Covid e popolazione straniera: il report

REPORT - Nel 2020 e nei sei primi quattro mesi del 2021, aggiungendo il virus alle altre cause di morte, si è registrato il più alto numero di decessi dal secondo dopoguerra. Dopo vent'anni cala il numero degli stranieri. Tutti i dati

di Giulia Zaccardelli

Il fatto: il Covid ha provocato un aumento drastico del tasso di mortalità e di disoccupazione in Italia. Secondo i dati Istat e dell'Istituto Superiore di sanità, pubblicati a giugno 2021, infatti, nel 2020 e nei sei primi quattro mesi del 2021, aggiungendo il virus alle altre cause di morte, si è registrato il più alto numero di decessi dal secondo dopoguerra, con un aumento del 9% rispetto al quinquennio 2015/2019. Sono morti più uomini che donne, soprattutto nella fascia d'età 65/79 anni.

Ma chi sono effettivamente i morti? La domanda è lecita, dal momento che la popolazione italiana è formata per un'alta percentuale da stranieri. Che, ricordiamolo, non sono solo immigrati, ma in generale tutti coloro che non sono italiani, quindi anche bambini residenti, figli di genitori non cittadini, o coloro che sono in attesa di ricevere la cittadinanza.

Fatta questa lecita premessa, il 28 ottobre verrà pubblicato il 31° Dossier Statistico Immigrazione a cura di IDOS, in collaborazione con Confronti e Istituto di Studi Politici "San Pio V". L'evento è previsto per le 10.30 al Nuovo Teatro Orione in via Tortona 7, nei pressi della Metro Re di Roma, e sarà in diretta streaming sul sito e sul canale Youtube di IDOS.

Dalle anticipazioni pubblicate, il dato che emerge con più forza è che dopo 20 anni di crescita ininterrotta, la presenza straniera in Italia si è ridotta. Si tratta di una riduzione minima, pari allo 0.5%, ma è il primo valore negativo registrato dopo anni.

Le cause sono diverse.

Gli stranieri diminuiscono perchè lasciano l'Italia; vengono cancellati d'ufficio dall'anagrafe, per irreperibilità o per scadenza del permesso di soggiorno; o, più semplicemente, perchè acquistano la cittadinanza italiana. In questo caso, la causa principale è stata la pandemia: le misure di contenimento e il tasso di mortalità. Frontiere bloccate e rallentamento nella gestione delle pratiche amministrative sono fattori influenti.

Ad essere determinante è stato però il numero di morti: gli stranieri deceduti per Covid, nel 2020, sono il 25% in più dei morti del 2019. Al netto di nuovi aggiornamenti Istat, che verranno comunicati a fine 2021 con i dati definitivi, il calo degli stranieri nel 2020 è il più alto mai avuto fino ad ora.

È anche vero che la malattia ha avuto un impatto maggiore sugli italiani.

Facendo un confronto tra il numero dei decessi, come era prevedibile vista l'elevata età media della popolazione italiana, il Covid ha pesato di più sul tasso di mortalità autoctono, piuttosto che su quello straniero; immigrati e persone in attesa di ottenere la cittadinanza sono infatti nettamente più giovani rispetto agli italiani, e il virus li ha colpiti di meno.

Si è anche ridotto il saldo migratorio estero: nel 2020 gli iscritti all'anagrafe italiana che hanno trasferito qui la loro residenza dall'estero sono di più di coloro che si sono cancellati per trasferirsi all'estero, tuttavia, rispetto al 2019, sono 58.000 unità in meno.

Gli stranieri hanno anche lavorato meno e cercato meno lavoro. A fronte di un calo complessivo dell'occupazione, i lavoratori stranieri si sono ridotti del 6,4%, i disoccupati del 12,4% e gli inoccupati sono aumentati del 16,2%.

Si riduce l'occupazione, ma anche la disoccupazione.

Per quanto assurdo possa sembrare, sono infatti aumentati i cittadini italiani e stranieri che non cercano lavoro, che hanno cessato la propria attività, o che non hanno potuto lavorare a causa delle restrizioni. Continuando il parallelo con gli italiani, il tasso di occupazione straniero è stato pari al 57.3 %, un punto percentuale in meno rispetto a quello degli italiani, pari al 58.2%. Anche in questo caso, è il valore più basso nella storia dell'immigrazione italiana.