Il vaccino funziona: lo dicono i numeri

Il vaccino funziona: lo dicono i numeri

RUBRICHE - Nell'approfondimento settimanale di Angelo Franchitto il raffronto tra l'Italia e gli altri Paesi. Ancora risuona forte il monito di Papa Francesco: "Nessuno si salva da solo"

di Angelo Franchitto

Nonostante una ripresa dei nuovi contagi, resta evidente che la vaccinazione di massa ha funzionato. Infatti, gli ospedali italiani non stanno soffrendo come lo scorso anno e i nuovi casi sono meno gravi. Per queste ragioni, in Italia si parla di un grande successo. Ma la campagna vaccinale non si arresta e continua per le prime dosi. Si parla di raggiungere il 90% di immunizzati.

Proprio questa continua e incessante ricerca di nuove persone da vaccinare permette al nostro Paese di vedere migliorare la situazione della pandemia da coronavirus giorno dopo giorno. Questo non significa però che possiamo gridare allo scampato pericolo. Non è così. D'altra parte, abbiamo, tutti intorno a noi, nazioni con situazioni molto eterogenee l’una dall’altra. Anche in alcuni Paesi europei, come il Portogallo, dove è alto tasso di vaccinazione e la discesa dei contagi permette ancora oggi di eliminare le restrizioni anti Covid.

Mentre è preoccupante la situazione in Lettonia, che proclama un nuovo lockdown fino al 15 novembre. Bisogna tenere gli occhi ben aperti anche sull’alto numero di contagi nel Regno Unito. Proprio a casa del popolo della Brexit, una sotto-variante del ceppo Delta è oggi responsabile del 6% dei nuovi casi sequenziati. Nel mese di Ottobre, i casi di Covid-19 nel Regno Unito fanno registrare un forte aumento, soprattutto nelle ultime settimane. Addirittura, il 21 ottobre i nuovi contagi arrivano a sfondare quota 50.000. Si tratta di un record che non si registra dal mese di luglio, quando i casi avevano raggiunto anche i 60.000 nuovi contagi giornalieri.

Mentre, il premier britannico Boris Johnson sembra non arretrare sulle decisioni a livello politico. Infatti, il Governo britannico spinge per andare avanti con il piano di riaperture. Ma, per cercare di frenare l’aumento dei casi la cosa più importante è che le persone del regno si sottopongano alla dose booster di vaccino. In contrasto con l’idea del Governo sono le autorità sanitarie nazionali e del sindacato dei medici. Diversi gli appelli che vengono fatti quotidianamente per chiedere alla politica di passare al piano B contro il Covid. Si chiede cioè di poter introdurre in Inghilterra nuove restrizioni dopo l’impennata di contagi. A parlare è proprio il ministro della Sanità, Sajid Javid. Secondo il Comitato Tecnico Scientifico, l’uso dei dispositivi di protezione facciali, come la mascherina, sarebbero indispensabili in Gran Bretagna.

I medici consigliano caldamente ai cittadini di usare la mascherina nei luoghi affollati e al chiuso. Questa è una grande differenza con l’Italia. Il nostro Governo si è allineato con le direttive del CTS e, in certe situazioni a rischio, è bene che i nostri rappresentati politici seguano un linea che accompagna alla campagna vaccinale, anche uno stile di vita e dei comportamenti nuovi, ma necessari. In Inghilterra e nel Regno Unito, i ricoveri restano per ora entro il livello di guardia.

Ma parliamo ugualmente di una situazione che preoccupa per diversi motivi. Infatti, si registra un rallentamento della campagna vaccinale, che inizialmente era tra le più rapide ed efficienti d’Europa. Allo stesso tempo, si registrano problemi legati alla gestione dei servizi di pronto soccorso e sovraccarico di lavoro negli ospedali. Come accennato prima, è sotto la lente il discorso delle nuove varianti. Infatti, sarebbe presente sull’isola un nuovo ceppo di coronavirus riscontrato tra i nuovi contagiati.

Gli ultimi dati pubblicati dalla Uk Health Security Agency segnalano che la presenza di questa nuova sotto-variante della Delta può essere responsabile almeno del 6% dei casi di infezione sequenziati. La situazione, al momento, sembra essere sotto controllo. Infatti, per ora gli scienziati non sono preoccupati di quanto scoperto.

Altre situazioni più a rischio sono in Lettonia, dove si sta svolgendo un nuovo lockdown nazionale. Un lockdown uguale a quello fatto in Italia a marzo 2020. Questo perché, in Lettonia, il tasso di vaccinazione è molto basso. Si parla solo del 51,3% di popolazione immunizzata. Anche altri Paesi dell’Est Europa risultano però ancora particolarmente indietro rispetto alla media europea di vaccinazione.

Tra questi troviamo la Slovenia, la Polonia, la Slovacchia, la Romania e la Bulgaria. Si tratta di una situazione che va monitorata anche per l’Italia. Infatti, dalla pandemia non usciamo da soli. Soprattutto, stiamo imparando quanto i comportamenti sociali (distanziamento fisico e mascherine) siano fondamentali e vanno affiancati al vaccino. Inoltre, non possiamo dimenticare le parole di Papa Francesco, il quale ricorda a tutti noi che nessuno si salva da solo.

La celebre frase viene pronunciata la sera di Pasqua 2020, durante una messa celebrata in una piazza San Pietro completamente deserta. Il papa, un uomo solo, in un innaturale silenzio pronuncia quelle parole che ancora oggi fanno eco. Così, il successo della campagna vaccinale in Italia va letto all'interno di un contesto internazionale, sia europeo che mondiale. Mentre il pensiero va ad un percorso che sembra essere non ancora concluso. Ancora parliamo di terza dose e di una vaccinazione che potrebbe accompagnarci per altri anni.





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