi polli, non tanto quelli allevati in batteria quanto quei ruspanti alla costante ricerca di becchime.

Crediamo che, dopo due anni e mezzo da osservatore critico, la sua posizione di oggi derivi anzitutto dal ruolo che si è trovato a ricoprire. Poco confacente ad uno portato nell’agone politico a giocare d’attacco.

Per fare un esempio, la sua dura, per tanti aspetti giusta battaglia contro Acea e l’esagerata esosità delle bollette, trasferita dalla piazza alle stanze del Comune richiedeva necessariamente un aggiustamento del tiro, capacità di mediazione e, diciamolo, di sopportazione di prone posizioni di maggioranza nelle assemblee dei sindaci, insopportabili, con le quali fare i conti. Pena l’isolamento, con conseguenti riflessi negativi per il nostro Comune. In questo ruolo diverso da quello di prima non è riuscito ad entrare, preferendo tornare a riprendere, molto probabilmente come vedremo, la vecchia battaglia contro il colosso romano nel modo che meglio gli riesce.

Questa a noi pare la ragione politica di fondo che lo ha portato alla rottura con Salera e i suoi. E’ anche la ragione di esternazioni alquanto pesanti e gravi quale quella sui social subito dopo il consiglio comunale ultimo: “Ho avuto la conferma – ha scritto - che una minoranza della maggioranza (con a capo il sindaco), che orienta le decisioni da prendere, non lavora per il bene comune, bensì per obiettivi delineati a macchia di leopardo, che soddisfano bramosie diverse, ma non certamente quelle che portano al bene comune…”.

Accantonando le “bramosie” che ci impegniamo a monitorare non appena ne avremo contezza, osserviamo che del “bene comune” di cui tutti parlano, (sinanche Salvini un giorno sì e l’altro pure) c’è sempre molto da discutere, cominciando con il cercare di capire quando è che realmente si opera nella direzione giusta che garantisce il bene comune. Ma quella di “Renatino”, purtroppo, non è solo dura esternazione, ma, senza girarci intorno, ha tutto il carattere della dichiarazione di guerra di un oppositore convinto.

Egli ha avuto modo di constatare de visu che l’amministrazione di una città non è cosa facile di questi tempi. Tempi in cui anche tanti cittadini (ma anche molti tra gli eletti) faticano ad accettare che non si può fare tutto ciò che si vorrebbe.

Perché bisogna sempre fare i conti con la condizione del momento, con lo stato delle risorse finanziarie, con la potenzialità di spesa di un Comune in dissesto (anche se tale aspetto i più sembra lo dimentichino troppo facilmente). Chi di questa maggioranza non vorrebbe assicurare il bene comune senza negarlo ad alcuno?

“Renatino” ha fatto una scelta. Ha avviato una battaglia che lo porterà a stare in una posizione diversa da quella avuta sinora rispetto all’amministrazione. Che lo faccia nella chiarezza della posizione di oppositore puro, crediamo sia meglio, per tutti. Comunque sempre utile e irrinunciabile se finalizzata a migliorare le cose e a favorire “l’arte del possibile”.

Anche se per riportare in questa città la Destra – e che Destra! - al potere, quella intrapresa potrebbe essere la strada giusta.





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